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Un film pesante e soporifero . Niente d'originale . Infatti sembra il seguito , anzi meglio il remarque , del film bunga bunga presidente porno parodia delle vicende legate al Rubygate dei registi pornografici Andy Casanova e Marco Trevi con un po' più di trama . Attendo il II per darne una recensione completa.Per il momento è un film che descrive gli scandali sessuali di berlusconi inserendoli nel contesto del berlusconismo . Niente di nuovo per me e per coloro ( che nonhanno o si sono tolti il prosciutto dagli occhi ) che conoscono il Berlusconismo politico e culkturale ed lo combattono fin dale origini . Insomma Paolo Sorrentino ha scritto un film pettoruto come lo definisce quest'ottima stroncatura di http://www.barbadillo.it
Ha ragione
Massimo Onofri
Ieri alle 17:56 ·
Visto "Loro 1". L'opposizione tra Berlusca e Veronica è schematica e didascalica. Costruita sulle chiacchiere alla Fabio Fazio. Superficiale. Non racconta nulla. Presuppone ciò che già il pubblico crede di sapere. Salvo il visionario di qualche fotogramma. Il rinoceronte. Il camion che deraglia al centro di Roma. Quando narra senza spiegare. Cioè quasi mai.
"Loro" di Paolo Sorrentino e il peso dell'epica pornografica berlusconiana sulle consultazioni
Il film costringe ogni cittadino di questo Paese a un ripasso accurato della weltanschauung berlusconiana e dei suoi immediati dintorni
Teresa Marchesi Giornalista e regista
Non so se questo monumento funerario "in vita" potrà incidere sulle consultazioni in corso per il nuovo governo, certo costringe ogni cittadino di questo Paese a un ripasso accurato della weltanschauung berlusconiana e dei suoi immediati dintorni. Questo benché si avverta in partenza che il film "è del tutto privo di intenti cronachistici" e si citi in calce Giorgio Manganelli: "Tutto documentato, tutto arbitrario". Paradossalmente, viceversa, la finzione è fin troppo 'sdraiata' sulla realtà.
Pornografia, dicevo. Pornografia perché il corpo femminile predomina, mercificato, prostituito e sfruttato fino allo spasimo. Così è stato negli anni del potere del Nostro. È una pesante eredità che ci portiamo addosso, e il concentrato che mette sul piatto Sorrentino è salutare per la coscienza e la memoria. Nella più incisiva metafora del film, l'ultimo dei nostri registi Oscar fa precipitare tra le rovine auguste del Foro Romano un camion di raccolta rifiuti, perché un topo di fogna gli ha attraversato la strada, e l'immondizia vola a imitazione del finale antonioniano di "Zabriskie Point". L'auto presidenziale, con scorta, è appena passata.
Lo spoiler, per una volta, è doveroso. Tanto di questa storia- qui rappresentata in un arco di tempo che va dal 2006 al 2010-sappiamo già tutto. "Loro 1"si apre con un animale-simbolo, una pecora, "frizzata" sulla soglia della residenza sarda, quella del vulcano che erutta, della bandana e dell'onnipresente musico Apicella. Ma dovremo aspettare a lungo prima che appaia Toni Servillo, impressionante replica del ghigno, della parlata e dell'addome prominente del Presidente. Prima seguiamo Riccardo Scamarcio, piccolo corruttore che sfrutta le prestazioni sessuali per fare carriera, nella sua ascesa dalla Puglia natale ai palazzi della capitale. Sotto il nome di Sergio Morra, il riferimento al Tarantini reale è più che palese.
Il ghigno di Berlusconi-Servillo appare per la prima volta tatuato sulla natica di una ragazza. Segue un lungo reclutamento di signorine, esaminate come bestiame al mercato, a base di coca a gogò. Consigliera è la privilegiata Kasia Smutniak, l'unica in contatto diretto con l'Uomo della Provvidenza. L'ex ministro Fabrizio Bentivoglio, che aspira a succedere all'ex premier nella leadership del centro destra, è un pagliaccio frustrato che manda la scorta a comprare completini hard per la bionda che neanche"gliela dà". Nota di biasimo per i truccatori: la pelata di Bentivoglio è da avanspettacolo.
"Loro", chiarisce una battuta, sono 'quelli che contano', quelli che inneggiano al ritorno di un uomo che 'in questi anni ci ha dato due cose, potenza economica ed entusiasmo'. Il grottesco caro a Sorrentino dilaga nei modi consueti: dalle gag del Bagaglino ai cammelli delle feste faraoniche, al cinghiale in libera corsa nelle strade notturne dell'Eur.
Qualche simbolo è oscuro. C'è un Superpotente che tutti chiamano Dio, e che riceve novelline selezionate con la testa nascosta da un asciugamano e la voce alterata da un apparecchio, dopo averle obbligate per sicurezza a una perquisizione anale. Insomma, sempre per citare alla lettera, è "un viavai di zoccole". Scamarcio studia una coreografia per allettare il Leader con la sua scuderia di "t...", come vengono costantemente definite , e Smutniak gli boccia l'idea del costume sardo :"Lui vuole divertirsi, per deprimersi ha già sua moglie".
Veronica, appunto, finalmente fa la sua comparsa, è Elena Sofia Ricci e tutto sommato – infedeltà dichiarata della finzione-convive senza scosse col consorte, pur tra mille rimproveri. "Agnelli sulla sua barca aveva Bacon, noi abbiamo Apicella". Sorrentiniana all'ennesima potenza è la materializzazione del Silvio in abiti da odalisca, con tanto di rossetto e di fard. I dialoghi familiari con moglie e un nipote bambino in Sardegna sono piuttosto banali, un'esposizione didascalica delle teorie berlusconiane. Ma spesso si ride. Esempio : "Un 25 % di me è gay. Solo che è lesbica". E B., temporaneamente all'opposizione, giura: "Tra cinque anni tornerò". Appunto.
Tra i tocchi geniali, quando Veronica gli rimprovera di non ricordare la 'loro'canzone, c' è il colpo d'ala di B., che a sorpresa ha fatto arrivare Fabio Concato in carne ed ossa per cantarle "Che domenica bestiale". Applausi a scena aperta, in sala. Vedremo il seguito, ma l'essenziale è stato detto, tra orrore e, in qualche modo, ammirazione . Sorrentino, in sintesi, chiede aiuto a Hemingway per definire il "Signor B." : "Non c'è nessuno che viva la propria vita fino in fondo, eccetto i toreri". Per lui il Cavaliere è un torero. Acora, e inesorabilmente, nell'arena di questa Italia.