20.1.15

Sondrio, parla lo stradino da record: "Io, albanese in Italia, sono diventato un fenomeno"



Qualche tempo fa ( chi lo ha visto da me e non può anche saltarlo ) circolava in rete questo video












Che ora Ha raggiunto secndo la discalia del video un milione di visualizzazioni su Repubblica.it il video dello stradino di Sondrio, l'operaio che in meno di cinque minuti, guidando l'apposito veicolo con la destrezza che ha ispirato i paragoni con i campioni di Formula Uno, ridisegna la linea bianca al centro della carreggiata di una strada della città e sistema i coni che avvisano gli automobilisti della verniciatura appena avvenuta. Il tutto con una velocità e un'efficienza che l'hanno ormai trasformato in un idolo del web. A postare per primo il video su Facebook era stato il sito americano Construction Machines: la performance, in poco tempo, aveva totalizzato 300 mila visualizzazioni, 3200 condivisioni, più di duemila like e centinaia di commenti. Numeri da rockstar

(Lucia Landoni)








e sempre da http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/01/20/news


Lui si racconta








Sondrio, parla lo stradino da record: "Io, albanese in Italia, sono diventato un fenomeno"Il video in cui rivernicia le strade a tempo da Guinness ha toccato il milione di visualizzazioni, esaltato come modello di efficienza. "Perché vi stupite? Metto impegno in ciò che faccio" dal nostro inviato

 LUIGI BOLOGNINI


COSIO VALTELLINO (Sondrio)
Il video è semplicissimo, per qualcuno un po' noioso: un uomo che rivernicia strisce stradali a Sondrio. Per quattro minuti scorrazza sulla sua macchina, stende pittura con grandissima precisione, posa e leva birilli, schiva agile le poche auto in circolazione alle 7 di mattina. È bastato per toccare il milione di cliccate solo su Repubblica.it.
Il video è semplicissimo, per qualcuno un po' noioso: un uomo che rivernicia strisce stradali a Sondrio. Per quattro minuti scorrazza sulla sua macchina, stende pittura con grandissima precisione, posa e leva birilli, schiva agile le poche auto in circolazione alle 7 di mattina. È bastato per toccare il milione di cliccate solo su Repubblica.it. Forse perché in Italia un uomo che fa il proprio lavoro, e bene, è diventato una rarità. Il capitano della Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, per non aver abbandonato la nave è stato chiamato "eroe", parola che ha rifiutato: "Era semplicemente il mio dovere". Lo stesso concetto usa questo stradino: "È il mio lavoro, tutto qui", dice, ancora sbalordito per cotanto clamore.Con un dettaglio non da poco: Indrit Mema è nato 38 anni fa a Durazzo, Albania. In Italia ci è arrivato solo nel 1998, "in gommone, non mi vergogno a dirlo, e per lavorare. Da allora non faccio altro". In realtà in questi giorni è stato impegnato a gestire la fama tra tv e radio. Ora ci incontra per quella che - giura - "sarà l'ultima apparizione, ho accettato solo perché il video era sul sito di Repubblica. Poi basta, devo pensare a lavorare". Con Indrit si dimenticano i luoghi comuni sugli stranieri: "Non sono venuto in Italia convinto che fosse il Paradiso dai programmi tv. Volevo un lavoro, e volevo fare questo: verniciare le strade è una passione da sempre, è quasi un hobby".

L'ha fatto a Torino e Como. Poi nel 2010 in provincia di Sondrio, a Cosio Valtellino, ha aperto la Segnalgrafica, che si occupa proprio di segnaletica orizzontale e verticale, strisce sull'asfalto e cartelloni, vincendo appalti soprattutto nei comuni della zona. Ma ha anche curato la segnaletica interna di varie stazioni del metrò milanese. "Che azzardo mettermi in proprio avendo famiglia: i primi mesi facevo su e giù da Como tutti i giorni. Ma dovevo rischiare". E ha vinto. Ora ha un'azienda sua, casa di proprietà "comprata col mutuo alla Banca Popolare, come tutti", moglie che lavora in azienda, due figli di 7 e 4 anni, "Stiven, che è fiero di me, e anche un po' invidioso", e Alex, "come Del Piero, che di questo sorride e basta".Una vita uguale a tantissime, fondata sul lavoro, proprio come l'Italia secondo la Costituzione. "Per principio non rifiuto mai il lavoro. Una volta ho vinto un appalto subito prima delle ferie: ho stracciato il biglietto aereo". Spirito di intrapresa, laboriosità, cose una volta italiane secondo il luogo comune. Adesso sono incarnate da un extracomunitario, "però non vedo l'ora di poter chiedere la cittadinanza italiana: sono orgoglioso di essere albanese, e nessuno mi ha trattato male per la mia provenienza, però anche di vivere qui. Quel che so me l'hanno insegnato gli italiani. I valtellinesi poi sono fantastici per dedizione al lavoro. Questo posto lo chiamo la terra delle meraviglie". E quella di Indrit, di dedizione, aiuta a spiegare il successo del video: "Mi impegno e sorrido, si vede. Non dovrei? Quando traccio le strisce mi sento come quand'ero bimbo sui go-kart. La macchina mi piace spremerla fino in fondo. Faccio tutto da solo perché viaggio quasi a 20 all'ora, non si riesce a starmi dietro a piedi".Infatti il suo complice e collaboratore, Gianfranco Zolfridi, gli era dietro, ma in furgoncino. E con lo smartphone ha filmato Indrit schizzare sulle vie Toti e Sauro, zona fra la stazione e la periferia est: "Era la mattina del 13 giugno, di lì a poco ci sarebbe stato il mercato. Ho detto a Gianfranco: faccio io la mezzeria, e batto il record". Quello di cliccate, di sicuro. Ma il successo è dovuto anche al capriccio e alla casualità del web, dove certe cose succedono e altre no. "In effetti di video ne ho girati di migliori. Come uno al Passo dello Stelvio: preparavo la segnaletica del Giro d'Italia, avevo la neve attorno, in 10 minuti da quota 1.000 a 2.500".Adesso la speranza è che questo serva come pubblicità. "Finora ho avuto solo un po' di telefonate di clienti che scherzando mi chiamano Alonso o Speedy Gonzales, e tanti complimenti su Internet. Che fanno piacere, ma per me la vera soddisfazione è se mi loda il committente. L'assessore ai Lavori pubblici di Sondrio, Michele Iannotti, ha parlato di "esempio di efficienza, efficacia ed economicità di gestione". Ecco, vivo per cose così, io. Speriamo di vincere la prossima gara di appalto che faranno in città".
La figura e le gesta rimandano a persone che molto tempo fa hanno rappresentato la buona e virtuosa imprenditoria che ha costruito il paese. Ora, tra imprenditori che de localizzano , che spostano gli investimenti dalla produzione e ricerca alla finanza spesso allegra e da incompetenti perdendo tutto, che licenziano alla prima difficoltà, dobbiamo solo sperare che lo stradino di Durazzo sostituisca l'imprenditore accattone nostrano. Se è così siamo proprio messi male!

Infatti ciò ha dettato scalpore perchè << Ah ecco....lavora in proprio.... >> secondo un commento preso dall'articolo << pensavo fosse un dipendente comunale, forse per questo ha generato tanto scalpore.>>

La vicenda dimostra che se si lascia fare il proprio mestiere alle persone , chi se ne frega se straniere o italiane , se immigrati regolari o irregolari . che lo sanno fare, i risutlati arrivano. Qui da noi, ormai, per ognuno che lavora c'è una serie di uffici 'dirigenziali' che pretendono, senza aver mai lavorato o che lavorano senza passione tanto per lavorare , di spiegare, dettare i tempi ed avere una relazione per iscritto per ogni passo ( anche di quanto caghi ) che il lavoratore fa. Se si fosse trattato di un ente pubblico, poichè il lavoro è stato finito prima di quanto avrebbe fatto qualcuno meno bravo, lo stradino albanese magari sarebbe stato accusato di aver battuto la fiacca e di aver fatto un lavoro pessimo.


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