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8.8.24

Corpi perfetti o corpi distrutti ? ., tuffo a zero punti dal trampolino da 3 metri per la statunitense Gibson




La ginnasta cinese Yihan Zhang ha fatto una brutta caduta durante la sua prova alle parallele asimmetriche (Dan Mullan/Getty Images)

Siamo abituati a pensare ai corpi di atlete e atleti come alla massima espressione di salute, soprattutto in alcuni sport, al punto che spesso ci dimentichiamo quanto in realtà possano essere acciaccati, e fin da un'età molto giovane. Per gli sport di lotta forse questo discorso stupisce meno, visto che “prendere botte” fa parte del gioco, ma ce ne sono molti altri dove di botte se ne prendono parecchie – anche se non da un'altra persona – e dove legamenti strappati, spalle lussate e caviglie slogate sono all'ordine del giorno.
Per molti atleti d'élite convivere con viti metalliche e placche di titanio nel corpo è piuttosto normale, così come aver subìto diversi interventi chirurgici prima dei trent'anni. In certi sport questa contraddizione tra l'immagine del corpo perfetto grazie allo sport e un corpo in realtà rovinato a causa dello sport è particolarmente evidente, per esempio nella ginnastica artistica: in una normale giornata di allenamento nel migliore dei casi si cade diverse volte e ci si procurano molti lividi.
Solo per fare alcuni esempi, necessariamente non esaustivi: la ginnasta italiana Manila Esposito lunedì ha vinto il suo bronzo alla trave e ha fatto la finale del corpo libero con un infortunio alla caviglia, e nessuno ne era particolarmente stupito. Ieri l'etiope Lamecha Girma, che detiene il record del mondo nei 3000 siepi, è caduto rovinosamente saltando un ostacolo durante la finale della specialità e ha perso conoscenza (ora sta bene). Qualche giorno prima un suo collega era uscito dalla sua batteria in sedia a rotelle, e senza che si fosse apparentemente infortunato in qualche modo. La ciclista di BMX colombiana Mariana Pajón, 32 anni, ha detto al New York Times di aver avuto fin qui 25 fratture, di avere 12 viti in corpo e di aver subìto 8 interventi chirurgici e innumerevoli lacerazioni di legamenti e tendini. Ma anche lui dev'essersi fatto malino.
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L'hanno presa bene
Diversamente rispetto all'Italia, in Francia la pallamano è uno sport molto popolare, e le due nazionali sono entrambe molto forti: quella maschile nelle ultime quattro edizioni delle Olimpiadi ha vinto tre ori e un argento; quella femminile ha vinto l'oro e l'argento nelle ultime due. Entrambe arrivavano a questi Giochi da ori olimpici in carica, e potete immaginare quanto i francesi ci tenessero a confermare il primato nelle Olimpiadi di casa, a Parigi.
Ieri però la nazionale maschile ha perso ai quarti di finale contro la Germania, e in un modo un po' sfortunato: a 6 secondi dalla fine la Francia stava vincendo di un gol, ma uno dei suoi giocatori, Dika Mem, ha sbagliato un passaggio facile e ha dato la palla a un avversario, che ha pareggiato. Ai supplementari poi ha vinto la Germania.

I giornali francesi, in un modo non proprio sportivo, se la sono presa moltissimo con Mem, facendo ampie analisi del suo errore: L'Équipe ha scritto la «storia di un passaggio sbagliato», Le Parisien della «incomprensibile palla persa all'origine dell'eliminazione», 20 Minutes ha fatto un approfondimento intitolato «immagine per immagine, decifriamo l'azione fatale». Persino un giornale moderato come Le Monde non si è distinto in meglio: ha scritto un articolo in cui descrive quegli errori sportivi che diventano talmente famosi da prendere il nome della persona che li ha commessi. Poi dice: «Non lo auguriamo a Dika Mem». Certo che no.

La disperazione di Dika Mem (AP Photo/Brian Inganga)




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TUFFO DA 0 PER GIBSON E CHE BOTTA 🤯🤯🤯 Inizia nel peggiore dei modi la gara di tuffi dal trampolino da 3 metri per la statunitense Gibson