16.4.12

paesi maledetti La maledizione di Lollove


 non ricordo  la  fonte  ma  se  l'autore  o gli autori   dovesero  riconoscerlo  come proprio e ritenere una  violazione del  diritto di copy right     il post  sarà rimosso 

«Sarai come l’acqua del mare, non crescerai e non morirai mai». Così le suore della chiesa di Santa Maria Maddalena che lanciarono la loro maledizione mentre lasciavano Loy, espulse dal borgo per le “relazioni licenziose” con i pastori del posto delle quali erano state accusate. E Lollove non è cresciuto e non è morto mai. E, a meno di 15 chilometri di strada scalcagnata da Nuoro, agli stupiti turisti capita di immergersi in questo misterioso pezzo di medioevo, popolato da sempre da due famiglie (di sovente in contrasto tra loro), che all’ultimo censimento contavano 26 membri. Circondati da case (e ruderi) di pietra e terra, immutati da secoli. Dominati dalla chiesetta seicentesca tardo gotica della Maddalena, con i suoi archi a sesto acuto in trachite rossa. Serviti (unica attività commerciale del posto) da una locanda. Collegati da due corse giornaliere di “postalino”. Con luce e acqua corrente solo dagli anni ’80. Impegnati a coltivare le binzas che sovrastano la conca naturale che li isola e li protegge da centinaia di anni. E in questo magico e irreale borgo, gioiello trasandato e immune a piani di recupero e rilancio che si susseguono indefessi e inutili, tutto va comunque avanti. Come in questo emozionante scatto di Claudio Gualà, datato 1979. Un vecchio cammina, con giacca e cartzones bianchi di cotone. Un bambino lo attende, seduto alla fine del viottolo. Che si apre di colpo alla luce, ai tetti rabberciati, e al panorama mozzafiato. La vita che finisce cammina verso la vita che inizia . Lenta, implacabile, potente, e luminosa. E allo stesso tempo oscura e misteriosa. Che, come l’acqua del mare, non crescerà e non morirà mai.

1 commento:

anto bee ha detto...

bellissimo post a te comunque il merito di averlo pubblicato.

Diario di bordo n 90 anno II . il diritto di essere brutti e piacersi lo stesso., se tutti hanno un costo nessuno ha un valore ., Giulia Lamarca: «Ogni disabilità ha un margine di indipendenza»

In questa tempi in cui la bellezza è imposta ed autoimposta ( vedere l'aumento d'interventi plastici spesso non necessari e il ricor...