Di cosa stiamo parlando delle polemiche suscitate dai libri per bambini delle scuole elementari ne ho parlato nei post precedenti eccoli
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FACCIAMO ATTENZIONE AI TESTI SCOLASTICINEI giorni scorsi si è parlato, nella sua rubrica, di testi discriminatori. Allego al presente fax la copertina e una pagina di un testo fortemente razzista. Essendo una mamma afro-americana ho combattuto nella scuola frequentata da mia figlia perché il testo fosse ritirato ma, purtroppo, continua comunque a essere usato in altre scuole.Sirad Salad Hassan Scandicci (Firenze) Pubblico qui di seguito la pagina inviata dalla dottoressa Sirad Salad Hassan, intitolata "Incontro nel parco".Mentre ero nel parco e guardavo un moscone d' oro, si è fermata una bambina accanto a me. Era piccola ed era tutta nera. Aveva delle buffe treccine sulla testa e degli occhi birbanti. - Sei sporca o sei proprio nera? - le ho chiesto con severità. Lei non mi ha risposto, ma ha fatto una capriola. Allora ne ho fatta una anch' io, ma sono caduto tutto storto. Lei si è messa a ridere e ne ha fatte due, una dopo l' altra, e poi è venuta vicino a me. Così vicino che potevo quasi darle un bacio o un morso. - Sei proprio nera! - le ho detto toccandola con un dito. Lei ha riso ed è scappata via. Io spero che torni presto.
LA ringrazio per la segnalazione. E chiedo al ministro Berlinguer: è possibile, per il prossimo anno scolastico, pretendere libri di testo corretti? Siamo una società multirazziale: è arrivato il momento di prenderne atto e di trattare tutti i cittadini con uguale rispetto.
04 febbraio 1997
quella difensiva della Tumiati con risposta della palombelli
SCRIVO a proposito della lettera e della sua risposta sui libri scolastici da censurare. Sono Lucia Tumiati, autrice del libro 'Caro bruco capellone' (Mondadori), ripubblicato nel '96 dalla Giunti col titolo 'Caro librino mio' , e da cui presumo sia stato ripreso, non so quando, non so da chi, il breve racconto citato. Sono antifascista, antirazzista, ex partigiana, di madre ebrea, sono nota - nella letteratura per l' infanzia - per essere ossessivamente impegnata nell' antirazzismo, ma non da ora, come molti radical-chic o buonisti, ma dagli anni in cui scrivere quel che scrivevo (e scrivo) era un modo per essere esclusa da certi circuiti catto-ministeriali. Rodari, Argilli, Lodi e qualcun altro, pochi, fra i quali io, siamo fra gli autori moderni più "impegnati" e innovatori. E lei mi dà di razzista? Da non credere. Provi ad avere la volta prossima, se le capita, l' umiltà di informarsi e soprattutto di capire un racconto scritto per un bambino di 5 anni.Il racconto è lapalissiano, ma cercherò ugualmente di spiegarglielo.I bambini piccoli (ieri più di oggi) non hanno mai visto un loro simile di altro colore e, se lo vedono, la prima reazione, come per qualsiasi altra novità, è di sorpresa. Ma la sorpresa non è razzismo.Il bambino per prima cosa vuole toccare quel che non conosce: è sporco? è cioccolata? è cacca il marroncino che vede? Che ne sa un bambino di neri, gialli o verdi? Passando per lo stupore e la curiosità nasce la 'simpatia' . La bambina nera del racconto (il protagonista è maschio), che fa le capriole meglio di lui, è qualcosa di straordinario che suscita ammirazione e simpatia, tant' è che il bambino spera di rivederla. Ma scusi, questo non è il principio dell' integrazione? Detesto il buonismo ipocrita, la superficialità, il perbenismo coatto che non aiuta a crescere. Mi dispiace che la Signora Hassan non abbia capito niente, forse perché (quello sì) scottata da altre esperienze. Ma lei? Queste cose le dovrebbe sapere, se non altro per esperienza diretta. O pensa che l' integrazione si effettui solo a comando? E magari proibendo (Minculpop, siamo a questo!) i libri come i miei! Sono certa che Berlinguer ne avrebbe riso, di certo lo hanno fatto i critici letterari cui ho mandato via fax il suo pezzetto.Lucia Tumiati FirenzeLA SUA lettera - in verità - non meriterebbe commenti. Chiunque può leggerla e trarre le proprie conclusioni. Lei paragona il colore scuro della pelle di un bambino allo sporco e alla cacca... e insegna questo, grazie al suo prezioso libro di testo, fin dalla tenera età di cinque anni ai nostri bambini. Tanto per essere sicuri che non abbiano dubbi, da grandi: nero uguale sporco, uguale cacca. Chiarissimo: anziche fare un passo indietro, lei ribadisce l' utilità di un simile insegnamento.P. S.Si informi meglio: grazie a Walt Disney e alla televisione, tutti i bambini di cinque anni sanno che esistono colori di pelle diversi.
23. febbraio 1997
prese da prese dal motore di ricerca di repubblica con risposta della di Barbara Palombelli
Ora Certamente il razzismo , come i temi del sessismo , femminicidio , omofobia e transfobia , ecc dev'essere affrontato sincerità, i pregiudizi senza ipocrisie ,ma lo si fa nel modo sbagliato ed in maniera equivoca rischiando soprattutto in un modo dove --- vedere i miei post ( I II ) sul caso del film mignonnes -- non si ha sono scarsi o non ancora definitivamente fissati gli strumenti critici o i si prendono cantonate abbagli e di passare per quello che non si è realmente .
[.... ] È importante anche nelle lotte culturali farsi le domande giuste. Ora sta circolando sui social una pagina di un libro di “scuola” o comunque dell’infanzia molto stereotipato. Io per curiosità sono andata a guardare il profilo dell’autrice che non conoscevo, Lucia Tumiati, e ho scoperto alcune cose”. Scego allora spiega: “L’autrice è del ’26, ebrea, staffetta partigiana, ha sofferto le leggi razziali. Il libro è del ’95 quando il mondo purtroppo non aveva ancora certe sensibilità. E spesso anche chi voleva predicare un messaggio positivo non aveva il linguaggio giusto. Immagino che l’autrice (amica di Rodari) volesse veicolare un messaggio positivo che naturalmente ai nostri occhi, non solo ai miei afrodiscendenti, non lo è affatto. Guardando questa pagina e accanto la biografia dell’autrice mi sono detta che è tutto un po’ più complicato. Abbiamo due strade davanti. Fare la polemica social per prendere un po’ di like o cominciare, soprattutto chi può (autori per ragazzi, insegnanti, case editrici, ecc) ad attivarci per libri di testo per la scuola migliori, più belli, con contenuti più ariosi & globali, scritti bene (io penso sempre che molti miei amici autori potrebbero fare cose meravigliose già lo so) e che incuriosiscano i giovani lettori. Serve una rivoluzione copernicana insomma”.
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