quando la passione è più forte delle offese federica 22 arbitro donna , trekking per sole donna nasce l'associazione Abbarra

 Lo  so che   nn è l'8 marzo  ma tali storie   non hanno  una  data  fissa  o istituzionalista. Perchè  anche le  donne hanno le  loro storie . 




Concludo il post d'oggi con un altra storia presa da 

Masomah Ali Zada era ancora molto piccola quando i genitori decisero di scappare dall’Afghanistan dei Talebani, che non amano le donne, e non amano nemmeno gli Hazara, il gruppo etnico cui appartiene la famiglia Ali Zada.
Scappano in Iran, ma anche lì la vita non è semplice: non ottengono lo status di rifugiati, non hanno i documenti. Masomah e sua sorella Zahra non possono nemmeno andare a scuola. Sono discriminate e isolate, ma trovano conforto in una vecchia bicicletta usata. Imparano a pedalare, a correre spensierate, a sognare successi talmente impensabili che non hanno nemmeno il coraggio di raccontarseli.
Dopo qualche anno, però, la famiglia pensa che la situazione nel loro paese sia migliorata, e decidono di
tornare a Kabul. All’inizio sembra vada tutto bene: Masomah e Zahra possono finalmente frequentare una scuola vera, fanno sport e le loro doti non passano inosservate. Sadiq Sadiqi, ex ciclista diventato allenatore, fa entrare le due sorelle nella squadra nazionale di ciclismo femminile.
Sembra una favola: Masomah e Zahra ora hanno 17 e 19 anni, e in poco tempo Masomah diventa la più forte della squadra. Indossa un foulard sotto il casco da ciclista, si allena per le strade di Kabul e continua a inseguire quel sogno indicibile: le olimpiadi.
Ma in realtà le cose non vanno affatto bene: andare in bicicletta non è semplice per una donna a Kabul, e così piovono insulti, offese, frutta, uova. E addirittura proiettili. I talebani minacciano le ragazze e il loro allenatore: non vogliono donne in bicicletta. Le due sorelle non vogliono smettere, e continuano ad allenarsi per le strade di Kabul, sfidando divieti e tabù. Finché un giorno Masomah viene picchiata per strada da uno sconosciuto, Sadiq Sadiqi viene rapito. È tutto troppo pericoloso.
Grazie a un documentario prodotto dal canale Arte, Patrick Communal, un avvocato francese appassionato di ciclismo, scopre la storia e le difficoltà delle due sorelle afghane, e si adopera per farle accogliere in Francia, insieme alla loro famiglia come rifugiati. Ci riuscirà nel 2017.
Oggi Masomah Ali Zada è a Tokio, e gareggia nella squadra dei rifugiati.
Il sogno per lei si è avverato.

(Il documentario di Arte si chiama “Les petites reines de Kaboul”, di Katia Clarens, Pierre Creisson, Xavier Gaillard, 2016)

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