passi
tra stanze impervie
logore di
peccato sfiorarti è
metà della passione
che Dio c'ha dato
eppure come bruna
e nebbia m'accarezzi
la testa
ed io distratto ti
piango qui alla
finestra infranto
nella speranza di
coglierti
come brina fresca
solo per tergere il mio
peccato
anche se l'orizzonte
ci nega non celar
ancora il mio cuore
liberami nei
fiumi di porpora che
cangiano la tua
anima fai di
me la tua messa sacra
l'involontario
amplesso di una
vita salvata
ma non abbandonarmi
amore rimani ad
amarmi e cancelliamo
questa mura di
distanza solo
per unirci nella
danza dei nostri cuori
e rifletterci rifletterci
ancora fino a che
non saremo
polvere
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