27.10.16

Coscogno di Pavullo, l’anti-Gorino «Noi sfamiamo i profughi»

Ecco una storia   da  far leggere   e raccontare  agli abitanti  (  compresi quelli   che  sono rimasti in silenzio e  non  si  sono opposti ai loro compaesani   ) di  Gorno   in cui la  gente  ragiona senza  usare  la pancia  lasciandosi prendere  dalla paura  e diventa  vedere  questo  video  ( non sono riuscito  a  trovare il   codice   per    riportarlo qui  sul  blog  )      xenofobo e razzista   anche  quando  non lo  è  mai stato  , stando  alle dichiarazioni  , lasciate per   gettare  acqua  sul fuoco e  non passare per  razzisti   )  infatti  non li volevano e li vedevano con sospetto ma poi ..... a


Coscogno di Pavullo, l’anti-Gorino «Noi sfamiamo i profughi»


Pavullo (Modena). Quando i profughi erano arrivati il 19 agosto era scattata la levata di scudi. Il sindaco fu costretto ad affrontare la situazione in un’assemblea pubblica. Dopo due mesi quei migranti che avevano scatenato un’accesa protesta, sono diventati quasi come dei figli per la popolazione in gran parte anziana del paese
La frazione di Pavullo ha adottato i migranti e li aiuta quando i soldi non bastano «Se lo meritano: sono bravi ragazzi, educati e sempre pronti a dare una mano»



di Daniele Montanari








PAVULLO. Quando erano arrivati il 19 agosto era scattata la levata di scudi “protettiva” sulla frazione. Nulla a che vedere con le barricate che si sono viste due giorni fa a Gorino, nel Ferrarese, ma il sindaco fu costretto ad affrontare la situazione in un’assemblea pubblica.
Ora, dopo due mesi quei migranti che avevano scatenato un’accesa protesta, sono diventati quasi come dei figlioli per la popolazione in gran parte anziana del paese, che sta vedendo in loro dei gran bravi ragazzi. Al punto da preoccuparsi anche che mangino abbastanza e da sopperire, in caso contrario.
Accade a Coscogno (Pavullo), dove è stato più che superato lo “choc” dell’arrivo di dieci profughi (sette dal Mali, due dal Gambia e uno dalla Costa d’Avorio), sembrati subito troppi a fronte di nemmeno 300 abitanti. La dimostrazione plateale la si è avuta in questi giorni, in cui si sono avvertiti i risvolti diretti del mancato pagamento da parte dello Stato alla Caleidos, la coop che gestisce l’accoglienza, di quasi 5 milioni di euro di arretrati. Prima a ognuno di loro venivano corrisposti 225 euro al mese, 150 per comprarsi da mangiare e 75 (la cosiddetta “pocket money”) per esigenze varie. Adesso la coop riesce a dare loro solo i 75, che devono servire per tutto. Ma nell’ultima settimana i ragazzi erano rimasti quasi senza niente: «Ci veniva fame», hanno raccontato ieri due del gruppo mentre aspettavano di andare alla lezione pomeridiana di italiano. «Però – hanno precisato subito – qui ci hanno aiutato tanto».



nfatti scattata la mobilitazione generale, tra persone che hanno portato loro qualcosa da casa e altre che hanno pagato da mangiare e bere al bar.
«Non si può fare altrimenti di fronte a persone così educate – conferma un signore che vuole l’anonimato ma è il benefattore maggiore – se vedono che c’è bisogno di una mano son subito lì. Portano pesi, puliscono, spazzano... E anche se fa freddo non vengono dentro al bar, se non li chiami». «Si stanno comportando solo bene, uno l’altro giorno voleva anche aiutarmi in concessionaria», sottolinea Giuliano Cornia. «Sono gentili, e non danno nessuna noia» conferma Leonardo Chezzi. «Sanno che mi fa male la schiena e mi aiutano a portare in casa la legna – racconta Armando Pignattari – io quando posso pago loro sempre qualcosa». «Ci fa piacere la solidarietà che si è attivata e ringraziamo la gente di Coscogno», nota Elena Oliva, presidente Caleidos.




«Anche il nostro personale sta facendo oltre il dovuto, anticipando in diversi casi i pagamenti al supermercato col proprio portafogli, perché nessuno ci fa più credito. Ma non può essere questo il sistema, lo Stato non può scaricarci addosso il problema contando sull’umanità.Questo è un sopravvivere, non un vivere. Non è il progetto d’accoglienza per cui ci siamo spesi».

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