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14.8.24

per La Corte di cassazione (sentenza 22778) Non è vittima del dovere il maresciallo ferito per sedare la rissa

Patrizia Maciocchi • 5 ora/e il sole 24 ore



Sedare una rissa nel corso di una pattuglia rientra nella “routine” dell'attività di un maresciallo, compreso il rischio di restare dferito. Per questo al carabiniere non può essere riconosciuto lo status di vittima della criminalità o del overe che dà diritto ad una pensione privilegiata. La Corte di cassazione (sentenza 22778) ha così respinto il ricorso fatto dal militare dopo che il ministero dell'Interno gli aveva negato i benefici che sarebbero derivati dal riconoscimento richiesto. 
E la Corte d'Appello aveva confermato il no del Viminale, malgrado le lesioni gravi subìte dal carabiniere che era intervenuto in una missione a suo avviso non “ordinaria”, cercare di evitare il peggio in una rissa scatenata tra automobilisti per motivi di circolazione stradale.
Per la Corte territoriale non era stata un'azione di contrasto alla criminalità organizzata e mancava “un rischio specifico per la particolare pericolosità dell'attività concretamente svolta” in genere connesso ad operazioni di polizia preventiva o repressiva. Infine il militare non era in missione. Per queste ragioni la Corte di merito aveva considerato il rischio insito nell'attività ordinaria ed escluso “la dipendenza da causa di servizio correlata a particolari condizioni ambientali e operative”. Ad avviso della Corte d'Appello, nei giri di pattugliamento costituisce “circostanza normale l'eventualità di imbattersi in soggetti a rischio”. Non passa dunque la tesi del ricorrente, secondo il quale fronteggiare la diminalità comune non è diverso dall'affrontare quella organizzata