il cibo ed i prodotti locali posso essere l'incipit contro lo spopolamento dei piccoli borghi . il caso fare la festa" alle mele dell’Appenino. di Castel del Giudice, [ Isernia ]

Cazzeggiando in rete e cercano storie \ fatti curiosi per il blog ho appreso che  : Sabato 9 e domenica 10 ottobre i coltivatori di mele e prodotti bio di Abruzzo e Alto Molise si sono ritrovati a Castel del Giudice, un comune italiano di 311 abitanti della provincia di Isernia, in Molise. Fino al 1790 il suo territorio era ancora parte integrante dell' Abruzzo Citeriore secondo quanto risulta dalle Carte della Calcografia Camerale e di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, per "fare la festa" alle mele dell’Appenino.


 Oltre a degustazioni, visite guidate ai meleti e al birrificio agricolo, escursioni nella natura a piedi e in e-bike, esperienze a contatto con le api per grandi e piccoli, raccolta delle mele 



e delle patate viola, c'era  in programma anche l'esposizione fotografica itinerante a cura del fotografo Emanuele Scocchera, spettacoli di divertenti buskers, street band e laboratori.
Tale  manifestazione    è stata un’occasione unica per scoprire il simbolo della rinascita di un borgo che vuole contrastare lo spopolamento delle aree interne dell’Appennino. 

Parliamo della mela di Castel del Giudice, paese dell’Alto Molise ad 800 metri di altitudine al confine con l’Abruzzo, ad un passo da Castel di Sangro Roccaraso. Qui i filari di mele, che si differenziano per eclettiche varietà, occupano circa 50 ettari di superficie. Un tempo in stato di abbandono ed esposti a rischio idrogeologico, questi terreni sono stati recuperati grazie ad un progetto pubblico-privato che ha visto in prima linea il comune e alcuni imprenditori locali.
<< In particolare >>  da quel che siu egge  su  repubblica  del 8\10\2021    l'evento è    <<  nato nel 2003 riqualificando circa 20 ettari di meleti con l’idea di coltivare nel rispetto della biodiversità del territorio, il meleto biologico Melise è diventato motivo di sviluppo per quest’area di montagna a rischio spopolamento. Promosso dall’agronomo Michele Tanno e dalla sua associazione Arca Sannita, il “Giardino delle mele antiche” custodisce, a sua volta, circa 60 varietà di mele dell’Appennino molisano-abruzzese che rischiavano l’estinzione. Tra queste, mele dalle cultivar resistenti alla ticchiolatura, ideali per la montagna. Come la Limoncella, la più antica del meleto, o la Zitella, dal sapore dolce e dal colore giallo con sfumature rosa. Autoctona è anche la Gelata, caratterizzata da alcune parti vetrose, e la Tinella, molto piccola e piatta con la facciata rosa. Oltre alle autoctone, c’è la mela Florina, dal colore rosso, e la Dolorina, dalla forma più allungata e dal colore rosso brillante. Poi ci sono ancora la Primiera, le Golden LasaGolden DelicusGolden OrangeGala SansaGala Galaxi, Fuji kukuRedChiefRed Canada Renette Canada.>>

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