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3.8.21

quando si dice prendere la vita con filosofia e non reagire a tali imbelli il caso di Ali che ci da una bella lezione di dignità e compostezzail cado di Ali

quando si dice prendere la vita con filosofia e non rewagire a tali imbelli il caso di Ali che ci da una bella lezione di dignità e compostezza  dall'acount  facebbok  #StorieDaCaffè

LA RIVINCITA DI ALÍ
Immaginate una spiaggia di sabbia bianca, nel caldo di agosto.
Immaginate gli ombrelloni, i bambini, le sdraio, i teli mare, la gente, i racchettoni, i materassini, il
caldo cocente.
Riuscite ad immaginarla? Ne avrete viste tante.
Ora immaginate un po' meno gente. Siamo su una spiaggia un po' Vip, la spiaggia della “gente bene” di una città del sud Italia dalla spiccata vocazione commerciale.Qui le signore ci tengono molto: si mantengono, si curano, si ritoccano. Ma anche si guardano, si commentano, si criticano.Sono tutte ossessionate dal fare la cosa giusta: il costume giusto, il ristorante giusto, il marito giusto. Loro, le signore, non vorrebbero sentirselo dire, ma si respira un’aria un po' provinciale.Bene, su questa spiaggia un po' così, ci sono anche loro, quelli che sono nati dalla parte sbagliata del mondo, e per sopravvivere sono stati costretti ad attraversare il mare in qualche modo, e ad inventarsi un mestiere qui da noi. C’è Aisha, che cammina per la spiaggia portandosi dietro in una fascia sua figlia Fili. Sorride a tutti e per 15 € acconcia con traccine afro le teste delle bambine di buona famiglia che vogliono darsi un tocco naif.C’è Omar, che vende borse di marca praticamente identiche a quelle vere. Sorride a tutti, mostra il campionario alle signore. Loro le guardano tutte, solo per poter commentare un po' scandalizzate con le altre signore che “E’pazzesco, sembrano proprio identiche alle originali. Però si capisce che sono false perché c’è un dettaglio che….”Poi però con circospezione prendono il numero di telefono di Omar, che incontreranno in gran segreto per acquistare quei tanto criticati oggetti del desiderio.C’è Khaled, che compare nelle giornate di vento con una scia di coloratissimi aquiloni svolazzanti; c’è Hassan, che trascina sul bagnasciuga una fila di pinguini di gomma che ondeggiano allegri sul loro contrappeso; c’è Tulip, che vende il cocco fresco. Sono tutti educatissimi e discreti, si avvicinano solo se chiamati e sorridono sempre. Sorridono, onostante il caldo e l’ingiustizia.E poi c’è Alì.Alì ha un campionario di anelli, bracciali, collane e gioielli vari in argento, o quel che è.Cammina sulla spiaggia drappeggiato in una lunga tunica, e se una signora lo chiama si inginocchia sulla sabbia, stende un telo e con pazienza espone il suo ben assortito campionario. Intorno a lui si crea sempre un capannello di mamme e bambine, e quando sciorina la merce di solito riesce sempre a vendere qualcosa.Mia moglie e la moglie del mio amico S. sono sue affezionate clienti, e uno dei giochi dell’estate è sfottere S. che lavora, mandandogli una foto della moglie che dilapida il patrimonio di famiglia mercanteggiando con Alì.L’altro giorno Alì è stato chiamato da una signora, di quelle di cui in premessa: ritocchi sul corpo, ritocchi sul viso. Il risultato dei ritocchi è un corpo da pin up e una faccia da megera.Ma Alì tratta con eguale cortesia Principesse e streghe: si inginocchia sulla sabbia, stende il telo e con solennità inizia ad esporre il campionario. La strega però sembra non sapere quello che vuole, e dopo aver fatto tirare fuori fino all’ultima collana dice che non è convinta, e chiede di vedere i bracciali. Pretende di vederli tutti, e un po' seccata decide i passare agli orecchini. Poi non contenta prova con gli anelli. Dopo più di mezz’ora non è ancora soddisfatta, e chiede di rivedere le collane. Sembra finalmente interessarsi ad una, poi cambia e si concentra su una collana che Alì vende a 40 Euro. E ne offre 5.Ora, con Alì, e i venditori da spiaggia in generale, un po' di contrattazione è d’obbligo, loro probabilmente se l’aspettano e la mettono in conto.Un piccolo sconto lo fanno sempre, e lo sconto diventa maggiore se magari compri due o tre cose.E magari offrire 5 € per una collana per cui te ne chiedono 40 potrebbe essere una tecnica di contrattazione, finalizzata magari a chiudere la trattativa ai 35, o addirittura 30 Euro.E invece no.La Pin up col volto da arpia non vuole trattare. Lei, dopo averlo tenuto tre quarti d’ora in ginocchio sotto il sole, ora la pretende quella collana per 5 Euro.E non si limita ad offrirli i 5 Euro, ma per dimostrare tutta la sua pochezza -se mai ce ne fosse bisogno- sventola sotto il naso la banconota ad Ali, ripetendo con aria di sufficienza “Se li vuoi, questi sono”; quasi che Ali, preso dalla fame o dalla necessità debba avventarsi su quella banconota spiegazzata.Così abbiamo lei all’ombra del suo ombrellone, seduta in punta al suo lettino da mare; c’è il telo con la bigiotteria ai suoi piedi sulla sabbia; c’è Alì seduto a gambe incrociate dall’altro lato del telo e c’è una banconota da 5 Euro che viene sventolata davanti alla faccia di Alí come un croccantino davanti al muso di un cane.Ma qui Alì compie il suo capolavoro.Scuote la testa, e quasi scusandosi le dice “Mi dispiace, non posso” mentre con le mani inizia a raccogliere la sua roba dal telo e a metterla a posto.Col piede però, senza che la befana se ne accorga, accumula un po' di sabbia sull’orlo del tuo telo.“Tanto non ti do neanche un euro di più” continua a dire lei.Lui continua a scuotere mestamente la testa e a riporre bracciali sempre con la stessa lentezza; e intanto col piede accumula altra sabbia.“Mi dispiace, cinque euro non posso” ripete ancora Alì alzandosi in piedi, che ha ormai riposto tutta la sua mercanzia. A terra è rimasto solo il telo con l’orlo coperto di sabbia.“Peggio per te!” sentenzia la bisbetica, riponendo la banconota con evidente stizza.“Mi dispiace”, ripete un’ultima volta Alì inchinandosi; intanto raccoglie il telo con un gesto ampio ed elegante che fa volare sulla befana tutta la sabbia accumulata.L’epilogo è cinematografico, con Alì che si allontana lentamente sorridendo, e l’isterica che parte da “Ma vedi sto morto di fame!” e continua a raschiando il fondo del barile del razzismo più becero e ributtante.Ma adesso il sorriso di Alì è diventato anche il nostro sorriso.E in quel sorriso c’è tutto il senso della sua dignità, nonostante l’ingiustizia della situazione. Intanto la stronza continua ad urlare.Inutile far finta di non sentire: in quel berciare bilioso c’è tutta la nostra maledetta ipocrisia.


25.2.21

Gli scoiattoli e l'arte di saper vivere con lentezza

da repubblica del 25\2\2021

 



Sono roditori proprio come i topi, ma mentre questi ultimi ci fanno ribrezzo, gli scoiattoli ci sono simpatici. Questo grazie ai loro colori e a un'irresistibile coda pelosa. Ma anche perché, nonostante la loro grande fame, non sono divoratori pericolosi: analizzano e scelgono con cura gli alberi più produttivi per la loro dieta. E, a differenza dei loro cugini che vivono nelle fogne, si prendono tutto il tempo necessario per riprodursi garantendosi una vita assai più lunga
Perché gli scoiattoli piacciono così tanto a grandi e piccini? Per la loro coda? Per la rapidità dei loro movimenti? Perché saltano di ramo in ramo? Perché salgono e scendono dagli alberi con grande agilità ed eleganza? Gli scoiattoli hanno senza dubbio qualcosa di speciale, tanto speciale che ci rifiutiamo di considerarli semplici roditori affini ai topi e ai ratti, così che quando li incontriamo nei parchi cittadini ci diamo da fare per cercare di farli avvicinare fino a prendere cibo dalle nostre mani.
Da molti anni gli scoiattoli vivono vicino a noi. Nei grandi giardini e negli spazi alberati delle città sono così abituali e consueti da essere oramai parte della fauna stanziale, mentre, come scrive il biologo ed ecologo Josef H. Reichholf in Scoiattoli & Co. (traduzione italiana di Elena Sciarra, Aboca, 203 pagine) molti bambini delle zone rurali conoscono questo roditore solo per averlo visto sui libri illustrati. Nella classifica, seppur provvisoria, degli animali più famigliari occupa un posto in alto insieme a conigli, volpi, ratti, topi, ricci. La prima caratteristica evidente degli scoiattoli è la loro dentatura: due robusti incisivi, sia nella mandibola superiore che in quella inferiore. L’ordine cui appartengono è appunto quello dei Rodentia, uno dei più ricchi di specie, oltre 2280, e i suoi membri son ben lungi dall’essere stati identificati tutti. Allo stato attuale delle conoscenze i roditori sono circa la metà di tutte le specie di mammiferi esistenti. Le loro dimensioni sono molto variabili: si va dai topi minuscoli di qualche grammo al castoro europeo che pesa 30 chili e anche più. La sua parentela con i topi, roditori che si accompagna da sempre all’umanità, è così stretta che, come suggerisce Reichholf, basterebbe fornire un mantello a un topo, aggiungergli una coda per confonderli, per quanto il muso dello scoiattolo sia appuntito e quello del topo invece rotondo.
 

Cosa ci attrae negli scoiattoli?

Gli Sciuridi, famiglia a cui lo scoiattolo appartiene, sono saliti sugli alberi molto tempo fa, e ne hanno fatto il loro habitat naturale, e scendono i tronchi come se percorressero una strada e sono capaci di grande velocità nei loro movimenti; in più sono ottimi saltatori. Affusolati, dalla punta del naso alla coda sono lunghi tra i 18 e i 27 centimetri – la coda da sola misura 14-20 centimetri – mentre la coda dei ratti è nuda, e probabilmente proprio questo aspetto risulta repellente alla maggior parte degli esseri umani. Quella dello scoiattolo è particolarmente graziosa e anche il colore del mantello, per lo più rossiccio o marrone scuro, scrive Reichholf, ci risulta piacevole. Ci sono anche scoiattoli quasi neri in Asia e grigio argento, ma il loro ventre è quasi sempre bianco. Sono colori che ci piacciono, mentre il grigio o il nero scuro dei topi e ratti ci repelle in qualche modo. Ma sono gli occhi dello scoiattolo che ci colpiscono: nero lucente. Un tratto che viene messo ben in luce nei disegni delle illustrazioni e nei cartoni animati di cui sono protagonisti – come dimenticare Cip e Ciop? Poi ci sono le zampe anteriori usate come se fossero delle mani per manipolare cose e reggerle. Anche i topi lo sanno fare, ma non con la stessa destrezza, accentuata solo nei film di animazione dove i topi sono protagonisti e si levano in piedi come se fossero esseri umani, dei bipedi, a nostra immagine e somiglianza – un inconscio ottico anche questo?


Grandi mangiatori, ma senza esagerare

Reichholf mette a fuoco il problema fondamentale che riguarda l’anatomia e il destino dello scoiattolo: il cibo. Quello che gli serve per vivere è grossomodo quello che consumiamo noi, naturalmente in proporzione alle dimensioni. Per mantenere la sua temperatura corporea più elevata della nostra, vivendo spesso in zone molto fredde, e per muoversi con quella velocità ed agilità, lo scoiattolo consuma una enorme energia per cui gli serve cibo in abbondanza e continuamente, anche per la forma del suo apparato digerente. Il fatto che questo non lo trasformi in una sorta di divoratore continuo e pericoloso come il topo, è interessante. Gli scoiattoli sono più moderati di questi roditori che ci assediano e che mangerebbero tutto ciò di cui noi umani ci nutriamo e di cui facciamo provvista. Questa è la ragione per cui li consideriamo nocivi, oltre che portatori di malattie come la peste. Gli scoiattoli, scrive Reichholf, non hanno mai superato la “soglia del danno”, o se lo hanno fatto è stato per ragioni particolari e in circostanze spesso irripetibili. La nicchia ecologica che lo scoiattolo definisce è legata al cibo e molto poco a fattori ambientali. La prerogativa dello Homo sapiens è stata quella di adattarsi a tutti i climi e le latitudini, anche le più estreme e difficili; siamo tra gli abitanti del Pianeta quelli che più si sono emancipati dalla dipendenza diretta dall’ambiente. Salvo poi incontrare problemi nella sua gestione. Ebbene gli scoiattoli esprimono uno dei molti stadi intermedi di emancipazione dalle condizioni esterne. Sono, come dice l’autore, liberi e flessibili. E forse questa è la ragione per cui nutriamo verso di loro una particolare forma di simpatia. Il capitolo sull'alimentazione di questo roditore è assai interessante. Gli scoiattoli sono molto interessati all’età degli alberi e meno alla specie cui appartengono, dal momento che si nutrono di semi che gli alberi producono a partire da una loro determinata età. Noi umani siamo abituati a trovare i frutti degli alberi in bella vista sui banchi dei fruttivendoli e, distaccati come siamo dalla coltivazione diretta delle piante, non ci rendiamo conto che gli alberi fruttificano in modo irregolare e spesso imprevedibile, per quanto la moderna agricoltura abbia messo a punto tecniche di coltivazione innovative per condizionare gli alberi da frutto.

Il fabbisogno alimentare degli scoiattoli dipende dalla stagione in cui sono più attivi. In primavera è al massimo: 80 grammi di cibo al giorno. In quel momento dell’anno devono recuperare il peso perso durante l’inverno, poi ci sono i piccoli da sfamare. In inverno dorme molto e si muove poco. Poiché l’età massima raggiunta da questo roditore è dieci anni, se tutto gli va bene, attendere che una quercia giovane produca ghiande è impossibile. La quercia cresce lentamente, ma una volta raggiunta l’età e la dimensione giusta per fruttificare, può produrre ghiande per otto secoli e più. Per cui è importante per lo scoiattolo che nel bosco vi siano querce di età differente. Una decina di querce grandi sono in grado di sfamare famiglie di scoiattoli per generazioni e generazioni. Per un singolo animale servono 30 chili di ghiande in un anno. Purtroppo per loro non sono gli unici che si nutrono di ghiande: tra altri animali e insetti, la gara per accaparrarsi le ghiande non è sempre semplice. In Europa poi le annate di grande abbondanza degli abeti – altra fonte di nutrimento – si succedono a intervalli decennali o poco più, seguendo all’incirca l’andamento ciclico delle macchie solari, e raggiungono il culmine ogni undici anni, quando l’attività del Sole raggiunge il suo massimo. Per cui vi sono periodi di magra nella produzione di pigne, ma anche di noci e nocciole, altro cibo preferito dagli scoiattoli. L’osservazione delle pratiche nutritive degli scoiattoli ha spinto i biologi a studiare i rapporti fra le varie specie, e anche in rapporto con gli alberi e come si diffondano le varie piante all’interno dei boschi.
 

Roditori che sanno vivere con lentezza

Oggi non esistono più, almeno in Europa, con qualche piccola eccezione, foreste che non siano state segnate dall’azione dell’uomo, e l’alterazione dell’ecosistema ha indotto gli scoiattoli ad adattarsi alle mutazioni portate dalla agricoltura e dalla coltivazione umana. La diffusione attuale degli scoiattoli rimonta all’era glaciale, un lasso di tempo di vari millenni caratterizzato dall’avanzata dei ghiacci e da inverni particolarmente rigidi. Questo ha influito sulla diffusione degli scoiattoli spingendoli in zone con climi meno duri e determinando una differenziazione tra le varie forme che ha assunto questo roditore. Ad esempio, gli scoiattoli giapponesi sono dal punto divista genetico abbastanza autonomi da essere classificati come una specie a sé, pur non avendo affrontato nessuna prova per imporsi su quelli euroasiatici. Lo studio degli scoiattoli, come quello dei topi – la famiglia degli Sciuridi è affine a quella dei Muridi cui appartengono i topi – è assai interessante per capire il meccanismo che lega la riproduzione e la durata della vita delle varie specie animali. I ratti raggiungono una maturità sessuale molto prima degli scoiattoli. Le femmine nate all’inizio dell’anno diventano fertili prima che questo abbia termine; già a sette mesi il loro corpo è in grado di ospitare dei nascituri. Nei successivi quattrodici mesi sono altamente produttive, poi passano a uno stato somigliante a quello che nelle donne è la menopausa. Tutto questo nell’arco di un anno e mezzo. Perciò a quel punto sono già anziane. Alla medesima età gli scoiattoli femmina cominciano a riprodursi. Cosa strana, perché entrambi, topi e scoiattoli, hanno il medesimo peso. L’altra cosa strana, o almeno così pare, è il fatto che pur essendo molto mobili e attivi, gli scoiattoli vivono più lentamente. La ragione di questa lentezza a riprodursi rispetto ai topi dipende dalla temperatura corporea degli scoiattoli: hanno una superficie assai maggiore attraverso cui il calore va perduto, e per mantenere costante la loro temperatura, che si aggira tra i 38-40 gradi, lo scoiattolo deve “scaldarsi” il più possibile. Cosa che i topi fanno abitando le fognature o altri luoghi negli edifici costruiti dagli uomini. In conclusione, scrive Reichholf, corporatura e stile di vita limitano la riproduzione negli scoiattoli, mentre i ratti si moltiplicano a una velocità impressionante quando le condizioni di vita sono propizie, cioè quando c’è sufficiente cibo. Chi si riproduce molto in fretta ha una vita breve. Si pensi in questo caso alle balene, che si riproducono con molta lentezza e in numero limitato. Un esempio citato da Reichholf è quello delle cornacchie che raggiungono un'età avanzata. La loro vita si svolge a tutta velocità ma non rischiano nessun infarto o stress e vivono a una temperatura corporea di 42 gradi, che per noi sarebbe impossibile.

Noi oggi noi viviamo più a lungo per via della alimentazione, del riscaldamento delle case e delle cure mediche, ma dal punto di vista biologico siamo un'eccezione, gli altri mammiferi, comprese le scimmie antropomorfe, vivono meno di noi umani. Tra gli animali terrestri più grandi solo gli elefanti vivono una vita così lunga da paragonarla alla nostra. Gli scoiattoli, conclude Reichholf, ci hanno introdotto a un importante fenomeno alla base dell’esistenza: l’aspettativa di vita. Non è una cosa da poco. Il libro è decisamente bello, scritto bene, chiaro ed efficace e contiene anche un bel ritratto dei ghiri, animali notturni, il rovescio degli scoiattoli, cui l’autore dedica un bellissimo capitolo partendo da una sua esperienza personale. Merita una lettura, perché sa restituire un sapere sugli animali che non è affatto consueto e di cui abbiamo molto bisogno.