il caso squid game riporta d'attualità la domanda vietare \ censurare o lasciare libertà ? .

  colonna  sonora   


Avevo promesso di non parlare  più  , dopo averne  già ampiamente  parlato la  scorsa  settimana    in : << un   associazione di genitori   lancia una petizione online per fermare Squid Game in quanto “violento e pericoloso per i nostri figli”.   >>. Ma  : 1)  le  crociate  anacroniste   di  certi  sociologici (  ovviamente  senza  generalizzare  perchè  c'è vedi  articolo  sotto   ha  in quadrato  il problema )    che  propongono   divieti ormai  anacronistici  e  vedono la  cosa   solo ed    esclusivamente    come  negativa  ,    quando magari  con gli amici  loro stessi  imitavano le  mosse  del cartone  animato  uomo tigre , i  film \  saghe   come  karate  kid   e quelli  i Bruce Lee   solo   per  citare     i più  noti  2) di certi  genitori   vecchi tromboni  irresponsabili   che   :  non sanno  dire  un No  o   accettare  che il  loro  figlio  sia  diverso  dagli  altri  coetanei   ed  li parcheggiano  davanti  agli smartphone  o pc    senza  nessun  controllo  per  poi   meravigliarsi  dicendo  : <<    non  è mio figlio  , ecc . >>   e  difenderli a spada  tratta       quando   fanno qualcosa  di grave  . E  poi  ormai   è una  battaglia perchè   : 1)   devono    farne  una seconda  stagione    visto il  grande  successo  e lanotevole  pubblicità   gratuita  fatagli   da tali   atteggiamenti  censori  che  hanno  scatenato  la  fascinazione  del proibito   o  censurato  contenuta  in ciascuno di  noi   che   portata  a vederlo  di nascosto  .,  2) il  merchandising   sui   personaggi     della serie . Come  uscirne  allora   le  risposte  principali      vengono da  Serena Valorzipsicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale a Trento


 




da   https://www.ildolomiti.it/societa/2021/

Effetto Squid Game, l'esperta: ''La società è arrabbiata e aumentano i contenuti che riflettono la situazione attuale, amplificata dalla crisi Covid''

C'è il timore di emulazione da parte dei giovani a scuola, anche se in Trentino non ci sono particolari segnalazioni. Alcuni genitori hanno lanciato una petizione per far sospendere la messa in onda della serie. Serena Valorzi: "Il parental control è utile ma ormai spezzoni e riferimenti espliciti si trovano ovunque. I genitori non devono nascondersi ma confrontarsi con i figli per aiutarli a formarsi: divieti e arrabbiatura non sempre sono la soluzione ideale"

Di Luca Andreazza - 27 ottobre 2021 - 06:01

TRENTO. "Certo il parental control è utile ma non si può demandare alle strumentazioni di blocco quello che è il nostro compito di adulti". Queste le parole di Serena Valorzipsicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale a Trento. "I sistemi possono essere aggirati, si possono vedere i contenuti inadatti a casa da un amico oppure recuperare video e spezzoni in rete. L'approccio più efficace resta quello di confrontarci con i nostri ragazzi, capirli e dare insieme a loro un nome alle emozioni che comporta la visione prolungata di scene di violenza e aggressività". 

Con l’esperta e autrice di diverse pubblicazione sull’impatto cognitivo emotivo e relazionale delle nuove tecnologie e sulle dipendenze comportamentali (gioco d’azzardo, videogiochi, social network e smartphone) parliamo di Squid Game, la serie targata Netflix che racconta di un gioco di sopravvivenza ambientato in una realtà distopica in cui si perde la vita. 

C'è il timore di emulazione da parte dei giovani, soprattutto tra i più piccoli, anche se "In Trentino - rassicura Paolo Pendenzarappresentante dei dirigenti scolastici trentini - non ci sono particolari segnalazioni. Ma l'attenzione sui giovani deve restare alta in generale, non solo in questo caso". Alcuni genitori hanno lanciato una petizione per far sospendere la messa in onda della serie coreana perché potrebbe spingere i ragazzini alla violenza.  

Ma quali sono i rischi? Quella della violenza e del pericolo emulazione è una crisi quasi ciclica. Prima i film, poi i videogiochi. E ancora i social e le varie mode a turno fanno suonare i campanelli d'allarme. 

“Il primo modo con il quale impariamo a muoverci nel mondo è guardando e riproducendo ciò che vediamo fare agli altri così, se da più piccoli vediamo gli adulti comportarsi in modo gentile e rispettoso così faremo anche noi e ci sentiremo di vivere in un mondo più sicuro ma se il modello è violento tenderemo a esserlo anche noi o ad avere paura degli altri, soprattutto se non c’è quello spazio di riflessione condivisa che solo i più grandi possono regalarci", evidenzia Valorzi, "Le ricerche ci confermano che non possiamo sottovalutare gli effetti che i contenuti violenti possono avere sui minori; sono ancora piccoli e il loro senso critico e la loro capacità di gestione emotiva non è completamente sviluppata fino a tarda adolescenza e se non siamo noi adulti ad aiutarli a capire ciò che vedono e ciò che sentono potrebbero tendere a riprodurre acriticamente e automaticamente i comportamenti violenti cui sono esposti". 

La serie Squid Game allarma "ma attenzione - prosegue l'esperta - perché lo stesso vale anche per i videogiochi sparatutto che 'rapiscono' molti dei nostri ragazzi per molte ore al giorno: chiusi e soli nelle loro camere". 

E' quindi importante il contesto, ma censurare a priori un determinato film, piuttosto che un videogioco, potrebbe nascondere una criticità o solo rimandare un confronto tra genitori e figli. Spezzoni di una serie, riferimenti espliciti sono comunque presenti altrove. 

"Ormai - dice Valorzi - sono tantissimi i modi per riuscire a eludere eventuali controlli. Fa anche parte della crescita individuale violare qualche divieto imposto da mamma o da papà certo, e lì, ancora più importante è il nostro ruolo di colonne stabili a cui possano fare riferimento in caso di difficoltà. Arrabbiarci e punirli non è la soluzione ideale; possiamo farlo in un secondo tempo, ma prima è bene che ci preoccupiamo di come stiano e se ci sia bisogno di rassicurarli. Solo così potremmo tenere un buon canale comunicativo e evitare che si chiudano in un silenzio impenetrabile la prossima volta. In effetti, se, nonostante le nostre raccomandazioni, cadono a terra prima verifichiamo che non si siano fratturati qualcosa”. 

"Quale è stata l'impressione?", "Cosa ne pensi?", "Ti sei divertito o ti sei spaventato?". Domande banali, ma che spesso consentono al ragazzo di riflettere sul film e di creare una propria personalità. "Evitare certi argomenti - continua la psicologa e psicoterapeuta - non è mai la soluzione: sono persone giovani e curiose che vanno accompagnate perché siano più consapevoli e capaci anche di distinguere la cornice, il contesto e ciò che vero da ciò che è finto e mira a trattenerli davanti a uno schermo. Ciò vale in particolare per le serie tv (un episodio tira l’altro e spesso si fanno le maratone perché non c’è palinsesto) e, in particolare, vale per Squid Game che rischia di esporli per molto tempo a contenuti estremamente violenti. Credo sia saggio e rispettoso dei nostri ragazzi che noi adulti ci prendiamo il tempo di informarci bene e di fare la fatica di stare al loro fianco facendo da filtro interpretativa della realtà”. 

Il caso di Squid Game può forse rappresentare uno step ulteriore rispetto ai canoni: giochi e ambientazioni per bambini che diventano sfide mortali per i concorrenti. "E' una contrapposizione tipica dei film horror. In questo caso - aggiunge Valorzi - si parte dai nostri ricordi di '1, 2, 3 stella', si riaccende la tenerezza per i giochi da bimbi per creare poi una contrapposizione forte con scenari angoscianti. Le sensazioni variano velocemente e creano comunque un disagio di cui ci si può anche non rendere completamente conto, se non se ne parla. Le parole sono uno strumento potentissimo con cui incorniciamo e ci rendiamo consapevoli  delle nostre esperienze e se ciò vale per gli eventi traumatici, dalle molestie ai lutti, vale di certo per la visione di qualcosa che un adulto saggio troverebbe quanto meno poco sano per se stesso, ancora più per i suoi piccoli". 

Una complessità oggi ancora più intricata da governare per i genitoriE che diventa difficile da paragonare rispetto anche solo a 10 anni fa per esempio. Un bambino parcheggiato davanti alla televisione o al tablet comunque viene influenzato in qualche modo da quello che guarda. 

“Un tempo gli spazi erano più strutturati - continua Valorzi - a una certa ora sapevamo che c’erano i cartoni animati ritagliati su misura per noi bambini e mai dopo le 21. Ora, con internet e la tv on demand è tutto a portata di mano, in ogni momento del giorno e della notte: basta che mamma ceda davanti alle mie martellanti richieste e mi dia in mano il suo cellulare e il gioco è fatto". 

Tutto, subito e in qualunque momento, senza apparenti difficoltà di accesso. "Un esempio eclatante è la pornografia (iper rappresentata sul web) che è diventata nel tempo sempre più spinta, bizzarra, irrispettosa e scollegata dai sentimenti dando non pochi problemi ai giovani (spesso anche agli adulti). Per motivi anche commerciali, i contenuti diventano sempre più estremi per poterci tenere incollati ai video, perché noi esseri umani tendiamo purtroppo ad abituarci a tutto e ne vogliamo ancora di più. Mi piacerebbe tanto che di fronte alla violenza e ai disvalori proposti riuscissimo a non abituarci mai ma anche a mantenere un certo grado di senso critico e di indignazione. Forse una serie come Squid Game ci 'risveglia' e ci ricorda di tenere le antenne ben dritte sugli stati emotivi nostri e dei nostri più piccoli".  

Insomma, censurare certi contenuti non può essere una scusa per non trovare il tempo di affrontare determinati argomenti. "Il dilagare di programmi e di serie che fanno leva sull'aggressività è comunque specchio di questo periodo caratterizzato dall'emergenza Covid. All'inizio dell'epidemia ci siamo scoperto tutti solidali verso il 'nemico virus' poi mano a mano che sono cresciute le incertezze per il futuro, le preoccupazioni e le difficoltà, ci siamo scoperti arrabbiati e il nemico è diventato l’altro (la paura e il dolore si tramutano in rabbia e aggressività se non sono adeguatamente contenute). In questo momento siamo avvolti da questa atmosfera belligerante, ma se ancora ci rendiamo conto che una serie tv violenta può crearci danno, forse non abbiamo perso completamente l’orientamento”, conclude Valorzi.



  da  : 


  • la  circolare di una preside un istituto comprensivo ( infanzia , materne , medie ed elementari ) dove addirittura bambini di 4\5 giocano ad imitare la serie . La circolare di Anna Rita Carati, dirigente di un istituto a Borgagne. "Non è un rimprovero alle famiglie ma un invito a prestare attenzione ai ragazzi: la visione di questa serie non è adatta a chi ha meno di 14 anni e potrebbe generare bullismo sui social o indurre comportamenti pericolosi"



  • I consigli ai genitori dello Sportello per la sicurezza degli utenti online


  • Un ragazzo riceve uno schiaffo dopo aver perso a 'Squid game' a Genova. Per la precisione a 'Ddakji game', la sfida lanciata, nella finzione del telefilm, da chi arruola i partecipanti al programma di giochi con in palio 33 milioni di euro. Nella serie cult coreana targata Netflix chi perde, però, muore.
    I due giovani, filmati in via XX Settembre, all'altezza dello store di H&M, sembrano mettere in scena un cosplay animato; uno dei due è vestito in giacca e cravatta proprio come l'attore Gong Yoo, prestigiosa guest star di Squid game, che nella serie ha il compito di arruolare i contendenti sfidandoli a ddakji. Il gioco consiste nel gettare con forza a terra delle forme di carte di colore rosso e blu con lo scopo di ribaltarle, chi perde paga ma, dato che tutti i personaggi sono al verde, i malcapitati ripagano il loro debito ricevendo per ogni sconfitta uno schiaffo. Ovviamente il distinto signore è infallibile e gli avversari si ritrovano con la guancia gonfia e piena di lividi.
    Nel video girato a Genova si vede il ragazzo-reclutatore simulare lo schiaffone, per gioco. Ma è proprio sui confini del gioco che scatta il corto circuito sull'accoglienza di questa serie che è diventata un fenomeno mondiale e che sta influenzando anche il marketing: le vendite delle scarpe indossate dai personaggi, ad esempio, hanno avuto un boom del +145% e tutti i capi di abbigliamento riconducibili alla serie sono introvabili. L'hashtag #squidgame su TikTok ha superato i 50 billion di visualizzazioni e in Italia alcuni genitori hanno lanciato una petizione su change.org per chiedere la rimozione della serie. Non solo: per le feste di Halloween alcune scuole in Italia hanno vietato di indossare i costumi dei personaggi della serie. Mentre da una parte Squid game alza il velo sulle responsabilità dei genitori e sulla capacità individuale e sociale di assorbire temi come quello della violenza, della diseguaglianza, del divertimento per noia fino alla morte, la Questura di Genova rilanca una serie di consigli per i genitori che sono precipitati nei tentacoli scivolosi di 'Squid game' (Gioco del calamaro).
    Per la polizia Squid game è un fenomeno molto pericoloso che va di moda tra i bambini e dallo Sportello per la sicurezza degli utenti online arrivano una seri di consigli per i genitori:

  1.  Ricordate che la serie Squid Game è stata classificata come VM 14 ovvero vietata ad un pubblico di età inferiore a quella indicata. Questa limitazione indica che i suoi contenuti possono turbare i minori con intensità variabile a breve e lungo termine;
  2.  Valutate se possa essere utile guardare la serie prima di esprimere assenso o dissenso alla visione dei vostri figli che hanno più di 14 anni: sarete più precisi e consapevoli di quali siano gli elementi critici su cui poggia la vostra decisione e potrete argomentarli in modo convincente ai vostri figli;
  3.  Parlate in famiglia della serie, chiedete ai bambini/ragazzi cosa ne pensano in modo che, anche se non hanno il permesso di vederla, siano in grado di partecipare ad eventuali commenti e discussioni con i coetanei;
  4.  Ricordate ai bambini/ragazzi che quanto rappresentato nelle serie è frutto di finzione e che la violenza non è mai un gioco a cui partecipare;
  5. • Tenete sempre vivo il dialogo familiare sui temi dell’uso delle nuove tecnologie con i ragazzi: ponete loro domande e ascoltate come la pensano. I nativi digitali hanno una visione differente da quella degli adulti e può essere utile conoscere il loro punto di vista sui rischi e sui fenomeni emergenti;
  6.  Se avete contezza che stanno circolando tra i bambini/ragazzi giochi violenti che imitano quelle ritratte nella serie, non esitate a segnalare la cosa a www.commissariatodips.it
    La circolare di Anna Rita Carati, dirigente di un istituto a Borgagne. "Non è un rimprovero alle famiglie ma un invito a prestare attenzione ai ragazzi: la visione di questa serie non è adatta a chi ha meno di 14 anni e potrebbe generare bullismo sui social o indurre comportamenti pericolosi"


concludo con i miei consigli : 1) usare  internet  (  social  , chat  in partico
lare ) , cellulare ( programmi come watsapp e simili ) ed netflix e altre web tv simili insieme fino ai 14\15 , poi da soli , ma insegnateli ad usarli criticamente ovvero navigare i vedere cose insieme e spiegarli la differenza tra realtà e fantasia tra violenza gratuita e violenza "utile ", tra consenso e non consenso nel caso capitassero.2) fargli passare del tempo senza internet e cellulare .3) usare i vecchi sistemi cioè staccare il modem della connessione , o la play station ed il cellulare e dargliela dopo aver studiato o come punizione se la usa irregolarmente







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