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« Ho perso una gamba, ho trovato una vita piena» «PENSAVO CHE PER ME FOSSE FINITA», RACCONTA GIULIA MUSCARIELLO , «MA HO SCOPERTO DI ESSERE FORTISSIMA»
L’incidente, positivo all’alcol test il giovane che ha investito la 18enne
1 Agosto 2020
Sono entrambi di Cava dè Tirreni, alla ragazza amputata una gamba, l’incidente fuori dal Mc Donald’s di Nocera Superiore: con un’amica era seduta su un muro
E’ risultato positivo all’alcol test e cannabis il giovane di 24 anni che giovedì sera ha causato un incidente investendo con la sua Mini una ragazza di 18 anni. Entrambi sono di Cava dè Tirreni. Il giovane alla guida dell’automobile è un istruttore di nuoto. Giovedì era il suo compleanno. Con alcuni suoi amici aveva deciso di passare al Mac Donald’s di Nocera Superiore per un panino. Con la sua automobile, nell’imboccare l’ingresso del parcheggio del ristorante in via Nazionale, ha travolto la ragazza ed una sua amica che erano sedute sul muretto laterale. I carabinieri della stazione di Nocera Superiore sono al lavoro per determinare l’esatta dinamica dell’incidente stradale e capire se l’impatto sia stato provocato dalla velocità. L’unica cosa certa è che alla ragazza i medici hanno dovuto amputare la gamba sinistra dal ginocchio in giù. “Non è stato facile decidere – ha detto il dottore Michele Cioffi, dirigente del reparto di ortopedia dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore – ma alla fine era l’unica cosa da fare. L’arto era troppo compromesso. La ragazza, dal punto di vista clinico, sta bene. Diversamente da quello psicologico, un trauma troppo forte per una giovane”. L’intervento chirurgico, iniziato verso le 3 del mattino di venerdì, si è concluso dopo diverse ore.
Giulia Muscariello si è ripresa psicologicamente benissimo infatti :
Alla vita voglio dire che ce la farò, che voglio continuare a essere la persona che sono e che in futuro vorrei aiutare chi si ritrova nelle mie condizioni e si sente smarrito, magari con un’associazione, vedremo. E invece a Chiara vorrei chiedere di non sentirsi mai più in colpa per me, ho fatto quel gesto per istinto, la considero una sorella, la nostra amicizia mi ripaga di tutto ogni giorno – Giulia Muscariello aaleteia.org
Inoltre leggo sul settimanale Oggi del 14 Oct 2021 quest articolo di Stefania Fiorucci foto Salvatore Esposito/Contrasto ed ha fatto suo il film Barbacue di diretto da Éric Lavaine. in cui Il malore diviene un'opportunità. Un momento della propria esistenza per riflettere su di essa e sui rapporti umani con chi lo circonda. Lavoro, amori, rapporti sociali, paura d'invecchiare appaiono allora nella loro dimensione reale e più veritiera. La vita appare ora, non come la gara per essere i primi, amati, simpatici. Antoine, comprende come sia più importante scoprire i valori reali dell'esistere al di là delle ipocrisie e finte relazioni sociali.
Signora Muscariello? Il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito l’onorificenza di Alfiere della Repubblica Italiana». Ecco, quella telefonata del sindaco di Nocera Superiore Giovanni Maria Cuofano ha segnato l’inizio della mia nuova vita». Giulia Muscariello, 19 anni, è la ragazza che senza pensarci due volte aveva salvato la sua migliore amica dall’impatto con una macchina lanciata a tutta velocità, rimettendoci una gamba. È stata scelta, insieme ad altri 27 giovani, per rappresentare il coraggio e il valore dei ragazzi ed è in attesa di essere ricevuta al Quirinale. «Che colpo ricevere quella chiamata, mi ha aiutata a vedere il futuro come il classico bicchiere mezzo pieno. Subito dopo l’incidente il domani mi appariva buio, ero demoralizzata, stavo troppo male per capire che avrei avuto lo stesso una vita piena».Come si sentiva ? «Pensavo che la mia vita fosse finita, che non avrei potuto fare più niente. Invece, da sola, mi sono accorta giorno dopo giorno che se c’è la volontà tutto torna e anche più di prima. Dall’avere poca autostima sono passata a sentirmi più completa, più consapevole di quella che sono. Ho perso un pezzo di me ma ho scoperto una Giulia fortissima». Questo tornare a sorridere avrà fatto bene anche ai suoi genitori. «Certo. La cosa più difficile è stata far capire a loro, troppo premurosi e apprensivi, che potevo farcela da sola, riprendere a uscire, a studiare, a passeggiare con gli amici. Tutti e due avevano grandi sensi di colpa e stavano molto male. Papà quella sera non voleva mandarmi a dormire dalla mia amica Chiara e non faceva che ripetermi: se fossi stato risoluto, oggi avresti ancora la gamba. Mamma cercava di farmi fare la vita di prima anche se dentro si logorava. Invece io sono fatalista e penso che se le cose devono succedere, succedono». Anche Chiara Memoli, la tua amica, si sarà sentita in colpa. «Si disperava, diceva che mi doveva la vita e per questo ero rimasta senza gamba. Ha avviato anche una raccolta fondi per me. Col tempo le ho
fatto capire che tutto quello che volevo era averla vicino. E che se fossi tornata indietro avrei fatto esattamente la stessa cosa. È stato un gesto istintivo, l’istinto rivela chi sei e cosa provi. Oggi stiamo sempre insieme».
Quest’anno si è diplomata con ottimi voti. Come è andato il ritorno in classe dopo l’ospedale?
«Bene. Sia gli insegnanti sia i compagni mi hanno trattato esattamente come prima. Inizialmente andavo a scuola con la sedia a rotelle perché non avevo la protesi. Quando stavo male mi rifugiavo nei libri per non pensare a niente. Poi ho ripreso a camminare, a passeggiare davanti al mare, a fare tutto. Mi sono impegnata per questo perché non mi andava di vedere gli sguardi di compassione. Ho anche un ragazzo. La storia era nata pochi giorni prima dell’incidente, quindi ero quasi certa che decidesse di lasciare perdere. Cercavo di non dargli importanza per non rimanerci male. Invece mi è stato vicino tutti i giorni in ospedale con videochiamate a ogni ora, giorno e sera. Sono felicissima di aver trovato una persona come lui, che non mi ha fatto mai sentire diversa, ma speciale».
Progetti a breve scadenza?
«La patente. Sono bravina, lo capisco dalla faccia del maestro che non è terrorizzata quando guido. Poi, con il cambio automatico, è tutto più semplice. Quella sarà sicuramente una grande libertà. E poi mi piacerebbe fondare un’associazione che si occupi di chi ha perso un arto: quando sono stata al centro protesi per la prima volta ho incontrato tante persone, alcune disperate, non riuscivano ad affrontare la disgrazia. A me ha aiutato molto avere esempi come la deputata Giusy Versace, l’influencer Nina Rima, Paola Antonini, una supermodella brasiliana che ha perso la gamba da ragazza. E poi l’olimpionica paralimpica Monica Contrafatto, una vera eroina».
Nelle nostre foto, però, a differenza di loro, nasconde la protesi. «Sì. Visto che ho ancora una protesi non proprio bellissima da vedere, compro pantaloni su pantaloni così la nascondo. Ma appena arriverà quella che sembra una gamba vera, tornerò al “corto”, pantaloncini, gonne...».
Non vorrà andare al cospetto di Mattarella in jeans?
«No!!! Sarò molto bon ton. La cosa più bella sarà rubare al Presidente Mattarella quei cinque secondi per dirgli un grazie di cuore perché gli devo tanto, perché con questo gesto ha riacceso la luce sul mio futuro».
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. Così l’altra sera ha preferito farsi arrestare dando vita a una sorta di sceneggiata: ha rubato un furgone nel cuore della città di Eleonora, poi ha raggiunto la questura e si è autodenunciato. In verità ci aveva provato anche poco prima, confessando un furto (900 euro) messo a segno nel Lazio. Ma non è stato creduto. Così ha optato per il furgone. Il motivo del suo singolare gesto? Eccolo: finire in carcere, piuttosto che varcare da solo i cancelli del palazzo di giustizia di Cagliari. Dove dovrà presentarsi la mattina di mercoledì 22 in veste di testimone in un processo già fissato. Processo al quale voleva andare solo se scortato dalla polizia penitenziaria. Con buona ragione, tenuto conto che il protagonista di questo episodio un po’ kafkiano è Carlo Dessì, 54 anni, cagliaritano doc, malavitoso di lungo corso e forse uno dei pentiti della prima
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una storia come dicono , molti , molto commovente. Un amore simile in questi nuovi tempi non si trova più. <iframe width="982" height="721" src="https://www.youtube.com/embed/Q5GbSD_twBc" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe> nuova sardegna 18 AGOSTO 2020 Era il 17 agosto 1975, il Corriere della Sera due giorni dopo dedicò una pagina alla tristissima storia, il cantante Ivano Michetti dei Cugini di campagna scrisse "Preghiera" LUIGI SORIGA SASSARI. Lui si chiamava Ettore Angioy, aveva 18 anni, era un ragazzone atletico e innamorato, con le gambe da terzino e la testa di un fantasista d’altri tempi. Lei si chiamava Jole Ruzzini, era sportiva, di una spensieratezza contagiosa, b
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce ( da il bandito e il campione qui il resto del testo ) da http://blog.leiweb.it/novella2000/2012/07/09/ di Daniela Groppuso , 9 luglio 2012 - 18:24 in Vip Tv , Visti in tv Luce Caponegro ( Selen ) e Sara Tommasi Percorsi invertiti, destini che si incrociano. Luce Caponegro, in arte Selen, ex pornostar in auge negli anni ’90, si è sposata ieri. Lo ha fatto in chiesa con un vaporoso abito bianco, come tradizione impone. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, indignati perché fa strano, perché “oddio, una pornostar in chiesa”, perché l’abito bianco è simbolo di purezza e illibatezza, che non sono proprio una peculiarità dell’hard core. In realtà tut
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