Sardegna.Simbolo incontrastato di sole, mare, divertimento e vacanze estive. Ma la Sardegna non è solo coste dorate e mari incantati, meta di turisti festanti e vip dal soldo facile. Infatti come dico d'anni qui su queste pagine ed a voce ad amici\che social \ telematici ( quelli che un tempo . scusatemi per la nostalgia ma in questi giorni lo sono particolarmente 😞😟 , non troppo lontano ma lontano tecnologicamernte si chiamavano amici di carta&penna ) del continente , ehm , della penisola , che essa è anche quella dei paesi arroccati , a rischio spopolamento o ripopolamento stranieri del nord europa , dove si respira ancora un’atmosfera antica, raccolta, familiare, e dove le abitudini secolari vengono conservate e tramandante con orgoglio e sapienza.
Così è Nuoro, ed tutte le zone dell'interno ( ma non solo ) e così sono i gesti di Paola Abraini che, come raccontato all’inviato della BBC, Eliot Stein.
Paola, come dicono in paese e come riporta questo articolo ( da cui ho preso la foto chge trovate a destra ovvero il risultato finale dei filindeu ) dal sito www.dissapore.com/ si è stancata, infastidita del clamore improvviso nato attorno a questa rocetta, trasformata da ristoro per pellegrini a nuovo caso di “Instagram food”, il cibo alla moda che i food blogger ostentano sul social network delle immagini.Ora che tale pasta ed il cammino religioso ad essa legata sia diventato un rito paganizzato e amato dai turisti non è per forza negativo, anzi, ha aiutato a preservare una tradizione religiosa dall’oblio, dall’abbandono. << Un >> -- come dice quest'altro articolo di dissapore.com -- << Con l’aiuto dell’Arca del Gusto di Slow Food, >> e con la rete che ne ha riprodotto le fasi della lavorazione
<< che ha inserito i su filindeu tra i 4000 piatti o ingredienti a rischio di estinzione, perché, come scrive il giornalista Simran Sethi, “ciò che non mangiamo sparisce”, e ormai tre quarti del cibo mondiale proviene da appena 12 piante e 5 specie animali.Un rischio elevato per i filindeu che potrebbero scomparire inghiottiti dall’indifferenza e dalla complessità della preparazione che richiede anni di pratica per essere padroneggiata. >> Infatti
dal corriere della sera https://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_26/
[... ] Nessun laboratorio, il filindeu è fatto soltanto in casa, sul tavolo di cucina. Paola Abraini, 62 anni, lavora e parla: «Avevo 16 anni ed ero fidanzata fresca di Antonio — il marito è lì che conferma con un cenno —, mia suocera Rosaria mi voleva bene: “Guarda come si fa”. Ho imparato subito e non ho mai smesso». Su (il) filindeu si preparava due volte l’anno per la festa grande di Nuoro, San Francesco di Lula. A ottobre, ma soprattutto a maggio per la novena e il pellegrinaggio, legato a riti e leggende. Prima fra tutte quella sul santuario, fatto costruire nell’Ottocento a 34 chilometri da Nuoro per «grazia ricevuta» da un bandito assolto in tribunale da un delitto. Da allora migliaia di persone percorrono a piedi la strada da Nuoro al santuario e la festa va avanti per nove giorni, fra preghiere, balli tradizionali e fiumi di vino rosso. Si comprano e vendono greggi e cavalli, si combinano matrimoni, si mostra l’abilità nel gioco della morra e atti processuali hanno rivelato che qualche rapimento è stato là organizzato e di qualche altro si è pagato il riscatto. E si raccontano storie come quella di una nuora, che appena dopo il matrimonio rifiutò di preparare il filindeu con la suocera. Al ritorno dalla festa di San Francesco cadde da cavallo e precipitò in un dirupo che da allora si chiama — così è anche oggi — «il precipizio della sposa». [... ]ed è quello che ho provato a farlo anch'io , anhc e se parzialmente , visto la marea , come potete vedere anche dalle foto , di gente presente a questa sua dimostrazione pubbblica tenuta il 9 maggio alla due giondi Stazzi e Cussogghj ( trovate qui il mio reportage fotografico )
con questo è tutto alla prossima storia