Quella dell’11 settembre 2001 è una data che nessuno potrà mai dimenticare. Ancora oggi la ferita rimane aperta. L’attentato terroristico che mise fine alle Twin Towers, le Torri Gemelle di New York,ed ha cambiato Un evento, quello accaduto l’11 settembre del 2001, che, per il carattere straordinario e per la sua devastante portata, ha segnato l’inizio del millennio in cui viviamo condizionandone scelte politiche, sociali ed economiche ed culturali \ artistiche Di brani sull’11 settembre ce ne sono stati tantissimi in questi ultimi 19 anni , condivido a fine post quelli degli url sotto senza ovviamente la pretesa che si tratti dei pezzi “definitivi” nè per forza i migliori .
<<Ci sono ----- come ha scritto Tiziano terzani --- << giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c'è più.Il 10 settembre 2001 per me, e son certo non solo per me, fu un giorno di questo tipo: un giorno di cui non ricordo assolutamente nulla. >>. La stessa cosa è più o meno per me il giorno precedente ed la mattina del 11 passavano passò senza che me ne accorgessi, come non fossero nemmeno stato nel calendario , pressato da com'ero da un esame tosto e con un prof ...... lana caprinoso . Dopo aver letto la richiesta ai lettori fatta da un quotidiano nazionale non ricordo quale , inizio a sgombrare la mente da cose imminenti ed da responsabilità , ed mi rilasso , poi inizio a vagare all'indietro ad ritornare a quasi 20 prima ed a ritrovare se sono rimaste e non evaporate nel vento : le emozioni di pancia \ d'istinto insomma la parte irrazionale di ciascuno di noi ( a caldo insomma ) : sgomento per quel che vedevo unito a cinismo ( ben gli stà , raccolgono quello che hanno seminato hanno trovato pane per i loro denti , ecc ) , poi rivedendo le scene al tg della sera a mente fredda il pianto , le previsioni alla cassandra , la paura della reazione di un Presidente guerrafondaio e i suoi ziracchi ( servi ) presero sulle prime il sopravvento ed alla gioia , vennero le lacrime . Ecco il mio ricordo e di come esso mi ha rafforzato Colgo al balzo . Volendo dimenticare sei costretto a ricordare certi eventi non riesci a rimuoverli da dentro di te , rimangono sempre dentro e rivengono a galla . Ecco quindi il mio ricordo di quella giornata , scolpita come se fosse oggi . Essa inizio con una telefonata : << guarda svelto , la tv un areo [ era il primo aereo lo ricordo ancora oggi tanto mi lascio scioccato appena senti questa chiamata con voce quasi spaventata ed incredula nella segreteria telefonica in quanto ero uscito sbagliandomi con gli orai a prendermi una matita per la mia collezione ] si schiantato su una delle torii a New york >>. Sono bastate queste quattro parole urlate dall'altra parte del telefono per lasciarmi. incredulo su come fosse possibile ciò visto il sistema di spionaggio e di sicurezza degli Usa in cui non si muove foglia che loro lo sappiano o ne abbiano sentore . Andai le tenebre su una limpida mattinata di fine estate. Non una qualsiasi, ma quella di martedì 11 settembre 2001. Ricordo che dove preparare , l'esame di filologia romanza , e che fu talmente scosso ed incollato altv vidi in diretta il crolo della 2 torre . Ricordo dalle immagini in diretta che Il cielo sopra New York era terso ed i raggi del sole mite sembravano indicare la strada verso il primo autunno, la stagione più bella della Grande Mela.
Le immagini in diretta sono agghiaccianti tanmto da sembrare uno dei classici film d'azione hollwidiani tipici degli anni 80\90 , ma purtroppo reali e vere . La Torre Nord (quella con in cima la grande antenna) con un buco nel mezzo da cui uscivano fiamme e fumo. “Incidente o forse una bomba”, ho pensato, del resto era già successo otto anni prima con l’attentato ideato dallo “sceicco cieco” Omar Abd al-Rahman. L’ipotesi ha durata breve perché vedo in diretta un aereo di linea (il secondo) giunge su Ground Zero: . Una frazione di secondo e il velivolo si trasforma in un missile con le ali scagliato sulla Torre Sud. La stretta al cuore nonostante odi la politica estera americana è da paralisi: dalla terrazza divano di casa , ora cambiato di posizione , ho seguito le fasi successive. Il panico, i soccorsi, la gente intrappolata ai piani alti che saltava dalla finestre. Tanto da non sentire mia madre rientrata da Olbia a trovare mia nonna materna . E poi il crollo della Sud, seguito dalla Nord, il frastuono delle sirene, il la luce a intermittenza, le notizie sugli altri due dirottamenti. Ricordo la mattina dai giornali e dalle immagini tv il manto bianco di fuliggine portata dal vento e che corìpriva le persone
per chilometri
Sin qui il mio 11 settembre, spartiacque che ha segnato però la vita di tutti, non solo negli Usa ma nel Pianeta intero.
Infatti francesco semprini
Pubblicato il
11 Settembre 2020
[...] La storia del mondo si divide in prima e dopo quel martedì di fine estate. Uno spartiacque insomma . Sino a diciannove anni fa gli Stati Uniti non erano ufficialmente impegnati in nessuna guerra. Pochi di noi avevano sentito parlare di al-Qaeda o di Osama bin Laden, l’oggetto più futuristico che circolava era l’iPod, i social non esistevano o erano solo in fase embrionale , il pianeta Internet usciva dalla sua prima bolla e nonostante il vigore di Silicon Valley l’intelligenza artificiale non era ancora entrata dentro le case con la domotica. Venivano deportate la metà delle persone rispetto ad oggi, la sorveglianza del grande fratello era una frazione della sua dimensione attuale. E - forse cosa più difficile da credere non ci eravamo mai dovuti togliere le scarpe per passare i controlli di sicurezza in aeroporto. Nulla più è come prima: in quasi quattro lustri ci sono stati cambiamenti ed eventi epocali che hanno stravolto il mondo. La crisi finanziaria del 2008, le “primavere” arabe e non, i relativi inverni post-rivoluzionari, i populismi e la recentissima pandemia rispetto alle avvisaglie che ci furono che ha totalmente cambiato i rapporti di forza tra uomo e uomo e tra quest’ultimo e l’ambiente (in senso lato) in cui vive. Si sono raggiunti importanti traguardi che hanno velocizzato a loro volta cambiamenti a ritmi sempre più sostenuti, tanto da far emergere un elemento che più di altri caratterizza il post 11 settembre: l’accelerazione dei cicli e dei ritmi di vita. Tutto è molto più veloce, immediato, superato, archiviato, dalla durata media di un telefonino ai gusti in fatto di cucina, sino ad arrivare alla fenomenologia politica. E talvolta a farne le spese è la memoria: "siamo qui per non dimenticare", è il mantra recitato al Memoriale di Ground Zero.[...]
Ora ed fin qui il mio ricordo su avvenimento du cui le celebrazioni per il 19 anno la la pandemia modifica anche le celebrazioni per l'anniversario della strage del 2001 . Infatti
Il 19mo anniversario degli attacchi terroristici sarà contrassegnato da due cerimonie presso la piazza commemorativa dell'11 settembre e un angolo vicino al World Trade Center, a testimonianza di una divisione sulla decisione del memoriale di sospendere una cara tradizione ai parenti che leggono di persona i nomi delle vittime. Il vicepresidente Mike Pence è atteso per entrambi i ricordi a New York, mentre il presidente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden hanno in programma di recarsi al Flight 93 National Memorial in Pennsylvania. A New York, i doppi fasci di luce che evocano le torri gemelle cadute sono stati quasi cancellati in nome della sicurezza contro il virus, fino a quando una protesta ha fatto ripristinato il tributo. I vigili del fuoco hanno citato il virus esortando i membri a evitare le ricorrenze degli attacchi del 2001 che hanno ucciso quasi 3.000 persone, tra cui quasi 350 vigili del fuoco. I parenti di alcune vittime dicono di aver capito che il ricordo del Ground Zero ha dovuto cambiare in un anno quando è cambiato così tanto altro. Altri temono che la pandemia stia rendendo chiaro ciò che temevano stesse accadendo: che l'impegno a non dimenticare mai stia svanendo. I piani di quest'anno sono stati per un bilanciamento delle celebrazioni nei siti in cui gli aerei dirottati pilotati dai terroristi di al-Qaeda si sono schiantati l'11 settembre 2001: New York, il Pentagono e un campo vicino a Shanksville, in Pennsylvania.
da https://www.rainews.it/ più precisamente qui
E da quell'evento che ho archiviato la newsletter\ La mailing list o mailing-list artigianale a cui avevo aderito e poi tenuta con insieme , di Danilo Pilato che ho maturato la prima decisione poi mesa in atto nel gennaio 2004 , di creare il blog cdv.splinder diventato dopo la chiusura del sever di splinder quello attuale. Continuando la mia guerriglia contro culturale -
Ora a chi mi chiede le opnioni in merito . Dico solo ai nuovi lettori ( ed ai vecchi chi le conoscono volessero rinfrescarsi la memoria ) d'andare a cercarle in archivio con il motore di ricerca interno oppure con il tag 11 settembre 2001 o affini . Sappia pero che esse posso essere riassunti dal film 11 settembre 2001 (11'09"01 - September 11) è un
film del
2002, composto da undici episodi diretti da 11 registi differenti (
Samira Makhmalbaf,
Claude Lelouch,
Yusuf Shahin,
Danis Tanović,
Idrissa Ouédraogo,
Alejandro González Iñárritu,
Ken Loach,
Amos Gitai,
Mira Nair,
Sean Penn e
Shōhei Imamura).
In particolare gli episodi di
Sean Penn
Un anziano trascorre la sua vita da solo in un appartamento oscurato dalle Torri Gemelle. L'uomo, rimasto vedovo, sfoga la sua solitudine parlando con la sua defunta moglie, come se fosse ancora in vita, e coltivando il suo vaso di fiori, appassiti per la mancanza di luce. Il crollo delle Torri finalmente permette alla luce di inondare l'appartamento e rivitalizza all'improvviso i fiori. L'anziano, felice per l'accaduto, fa per mostrare il vaso alla moglie, ma la luce svela l'illusione in cui ha vissuto fino ad allora. Fra le lacrime, rimpiange che la moglie non sia lì a vedere finalmente il vaso rifiorire.
qui ulteriori informazioni sul suo corto ed il video in questione d'esso
Mira Nair )
Una donna pakistana non ha più notizie del figlio Salman dal giorno degli attentati alle Torri Gemelle. CIA e FBI la interrogano ripetutamente, poiché ritengono che il giovane, di fede musulmana, possa essere collegato agli attentati. In particolare, fanno molte domande sul perché non si sia presentato al lavoro quel giorno e sul perché, nonostante avesse deciso di intraprendere la carriera medica e di abbandonare l'accademia di Polizia, detenesse ancora il tesserino di quest'ultima.Mentre la donna non si rassegna alla scomparsa del figlio, i media iniziano a riferire la notizia di un suo coinvolgimento nell'attentato, cosa che non fa che acuire l'isolamento in cui la donna e la famiglia sono piombati. Solo dopo sei mesi, il resti del ragazzo vengono identificati fra quelli ritrovati fra le macerie e viene ristabilita la verità: si scopre che il giovane è morto mentre prestava soccorso sul luogo degli attentati. Durante l'elegia funebre, la madre denuncia il clima di sospetto che si è creato contro la sua famiglia e contro la comunità musulmana negli Stati Uniti.
( non ho trovato il video )
Pablo, profugo cileno a Londra, scrive una lettera ai familiari delle vittime degli attentati dell'11 settembre 2001, ricordando loro il "suo" 11 settembre: quello del 1973, quando il generale Augusto Pinochet attuò un colpo di Stato, sostenuto dagli USA, contro Salvador Allende, presidente democraticamente eletto nel 1970. Pablo narra nella sua lettera del coinvolgimento statunitense nel finanziamento di gruppi di destra e di eversione, fino al golpe, e delle violenze e delle torture subite da lui e dai suoi connazionali. Costretto prima a cinque anni di prigione e poi all'esilio, dichiara di non poter più tornare in Cile perché la sua famiglia e i suoi figli ormai sono nati e cresciuti nel Regno Unito. Pablo conclude la sua lettera con l'auspicio che, così come lui si unirà nel ricordo delle vittime dell'11 settembre 2001, così loro si uniranno a lui nel ricordo delle vittime dell'11 settembre 1973
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Ma per i nuovi lettori ( i vecchi lettori che sanno dove vado a parare possono saltarlo ) dico che : ci sono molte cose non tornano nella versione ufficiale sulla tragedia del 11\9\2001 ecco perchè,roitengo credibile e verosimile che se lo sono fatto fare o fatti da soli per creare una giustificazione davanti all'opinione americana ed mondiale all'intervento in Afganistan ed evitare polemiche , ritardi , e un" duro lavoro diplomatico " come per la guerra in Iraq nel 1991. Infatti stranamente , 26 giorni dopo, il 7 ottobre 2001, le truppe della missione ISAF diedero il via alle prime operazioni militari in Afghanistan, che anni dopo , culminarono con l'uccisione di Osama Bin Laden. Tutti ciò ciò non è un insulto alle vittime ed ai loro familiari ed ai sopravvissuti del 11. settembre ma una ricerca della verità richiesta anche dalle famiglie dei pompieri e dei soccorritori morti nel crollo delle due torri
Infatti
11 settembre, le torri del WTC erano minate? Una commissione di vigili del fuoco lo sostiene e per me è giusto ascoltarli
Il 24 luglio scorso, 18 anni dopo la tragedia dell’11 settembre a New York, nel silenzio totale dei grandi media americani (e italiani), cinque uomini non “qualunque” si sono riuniti nel Distretto di Piazza Franklin e Munson, a un passo dai Queens di New York, per approvare, all’unanimità, una risoluzione.
Il cui testo proclama l’”incontrovertibile evidenza” del dato che “esplosivi preventivamente collocati” all’interno delle “tre torri” del World Trade Center, “ne hanno provocato la distruzione”.
Chiunque abbia seguito un poco le polemiche che da 18 anni ruotano attorno alla spiegazione dell’11 Settembre 2001, si renderanno conto immediatamente che una tale dichiarazione cancella in un colpo solo l’intero impianto della inchiesta ufficiale, contenuta nel famigerato “9/11 Commission Report”.
Dunque è importante sapere chi sono questi cinque uomini. Sono i membri della Commissione dei vigili del fuoco del Distretto di Piazza Franklin e Munson: un distaccamento di “volontari” (come lo sono i pompieri americani) che subì gravi perdite mentre portava aiuto nei primi momenti del dramma. I pompieri della Contea di Nassau che morirono nelle torri furono 24, ai quali si aggiunsero quattro residenti nel quartiere. La Commissione dei cinque composta da uomini che 18 anni fa parteciparono a queste operazioni e ne uscirono vivi) ha l’incarico di tenere viva la memoria di quell’evento .[ .....
il resto dell'articolo continiua qui ]
concludo con questo articolo
By Antiwar Songs Staff on 11 Settembre 2013
e dunque è ora di esaminare le macerie
ripulire le strade e rinfrescare l’aria
costringere il governo
a tirar fuori il suo grosso uccello dalla sabbia del deserto di qualcun altro
rinfilarselo nei pantaloni
e farla finita con gli slogan ipocriti di libertà duratura
perché quando quell’unico telefono ha chiamato
nel 2001 alle nove e dieci il 911
che è il numero che tutti abbiamo chiamato quando quell’unico telefono ha squillato
dietro la parete dalla nostra scrivania
fino al corridoio
lungo le scale interminabili
di un edificio così alto
che il mondo intero si è voltato
solo per vederlo cadere.
Ani DiFranco, Self Evident
Ani vuole sbrogliare la matassa di ipocrisie e convenzioni, fare emergere la “metafora” per poi liberarsene con uno sforzo di estrema razionalità e pietà umane. All’indomani della tragedia delle Torri gemelle – DiFranco propone, chiede, una scossa e una pausa di silenzio; quando tutti invocano l’unità nazionale, mette in dubbio la legittimità democratica del presidente Bush, che già nell’agosto del 2002 preannunciava la prossima avventura bellica, confessando spudoratamente di non riuscire a trovare un motivo valido per convincere l’opinione pubblica della bontà delle ragioni di questa nuova scelta sanguinaria; nel momento in cui il concetto di ‘civiltà’ viene utilizzato come discriminante rispetto al mondo arabo, Ani afferma che “George. Bush non è il nostro presidente: negli Stati Uniti c’è tanta gente arrabbiata, molta più di quanto la media facciano credere. Ma chi ne parla in paesi come l’America o l’Italia nei quali i governi hanno il monopolio dell’informazione?”. La sistematica e cinica manipolazione dei mezzi di informazione – che con l’ultima guerra all’Afganistan è giunta al massimo livello di ‘oscuramento’ – fa dire ad Ani che l’unica arma in nostro possesso è reagire a questa ennesima truffa, con i mezzi di cui ognuno dispone
Ani DiFranco si dichiara “carica di vergogna” per il suo Paese, l’America degli aerei e dell’individualismo usato come alibi dell’affarismo: l’America che s’è schiantata contro le Torri di New York, quella che porta la guerra in giro per il mondo. L’America sognata da Ani DiFranco è quella dei treni, quelle interminabili teorie di vagoni che solcavano il paese da una costa all’altra col paesaggio riflesso sui finestrini, quella in cui velocità e profitto non erano le uniche priorità. In una delle strofe più poetiche di Self Evident, Ani sogna di andare in tour come un tempo faceva Duke Ellington: con la sua carrozza personale. Sogna l’attesa del treno sulla banchina di una grande stazione mentre l’aria le accarezza il viso. “Dove sono finiti i nostri treni e le nostre navi?”, ti dice. “Li abbiamo sacrificati per rendere florida l’industria automobilistica e siamo diventati drogati di petrolio, che poi è un’altra ragione per cui interveniamo in Medio Oriente… Non so se l’America dei treni e di Ellington era migliore della mia: per certi versi sì, per altri no. Ma almeno c’era ancora fiducia nell’idea stessa di democrazia e i politici discutevano di idee rilevanti per la gente, non erano una facciata per gli affari delle multinazionali. Un Paese di “mera facciata”, come dice lei, un governo che in Self Evident è rappresentato come una bestia col pene ben piantato in qualche deserto mediorientale. Un’immagine forte. Del resto, nella discografia di DiFranco, specie nei primi album, il potere è sempre maschio e sopraffattore.
La domanda è: la gente ha il potere di cambiare le cose? Ani risponde con entusiasmo che “abbiamo tantissimo potere e non lo usiamo. Lo sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, nelle piccole scelte che siamo chiamati a fare. So che non è facile, ma so anche che una volta che prendi posizione contro gli abusi del potere, qualcun altro ti seguirà. Dobbiamo essere disposti a sacrificare un po’ del nostro benessere.”
(
Monica Pintucci)
in attesa del vostri ricordi ed commenti vi saluto alla prossima e vi lascio la colonna sonora del post
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