[IN RITARDO ] Genvova 2001 Genova 2005






















   Scrivo questo post  con ritardo e  a mente  e  fredda , lasciando passare qualche  giorno , sia per  scrivere  e riordinare i ricordi   che   avevo in parte rimosso  e fatricvosamente  :e chbe ogni volta  che ne parlo  <<  (...)  Regina , tu mi chiedi di rimnnovare un dolore indicibiloe , come i Greci, cioè, abbiano  infranto la potenza Troiana ,il miserando regno gli scempi che  ho veduto io stesso  e in gran parte vissuto . E chi  narrando tali fatti  tra i dolopi , i mirmioni  , o tra i soldati del crudele ulisse  non piangerebbe ( ...) >> [   Virgilio Eneide libro II  3-10  dalla  traduzione  e versione di  Mario Scaffidi Abate  per  I  tascabili  Newton  ] ; e per  vedere   come i media   si sarebbero occupati di tale  celebrazioni  se   con la solita  ( salvo eccezioni )   retorica  gratuita  e stucchevole   o in meniera normale  
 

 

Dopo l’indignazione  della mancata celebrazione   ( salvo l' unita , ilmanifesto ,  liberazione )  di  quei giornali  che  durante le  giornate del  g8   e  per    circa  un mese  facevano fuoco  e  fiamme  su  tali fatti pur  di fare  scoop e vendere  i  giornali   ;  e << Mentre   >>  news  riportata   dalla   feature  Indymedia Italia <<si paventa l'imminente invio di avvisi di chiusura indagini per fatti di strada e 50 imputazioni per devastazione e saccheggio nei processi sulle contestazioni al vertice del G8 di Genova, la procura chiede l'archiviazione per 126 degli indagati per le violenze nella caserma di Bolzaneto.>>  ho deciso di condividere  con voi  voi  e  di sentire  le vostre opinioni \  ricordi   ,  i miei  ricordi    , la mia testimonianza  ( se pur indiretta  )  , le mie  emozioni   e la mia rabbia  , i miei rimorsi   a non essere potuto andare   (  che mi hanno spinto a collaborare   con  la  contro inchiesta   su piazza  alimoda e al libro Genova nome per nome ("Se non lo leggete è come se a Genova non ci foste mai stati"Unimondo . Per la prima volta le violenze del G8 hanno nomi e cognomi: Carlo Gubitosa, giornalista di "peacelink    tra i fondatori del  Comitato Verità e Giustizia per Genova   presente a Genova durante le contestazioni del 2001, racconta via per via e piazza per piazza sette giorni che hanno sconvolto l'Italia. La materia prima utilizzata per questa inchiesta e' l'esperienza diretta dell'autore, rafforzata da due anni di indagini e dall'analisi di decine di filmati, centinaia di fotografie, testimonianze dirette delle vittime dei pestaggi, relazioni di servizio delle forze dell'ordine, atti parlamentari e fascicoli giudiziari )   lo faccio   servendomi oltre che della mia memoria  anche di questo bellissimo reportage   dell’unità ondine  del unità  ondine  del  21\7\2005   dal  titolo  Il G8 di Genova 4 anni dopo, il processo che non c'è mai stato e quelli in corso  .

In quel periodo   di caldo afoso stavo preparando l’esame di filologia romanza  , ma  come  è mio solito  d’estate   e  davanti  a tali eventi  ( il  g8   di  Genova in questo caso  )     non riesco a  studiare  .. Alcuni mie amici   sia della  Sg , sia  libertari  , sia  di rifondazione    mi  avevano proposto   di  andare  con loro  , ma  sic    a causa  di problemi al  ginocchio  ( avevo un tutore  , e  quindi non potevo correre  )  e  dei genitori ansiosi  e  previdenti  (  data  la loro esperienza  , in  particolare mio padre  , di manifestazioni  di piazza    negli anni  ‘60\70  )   mi hanno proibito  di andare  , perché prevedevano  cosa  sarebbe successo   e  che    non avendo allenamento fisico  e   ed essendo curioso  , mi sarei messo nei pasticci e  sarei finito picchiato o  a  Bolzaneto  . Allora   avendo  “ il rimpianto  “  di non aver potuto esserci  , mi sono seguito  attraverso  sia  i canali  ufficiali  ( raimediaset , salvo al riserva indiana  di rai tre   )  , semi liberi   ( la  7 )  e   non ufficiali   indymedia in primis  .  M’aspettavo  che sarebbe successo visto il tentativo  di allontanare  la  gente da  Genova  il più possibile   , non solo  con la  blindatura , ma  con  il suo isolamento da  mare  e da terra .  

Ora  racconterò le  emozioni  e  i miei ricordi  giorno per  giorno

IL 19LUGLIO 

 Mi sorprese  la scarsa reazione del potere  durante   la manifestazione    del  19   ,  cosa  strana  visto quello che succeda i  giorni  16.-17-18  (  forse perché c’erano  anche  molti immigrati  , e  non si voleva  fare figuracce  internazionali  oppure   perché c’erano anche   rappresentanti delle  ambasciate  ?  oppure  perché  non  c’erano le  ambigue  tute bianche  \     falsi disubbidienti  ?)   alla manifestazione    del potere  alla  grandissima  manifestazione pacifica     del 19  luglio , scesero in piazza  circa  50.000 persone .   Infatti  l’unità ondine  scrive : << IL  19 luglio del 2001 mentre Genova attende i capi di stato e di governo degli otto Paesi più industrializzati del mondo, circa 50mila persone “invadono” e colorano le vie del capoluogo ligure al motto “Voi G8 noi 6miliardi”. Una manifestazione imponente e allegra fatta di «palloncini colorati, trombe e tamburi, bandiere, striscioni, slogan, travestimenti buffi e ironici, canti e balli» come ancora si può leggere on line in una delle cronologie che ripercorre quei giorni. Dall’altro lato tombini sigillati, una «zona rossa» fatta di cancelli e grate di ferro (interdetta anche agli abitanti che per entrare doveva mostrare un pass), controlli, perquisizioni a tappeto e migliaia di uomini delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri, guardia di finanza dotati di caschi integrali, fondine ad estrazione rapida, manganelli, lacrimogeni, idranti, blindati, carri armati. A quattro anni di distanza da quelle giornate di luglio quasi più nessuno si ricorda né i palloncini della pacifica e colorata manifestazione del 19 luglio né le decisioni prese dagli “otto grandi” ma vetrine rotte, sangue, pestaggi per strada, macchine rovesciate, black bloc. E soprattutto un ragazzo ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere, 93 persone inermi picchiate mentre dormivano alla scuola Diaz, centinaia di manifestanti che dopo essere stati “prelevati” dalle forze dell’ordine nelle strade di Genova vennero segregati e torturati a Bolzaneto. >> .

Il 20  luglio e  piazza  alimonda 

  La  manifestazione del  20  luglio  è  stata caratterizzata    dall’ambiguità  delle tute bianche  , infatti circolava  ( e mi è stata    confermata  se pur  indirettamente   da un mio ex  compagno del  liceo  che  in quel  periodo  lavorava  alla digos  di Genova  e da new  provenienti dal movimento  )  che  esse  si sarebbero  messi d’accordo  tramite l’intermediazione  di rifondazione  comunista , l’accordo provvedeva che essi avessero  attaccato   e  fatto un incursione    nella  zona  rossa   essi avrebbero  risposto  con lacrimogeni  e getti d’acqua  , infatti  da  quello  che ho letto e  mi hanno raccontato  le cariche   vicino alla zona rossa sono cessate  quando  Bertinotti presente   alla manifestazione  ha  telefonato a  Gianfranco  fini  e  che  il  lucchetto \  moschettone    varco in cui    sono entrati era  già mollato  da prima  .. Poi sono iniziate   le  cariche   fuori dalla zona rossa  che hanno portato  al fatto di Piazza  Alimonda  . 

Su  tale  evento   hanno sbagliato : 1)  sia  i poliziotti  non avrebbero dovuto entrare   con il blindato fra  la folla  , senza lasciare una  via di fuga  ; 2)  sia  Carlo Giuliani   perché non doveva puntare  l’estintore   ma  presentarsi con le mani  il  alto   3) sia  chi ha  sparato placanica   secondo la  versione  ufficiale   (  è solo un capro espiatorio per  le  contro inchieste   ) e  poi   io   non credo che un giovane  alle prime armi riesca  a tirare un colpo  cosi preciso da  tale posizione    . Chi ha  sparato    poteva  visto  la sua esperienza  ferirlo  e   non ucciderlo  £ ) sia  chi era   alla  guida  perché  l’auto  non era   bloccata    potete vedere da queste  foto e da questa  ricostruzione  e quindi   potevano fuggire  appena attaccati   senza  sparare   e  investirlo   passandoci  sopra   con  le ruote ; 3)      i  poliziotti  ,  già moribondo , si mettevano in cerchio e picchiavano i fotografi che  si avvicinavano  , e  già moribondo  facevano sfregio del cadavere   colpendolo con  calci e  pietre  dimostrare che  erano i manifestanti ad  averlo ucciso e modificavano   la scena   del fatto in  modo  da  compromettere  tutte  le  prove  .; 5)  sia  al  giudice   che  ha  archiviato troppo frettolosamente  perché   :  a)  si basa  senza cercare riscontri su una testimonianza anonima  ; b)  su una  teoria  sballata  dal punto di  vista  fisico  , che il proiettile  è stato deviato da un sasso  : oltre   i collegamenti  intertestuali  trovate sempre   sullo stesso  url ( http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/ oppure    per capire  come mai  l’inchiesta   è stata a archiviata troppo  in fretta  potete vedere questo video documentario  di www.arcoiris.tv   che  è  La ricostruzione, le immagini, i filmati e le controinchieste che smentiscono completamente le conclusioni di PM e GIP sui fatti di Piazza Alimonda qui  per  il per  chi vuole scaricarselo   lo trovate  qui  

La manifestazione internazionale del 21  e  la  scuola Diaz   

Per quanto  riguarda la  giornata  del 21 luglio , segui  il  collegamento   di G.Botteri  su  rai tre  :  la manifestazione  era  tesa  (  perchè  avevano   ucciso  giuliani e   Perugini aveva  picchiato selvaggiamente  un ragazzo   ne  trovate qui le foto  )  ma   era tenuta  sotto controllo . Poi  arrivati  200 metri prima  della  zona vietata   la polizia   blocca la strada   e  secondo fonti ufficiali  ( ma  testimonianze di amici   e  non ,  fra cui la stessa Botteri ,  i video   da quel poco che sono riuscito a vedere  causa    congiuntiviti e   miopia  sembrano negare ciò )  alcuni  manifestanti   lanciano   qualcosa   è  la polizia   spara un lacrimogeno  , e  fin qui  è normale ( da  quel che mi  hanno spiegato amici   poliziotti  e  carabinieri )  ,  poi quando il corteo si  ricombatta  lanciano  lacrimogeni e  dentro il corteo spezzandolo e   dando origine alle  cariche   selvagge .  da  quel momento  schifato , dopo aver visto  pestaggi inauditi , 5 contro uno  ,  o  gente  con  mani alzate ,  anziani e bambini , fra  cui la pediatra  fotografata per la copertina del settimanale diario   e la difesa  anche dei manifestanti con baraccate    e  lancio di  sassi  ,  ho spento la  tv  e   ho ripreso  a  studiare , ma  non ci riuscii  e riattaccai al sito di indy per sapere quello che  stava succedendo . Poi senti le mezze verità e le menzogne  dei  tg  e dei loro speciali   e  verso le  10.00\30  andai al  letto , dato che la mattina  dovevo alzarmi preso per andare  Cagliari  a   fare una  visita medica   . Quindi quello  che  è  successo  alla Diaz  lo  ho appresi  dalla   edizione    del  Giornale  radio   tre  delle  8.45   che  riportava   (  poi mai più ridata in quel modo  )  la news  , facendo  sentire  integralmente    la  diretta di quella  ( che  io   ricordo    vedendo le  foto  e i video  ---  ne  trovate per  chi ha  lo stomaco  forte  un campionario  qui   -- di  tale   fatto , una notte cilena  )  ,  lo trovate fra  i  file  audio    nei link  riportati a  fine post  ,   cronaca  diretta  dell’incursione  della polizia   nella radio  del movimento   e  nel centro stampa  .  Le  mie impressioni   dei fatti  della  scuola  Diaz  possono essere riassunti   da  questa  frase  : <<  Ho 65 anni e da 50 faccio il  fotografo. Ho visto molta violenza nel mondo. Mai ho visto poliziotti  italiani manganellare e prendere a calci giovani inermi e seminudi  Polizia così oltraggiosa io la ricordo in Cile o in Argentina  >>  di  Vittoriano Rastelli, fotoreporter, presente  al  G8 di Genova, 24 luglio 2001 .   

  Di Bolzaneto lo seppi  due settimane  dopo  , in quanto   scosso   sia da quello ceh avevo visto   saie sentito  direttamente  e  indirettamente  ,  e   la  gente  che si bevevo  quello che diceva  la tv (  salvo alcune  voci isolate  )  che   era il movimento   che aveva distrutto al  città  e la polizia   ha  fatto bene    a  fare quello che  ha  fatto  ,  da  indy  e  dai  giornali ( sia quelli  vicini al potere  , sia quelli  intermedi  , sia quelli  di   opposizione )   e  da  vari siti internet e  newgroups  ,  dai    televideo  che consultavo per  aiutare  Carlo Gubitosa  , quello che poi sarebbe diventato un carissimo amico  ,   che   con il suo  sito e  poi per il suo libro   raccoglieva testimonianze   e documenti vari su  tali fatti 

Ora  Per quanto riguarda i     i processi    sui  fatti   Diaz, Bolzaneto e «fatti di strada» sono invece i tre filoni dei processi che tentano di ricostruire quanto accaduto durante quelle giornate che hanno segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia come nella memoria collettiva degli italiani. Da un lato dunque i processi contro le forze dell’ordine, quelli che in teoria avrebbero dovuto garantire l’incolumità e la sicurezza dei cittadini e dei manifestanti durante il G8 e che invece sono finiti alla sbarra per imputazioni che vanno dall’abuso di potere alle lesioni, dalla perquisizione arbitraria ai trattamenti inumani e degradanti. Dall’altro le accuse a carico di 25 manifestanti, per lo più riconosciuti attraverso video e foto, sui quali grava la pesantissima accusa di aver «devastato e saccheggiato» l’intera città fra il 20 e il 21 luglio. Un processo difficile e spinoso che però ha portato in aula il dibattimento negato per l'omicidio di Carlo attraverso la ricostruzione di quello che è avvenuto in piazza Alimonda il 20 luglio di quattro anni fa.   

  Riporto   qui   l’articolo dell’unità  : <<1) L'irruzione alla Diaz    Per l’irruzione e i pestaggi alla scuola Diaz nella notte tra il 21 e il 22 luglio (ma anche per la “perquisizione” non autorizzata nella scuola Pascoli, sede del centro stampa e degli avvocati del Genoa Social Forum) sono stati rinviati a giudizio 28 funzionari della polizia. Tra questi anche alcuni “big” delle forze dell’ordine come Francesco Gratteri, ex direttore dell’anti terrorismo e dello Sco e Vincenzo Canterini, ex comandante del reparto celere di Roma, che, nonostante siano sotto processo, sono stati recentemente promossi. Tutti e 28 sono accusati, a vario titolo, di falsità ideologica, calunnia, lesioni gravi, violenza privata, danneggiamenti, perquisizione arbitraria, percosse. Nonché di aver orchestrato il ritrovamento nella scuola adibita a dormitorio di due bombe molotov e di aver “preconfezionato” l’accoltellamento di un’agente. Il tutto allo scopo di giustificare in qualche modo il blitz e la mattanza che ne è seguita. Sono 97 invece le “parti lese”: ossia 93 persone picchiate e arrestate mentre stavano per lo più dormendo nella scuola e i quattro feriti fuori dall'edificio e nella Pascoli. Per il momento il dibattimento è arrivato solo alla 4 udienza (riprenderà il 14 ottobre). Ci sono voluti quasi otto mesi solo per avere la nomina definitiva di un collegio giudicante dato che il presidente del primo collegio assegnato, la terza sezione del tribunale, era in fase di trasferimento mentre il giudice a latere stava andando in pensione. Nonostante le opposizioni della difesa è stata accolta la richiesta di costituirsi parte civile per «violazione della libertà di stampa» della Fnsi (il sindacato dei giornalisti) e del Genoa Social Forum (gli organizzatori delle giornate anti-g8). Per il processo sono previsti tempi lunghissimi visto che sono oltre 300 i testi che fra accusa e difesa saranno sentiti in aula in almeno 200 udienze.                                                                                

2) I torturatori di Bolzaneto  Calci, pugni, sputi, minacce e «trattamenti inumani e degradanti» di ogni tipo vanno invece in scena nel processo per le violenze e gli abusi di Bolzaneto. Ma dato che in Italia non esiste ancora una legge contro la tortura i 45 rinviati a giudizio (poliziotti, carabinieri, agenti della polizia penitenziaria e medici) dovranno rispondere di abuso d'ufficio, violenza privata, falso ideologico, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, violazione dell'ordinamento penitenziario e anche dell’articolo 3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Parti lese 255 manifestanti che nella famigerata caserma furono portati per essere “interrogati” dopo essere stati prelevati durante le manifestazioni o, in alcuni casi, mentre si trovavano all’ospedale. Il dibattimento, a distanza di quattro anni, ancora non è iniziato. La prima udienza sarà il prossimo 12 ottobre. Così come per la Diaz anche questo processo sarà dunque una vera e propria lotta contro il tempo dato che la prescrizione per quasi tutti i reati contestati scatta nel 2008 (ad esempio per lesioni la prescrizione è dopo 7 anni e mezzo). Il che significa che entro quel termine bisognerà arrivare almeno alle condanne di primo grado.                                                               

3 ) I «fatti di strada»: il processo ai 25 L’unico dei tre grandi processi collegati ai fatti genovesi per il quale il rischio prescrizione non c’è è quello che ha come imputati non le forze dell’ordine ma i manifestanti. È il processo contro i 25 accusati di «devastazione e saccheggio». Insomma: il processo "ai cattivi", il primo processo ad essere iniziato (nel marzo del 2004 anche perchè i pm che lo seguono sono stati esonerati da tutti gli altri impegni) tanto che proprio mentre Genova si appresta per la quarta volta a ricordare Carlo , si chiude la 56ma udienza, l’ultima prima dell’estate. Il reato contestato ai 25 (due arrestati in flagranza gli altri riconosciuti attraverso video e foto) è appunto di aver "devastato e saccheggiato" la città. Un’imputazione per cui si rischiano fra gli 8 e i 15 anni di galera. «Un reato introdotto nel ‘44 che negli ultimi 50 anni è stato usato al massimo 5 volte soprattutto per episodi di vandalismo negli stadi» come ci spiega Emanuele Tambuscio, del Legal Forum, avvocato di uno dei 25 . Un processo molto complesso e difficile. Innanzitutto perché sono stati messe insieme sia gli episodi legati agli scontri avvenuti dopo la carica da parte dei carabinieri del corteo autorizzato delle Tute Bianche (via Tolemaide e piazza Alimonda: a processo ci anche sono tre ragazzi che erano insieme a Carlo Giuliani quando è stato ucciso) sia gli episodi della mattina del venerdì in piazza Manin e al carcere di Marrassi. Insomma, semplificando, i 25 vengono accusati sia di aver resistito alla carica dei carabinieri tirando sassi, costruendo barricate, incendiando cassonetti sia dei danneggiamenti fini a se stessi compiuti dal cosiddetto “blocco nero”. Ma anche in questo caso i fatti somigliano più a «danneggiamenti più o meno aggravati» per i quali è prevista una pena massima di tre anni. Qualcosa di positivo in tutto questo però c’è, come sottolinea ancora Tambuscio: «La nostra tesi difensiva è che c’è stata una carica folle e ingiustificata da parte delle forze dell’ordine in via Tolemaide e proprio quella carica ha scatenato gli scontri successivi sfociati nell’uccisione di Carlo in piazza Alimonda. In aula quindi si sta ricostruendo nei minimi dettagli quello che è accaduto sia il 20 luglio che il 21. E attraverso le registrazioni delle comunicazioni via radio delle forze dell’ordine è stato accertato ad esempio che la carica al corteo dei disobbedienti in via Tolemaide non era autorizzata mentre alcuni ufficiali dell’Arma hanno dovuto ammettere (davanti all’evidenza delle foto) che un certo numero di carabinieri aveva con se “attrezzatura fuori ordinanza” (ovvero tubi di ferro). Inoltre è accertato che in previsione del G8 erano state create 5 compagnie di carabinieri ad hoc denominate Compagnie di Contenimento e intervento risolutivo (una di queste era quella di Placanica) che, come si capisce dal nome, non dovevano gestire l’ordine pubblico ma, un po’ sullo stile americano, risolvere in maniera energica la situazione. Tant’è che erano tutte comandate da ufficiali paracadutisti del Tuscania che normalmente vengono impiegati nelle missioni all’estro. In parole povere, e per loro stessa ammissione, più abituati a fare la guerra che a trattare con i manifestanti».

Inoltre, proprio per riuscire a ricostruire i «fatti di strada» di quelle giornate di luglio di quattro anni fa, è atteso in aula a a testimoniare anche Mario Placanica, il carabiniere che sparo à Carlo in piazza Alimonda. «Sentiremo cosa dirà in aula - spiega Tambuscio - i suoi colleghi Raffone e Cavataio che hanno già testimoniato si sono contraddetti e confusi più volte. Ma anche se la speranza c'è, purtroppo ci sono pochissime possibilità che il processo per l'uccisione di Carlo sia riaperto».    >>

Spero che stanotte non mi ritorni  gli incubi  che  risono venuti per  circa un mese   iniziati  dai fati del  G8  di  Genova , che  a causa  del  oblio  imposto da  medisetrai  sembra   sia passata un eternità  , invece  sono passati quattro anni   

   

RISORSE

 



 

Documenti  su

 Bolzaneto



 

BLIZ    DIAZ


 



 

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