Quel mio amico che mi ha " costretto "a rivedere tolo tolo di checco zalone , ha accettato di venire a vedere .
Da il trailer del film credevo che fosse :noioso e pesante , come Il divo il cui titolo esteso che compare all'inizio del film è Il divo - La spettacolare vita di Giulio Andreotti, film biografico del 2008 scritto e diretto da Paolo Sorrentino, sulla vita del senatore a vita Giulio Andreotti fino agli anni novanta. E che ci fosse più storia , più biografia . Ed non solo gli ultimi mesi di vita di Craxi .
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E' forse per questo che a chi non conosce ( o non ricorda ) la storia di tangentopoli e dell'italia rampante degli anni 80 ( la milano da bere ) ovvero uno spaccato scottante della nostra Storia recente può sembrare ( nonostante vi si riportino le diverse versioni ) : troppo apologetico e filo craxiano , Giustificazionista quasi assolutorio , qualunquista .
Ma man mano che si procede nella visione ricca di pathos dato che in sala c'era un silenzio tombale è evidente che Amelio sia più interessato a un ritratto più privato che politico. Infatti, il film si concentra sugli ultimi mesi di vita di Craxi (che morì il 19 gennaio del 2000), nel suo rifugio ad Hammamet, in Tunisia « Non lo definirei né esule, visto che parliamo di un uomo che, all'epoca, aveva due condanne passate in giudicato, né latitante, visto che tutti sapevano dov'era: i giornalisti avevano il suo numero di telefono, lo chiamavano per intervistarlo, e i magistrati avrebbero potuto benissimo raggiungerlo là ».
una delle scene del film |
Ora viene da chiedersi questo intreccio tra finzione e realtà è riuscito? seconda men in parte. Il rischio è stato duplice. Da una parte c’è il pericolo che i più giovani non capiscano i riferimenti alle inchieste, ai giudici, che non comprendano il senso usato nel film di “finanziamenti pubblici ai partiti”, e così via. Dall'altra, chi ricorda le vicende giudiziarie può rimanere perplesso dal fatto che le affermazioni del presidente, la sua convinzione di essersi adoperato per il bene del Paese e ingiustamente punito, rimangano senza un contraltare se non vago nella figura dell'esponmente politico che ha collaborato con la giustizia e che va a trovare C . Infatti Amelio si è «difeso» dicendo: « Quello che dice Craxi non è il mio punto di vista, se lui tuonava contro i giudici non avrei potuto fargli dire cose diverse, sarebbe stato un falso storico ». Ha ragione. Ma se l’intento era quello di risvegliare l’attenzione su un a caso di rimozione collettiva della memoria, come ha detto lo stesso regista, l’efficacia del film è ancora tutta da dimostrare. Ma Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall'interno. Amelio non vuole fare cronaca e neppure fantacronaca, bensì reinventare - poeticamente - gli ultimi mesi di un colosso caduto e sembra riuscirci , come testimoniano mote persone vicino a Craxi n particolare il suo fotografo ma non riesce a portarlo a compimento definitivo . Infatti secondo questo articolo del settimanale l'espresso
Con poche concessioni alla scena politica di quegli anni (il 49° congresso del Psi, con lo schermo triangolare di Panseca un po’ Star Trek e un po’ Scientology). E molte scene che ricreano in chiave intimista la parabola del grande decisionista. Per cui Sigonella diventa un gioco di soldatini del nipotino, Tangentopoli una macchinazione, il Raphaël uno spauracchio agitato dai turisti
. E Berlusconi appare solo in un vecchio tg, come un rimorso. Per alludere ai danni provocati dalle tv del Cavaliere, meglio una scena da “Secondo amore” di Douglas Sirk. Anche se sarà proprio un varietà stile Mediaset, beffarda nèmesi, a uccidere il Presidente.Il quale però, malgrado la superba prova di Favino e di tutto il cast, resta sempre un poco astratto. Un concentrato di grandezza e bassezze destinato a scontrarsi, come re Lear, con la figlia che vuole aiutarlo (Livia Rossi), o con l’ex compagno che ha deciso di collaborare coi giudici (Renato Carpentieri). E magari a sognare, fellinianamente, il padre scomparso (Omero Antonutti, alla sua ultima apparizione purtroppo). Ma anche a restare ostaggio di un film sempre un po’ troppo obliquo e calcolato per avvincere. Raccontare Craxi senza il craxismo era un’idea seducente. Ma per farne un personaggio a tutto tondo la cornicetta del discolo in collegio non può bastare.
Però tirando le somme fra
i lati positivi
L'interpretazione da Oscar di Pierfrancesco Favino: il suo Craxi crepuscolare, decadente e umano ha una potenza rara.Tanto da far rimpiangere anche ai suoi nemici è da considerarlo migliore rispetto ai nostri politici attuali .
La regia di Gianni Amelio che decide di concentrarsi sugli ultimi mesi di vita del leader del Psi. Non c'è mistificazione, ma solo l'urgenza di indagare la dimensione più umana e privata di una delle pagine più controverse della nostra storia, come solo l'arte può fare.
I lati negativi
Una commistione di realtà e fantasia, in cui i toni del noir si alternano a quelli onirici e grotteschi tipica del cinema Italiano pre riflusso atteggiamento che ha caratterizzato tutti gli anni 80 ed gli anni 90 escludendo il breve periodo fra il 1992\94
Posso dire che è stato un buon film . Ed il regista è riuscito , come ho già detto nel titolo a fare un film politico senza fare politica. Un Craxi crepuscolare e decadente quello di Amelio . Egli : << non è una vittima e non è un farabutto. È il grande e importante uomo politico che ha segnato la storia del nostro paese, e allo stesso tempo quello dalle grandi e riconosciute colpe: colpe che nel film lo perseguitano sotto forma di fantasma shakespeariano in carne e ossa, e lo costringono a fare i conti con la sua storia, la sua vita, la sua eredità. Il ritratto è complesso come il personaggio che dipinge, e non ci sono giudizi facili né sommari, ma solo la voglia di ragionare sulla storia di questo paese. Straordinario Favino, mimetico eppure personale, che non cede mai alle sirene della maniera. .... continua qui >> (Federico Gironi - Comingsoon.it) .Ecco quindi che quello su Craxi è un film più attento al versante privato della sua vicenda che a quello pubblico, anche se alcune indiscrezioni , farlocche ed aprioristiche ( perchè si ci sono ma sono contestualizzate ala personaggio di craxi e che accusava la magistratura ) vorrebbero Hammamet essere un film "garantista" che non risparmia le critiche alle modalità utilizzate dalla Procura di Milano durante Tangentopoli.