Virologi in onda: basta confusione GLI ESPERTI SI RIBELLANO: PER ESPRIMERSI DOVRANNO AVERE L’AUTORIZZAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA DI APPARTENENZA. NO AI BAVAGLI, MA SERVE CHIAREZZA


premetto  che  : 1) Grasso  che  mi  sta  .....  antipatico  ed  lo  reputo mainstream   insomma  uno partito  incendiario  arrivato pompiere   per non dire  altro ma  ogni tanto  ne  dice  una 
giusta .  2 )   non  sono   no  vax  perchè mi sono   vaccinato    e  credo nella  scienza  ,   sono critico   contro il green pass  perchè   è fatto male  .  Infatti    concordo   con  Luciano Canfora  quando  in un  intervista    sul  complottismo   nell'ultimo  n    Robison --  inserto  letterario   settimanale di repubblica   -- (     foto  a destra   )  dice  : 

[.... ] le chiedo perché questo che lei non vuole chiamare cospirazionismo ma è comunque l’inclinazione a vedere disegni oscuri e perfidi ovunque sia cresciuto enormemente in questi due decenni del XXI secolo.
«Ma lei ne è sicura? Io credo che questa inclinazione sia sempre esistita, dall’antichità ai nostri giorni. Si tratta di fenomeni culturalmente irrilevanti che oggi conquistano più di prima lo spazio
pubblico. La sensazione che vi sia una recrudescenza d’una sospettosità di massa può derivare dal fatto che siamo in presenza di un’ossessiva campagna vaccinale che provoca una reazione eguale e contraria. E questo conflitto è uno dei temi prediletti di giornali e tv».
La campagna s’è resa necessaria, vista la resistenza al vaccino di alcuni milioni di italiani.
«Non discuto la finalità positiva, ma resta il bombardamento quotidiano. E la gente reagisce immaginando le cose più assurde come l’iniezione di microchip sotto pelle per renderti docile ai disegni criminali dai Big Pharma. Devo anche aggiungere che il comportamento delle grandi case farmaceutiche non è stato tra i più limpidi. L’appello di papa Francesco a rendere il vaccino gratuito è caduto nel silenzio più assordante. E il caso limite si è raggiunto quando la signora Emer Cooke, dopo una vita nell’industria farmaceutica, si è ritrovata a sindacare sulla qualità dei vaccini in veste di direttrice esecutiva dell’Ema: il giudicato che diventa giudice. È comprensibile che, in una fase di angoscia collettiva, ne sia scaturito un sentimento di sfiducia profonda. Il salto nella stupidità è a un passo. Ma ha senso prendersela con il povero diavolo che urla sui social?».
[...] 
 Ora  Non si tratta di stigmatizzare  o  approvare   certi  comportamenti ascientifici  ma di capire cosa succede.  Infatti      se  ancora  ci sono 8  milioni  senza  dose   e  se    si  è passati  dal  2\3  %  di no  VAX  pre  pandemia  al  15\8  %   o  molti  pur   essendo fissati per  la   privacy ed  la sicurezza   si fanno   il  green pass   falso  prendendo  delle  fregature  e  vedendo  a chissà  chi  i  dati  personali      un motivo    ci sarà  ?   Lo  spiega ,  o  almeno ci prova  , in  chiave  ironica    e senza  troppi paroloni   (  spesso inutili e  fuorvianti  )  un famoso comico    





 in questi due video.
Ma  ora basta  divagare   e veniamo all'articolo    di Aldo Grasso  tratto   dal settimanale  oggi  del 30\9\2021

La Camera ha approvato un ordine del giorno di Giorgio Trizzino (Gruppo misto) sulla partecipazione in televisione o in radio degli esperti in materia sanitaria, che impegna il governo a intervenire sulla questione. L’odg è stato accolto dal governo e dice chiaro e tondo che i professionisti sanitari «possono fornire informazioni relative alle disposizioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria in corso, tramite qualunque mezzo di

comunicazione, previa esplicita autorizzazione della propria

struttura sanitaria». Come dire: virologi, infettivologi e tutti i medici che si occupano di pandemia che rilasciano dichiarazioni e interviste ai media - tv, radio o carta stampata - prima di aprire bocca devono farsi dare l’autorizzazione dall’azienda per cui lavorano «al fine di evitare di diffondere notizie o


informazioni lesive per il Sistema sanitario Nazionale e di conseguenza per la salute dei cittadini».  Ovviamente i diretti interessati

(li citiamo per nome, senza carica accademica, tanto ormai sono personaggi televisivi) non l’hanno presa bene. Fabrizio Pregliasco: «È incomprensibile e inconcludente l’attacco ai professionisti sanitari che parlano con i media». Massimo Galli: «Fa specie che un professionista abbia da subire una censura preventiva nell’esprimere un’opinione o una spiegazione tecnica sul Covid. Questo è un bavaglio». Matteo Bassetti: «Quella di Trizzino è una proposta liberticida. Sono un professore universitario e per dire cosa penso in tv non devo chiedere l’autorizzazione a nessuno se parlo della mia materia. Magari invece si faccia una proposta di legge per i politici che vanno a parlare in televisione di Covid e medicina senza saperne niente, si stabilisca che dovrebbero studiare prima di parlare. Non ci limiteranno, continueremo a spiegare questa malattia».

Ma siamo sicuri che i virologi, gli epidemiologi, gli infettivologi, con la loro continua presenza in tv, con il loro narcisismo, con le abituali polemiche e invidie accademiche abbiano svolto un buon lavoro?

Litigando fra loro in tv, e non su evidenze scientifiche, ci hanno confuso, illuso, depresso.

Il coronavirus li aveva messi al centro della scena mediatica e abbiamo sperato di tutto cuore che sapessero indicarci come vincere il maligno e riportare un po’ di serenità nelle nostre vite squassate dalla pandemia. Dopo anni di oscuro lavoro negli ospedali, questi medici avevano finalmente la possibilità di farsi conoscere, di conquistare un momento di celebrità. Alcuni pare passino più tempo in tv che nelle corsie degli ospedali. A furia di essere protagonisti, di contraddirsi, di accettare le regole dei talk show hanno creato confusione e sfiducia nella scienza. Nessun bavaglio, ma un po’ di chiarezza sì.

A FURIA DI A CCETTARE LE REGOLE  DEI TALKSHOW HANNO CREATO SFIDUCIA NELLA SCIENZA


Infatti  la  stessa  cosa  dice  NANNI DELBECCHI

  • su il Fatto Quotidiano

  •                            I VIROLOGI SONO ORMAI VIPPOLOGI


    virologi, sono virologi; ma anche come massmediologi se la cavano egregiamente, hanno imparato a meraviglia la prima regola da applicare a difesa della propria immagine. Se qualcuno ti accusa di esagerare, come ha fatto l’onorevole Giorgio Trizzino, e ipotizza che le esposizioni sui media debbano essere autorizzate preventivamente, la prima mossa è distorcere l’accusa. “Nessuno mi mette il bavaglio” (Bassetti), “Nemmeno Mussolini era arrivato a tanto” (Galli), “Quest’idea è venuta in Corea del Nord” (Crisanti)... Per una volta, tutti d’accordo su un punto: sparare a zero – dai media – contro chi


    vorrebbe regolare un’onnipresenza mediatica che alla lunga genera confusione. Certamente il meccanismo ossessivo-compulsivo dei talk show, che se li strappano l’un l’altro e punta a creare maschere fisse, ha le sue responsabilità. Ma i nostri scienziati, dopo un anno di Trattamento Marzullo (“Il vaccino è un sogno o aiuta a vivere meglio?”) sono ancora solo degli scienziati? Tra un allarme e un monito danno sulla voce, minacciano di andarsene (e poi restano, metodo Sgarbi), rilasciano interviste e servizi fotografici, pubblicano libri, girano i festival. Insomma, hanno fatto il salto di specie. Virologi, ma soprattutto vippologi. Quel che più lascia interdetti è il loro appello ai dati, ai riscontri, alle evidenze, ai tempi lunghi di cui la scienza ha bisogno per pronunciarsi. La scienza forse sì, gli scienziati un po’ meno. Per essere coerenti dovrebbero apparire in tv una, due volte l’anno, tempo minimo per delle evidenze decenti. Invece eccoli ogni giorno su ogni canale a predicare i tempi lunghi. Prima spiegano che ci vorranno anni per venire a capo della pandemia; poi polemizzano col coltello tra i denti sulle ultime di giornata. Vorremmo tranquillizzare l’onorevole Trizzino: la mordacchia è un falso problema, ancora un paio di salti di specie e saranno loro a non voler più andare nei talk. Li ritroveremo tutti in blocco su Canale 5, al Grande Virologo Vip.


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