di cosa stiamo parlando
della polemica ed delle accuse di banalizzazione della shoah ed olocausto che ha creato questo video
"Un giorno ci hanno detto di andare alle docce, mia madre ed io ci tenevano per mano". Ragazze dai volti truccati per renderli pallidi, sofferenti, raccontano attimi di vita nei campi di concentramento come se camminassero in quei luoghi da incubo, come se fossero loro giovani ebrei vittime delle persercuzioni dei nazisti."Sono morta nelle camere a gas", recita un'altra dalla maglietta bianca come il volto.
E' l'ultimo trend dei video di TikTok, la piattaforma amata dai giovanissimi della generazione Z\ millenians cresciuti col telefonino in mano e social come via di comunicazione di vita, pensieri.
<< Omaggio, ricordo, esibizionismo ? >> --- si chiede la repubblica del 16\9\2020 in questo articolo ---- << Quella che è diventata una mania, una gara, una sfida spinta all'estremo divide, raccoglie critiche, commenti pieni di dubbi da parte di psicanalisti e psicologi che parlano di pornografia del dolore, di una ricerca senza limiti in cerca di popolarità. E una condanna dagli storici, da chi lo sterminio l'ha vissuto, subito. Il Memoriale di Auschwitz si è espresso negativamente ritenendo questa tipologia di messaggi dannosa e offensiva: “Alcuni video sono pericolosamente vicini o hanno già superato la linea di trivializzazione della storia.” Tanto che TikTok ha disattivato l’hashtag #HolocaustChallenge. [....] Volevo condividere la storia di mia nonna ebrea per far arrivare la tragedia dei campi a tutti e diffondere consapevolezza”, dice una di loro. Parole che fanno pensare. Per questo il fenomeno è ancora più difficile da capire, da analizzare, per stabilire dove supera il confine dell'omaggio, della memoria, per diventare sensazionalismo.>>
Capisco ma allo Non capisco , come ho scritto nel titolo la comunità ebraica . Capisco la tristezza quando dice sempre su repubblica
Di Segni: "Ma la Memoria non è uno show"
La convinzione degli esperti è che difficilmente brevi filmati di TikTok possano esperimere drammi così complessi e diventare un omaggio alle vittime della Shoah. "Noi abbiamo la sfida di creare un progetto della Memoria per giovani ma dobbiamo evitare banalizzazione, spettacolarizzazione. Ci vuole complessita, profondità, nozioni ed emozioni. Tutte cose che non si possono elaborare in un micro video. E' vero che questo è il linguaggio dei ragazzi, dei nativi digitali, ma bisogna evitare che si appiattisca tutto in un'emozione che dura solo tre secondi, che poi si spegne", dice Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche.
Infatti
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corriere della sera 16 settembre 2020 |
Non capisco però questa arretratezza \ chiusura verso i nuovi media . Infatti invece proponessero soluzioni innovative e non le solite ( documentari , testimonianze , ecc ) , che vengono viste dalla maggior parte dei giovani come noiose ed antiquate e disertate . IL giorno La settimana dell'olocausto ero in giro per commissioni , ed ho sentito dei ragazzi delle superiori ( non ricordo se del biennio o triennio ) che avevano fatto sega alla scuola una dice alla zia o conoscente della famiglia giustificando il non essere a scuola << oggi ci siamo evitati la palla dell'olocausto . >> e l'altro ( quasi ridendo << già abbiamo evitato una lezione di anticaglie >> . Poi io ero arrivato a destinazione e gli ho persi di vista e quindi non ho sentito l'eventuale palliatone \ cazziatone della persona adulta nei loro confronti .
Allora come se n'esce ? come spiegarla alle nuove generazioni allora senza cadere nel nozionismo e nella retorica ? allora come dobbiamo raccontarla e spiegarla alle nuove generazioni ? Riporto qui , lasciando a voi capire da che parte sto, una discussione con le stesse domande commentando tale articolo prima citato sul gruppo facebook Storia moderna e contemporanea. Spunti e riflessioni
come spiegarla alle nuove generazioni allora senza cadere nel nozionismo e nella retorica ? allora come dobbiamo raccontarla e spiegarla alle nuove generazioni ?
Stiamo andando alla deriva...
Giuseppe Scano
si possono far vedere film, documentari, fare incontri con i pochi superstiti che sono ancora in vita, leggere testimonianze ma non fare video su tick tock. Mi sembra una parodia irrispettosa di chi ha sofferto davvero.
Anna Incandescenza
se non ci si adatta ai nuovi mezzi di comunicazione i messaggi non arrivano .. se anche la politica si fa sui social anche certi messaggi Devono passarci
Pur di avere un po di fama.....che brividi
allora tu cosa proponi
Ma se al momento la comunicazione passa attraverso questo, e se fa conoscere la tragedia e l’importanza della cosa, non capisco perché non debba andare bene.
Sarebbe anzi bello se poi si chiedesse loro di approfondire la cosa. In fondo pezzi per il teatro se ne sono sempre fatti sull’argomento e non mi sembra che nessuno di loro lo abbia preso come un gioco.
Prisca Solaini
finalmente qualcuna che non si limita a monosillabi pro o contro . E rispondere in maniera non evasiva alle mie domande . Grazie e complimenti .
Giuseppe Scano
si figuri. Non capisco perché c’è gente ferma al passato e rifiuta il fatto che comunque gli strumenti tecnologici attuali non sono per forza “il male”. È cambiato il mezzo di comunicazione e di apprendimento. Con un telefono in mano puoi, con le giuste indicazioni, praticamente accedere a tutto il sapere possibile. Insegnamo ai giovani ad utilizzare quello che hanno a disposizione al meglio possibile!
Se fossi un professore darei come compito di fare post intelligenti su Instagram
no so che altro aggiungere alla prossima polemica . :-)
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