contro le bufale e le bugiue di stato e non solo . " La fabbrica del falso " nuova edizine aggiornata di Vladimiro Giacchè
suggerito come regalo di natale a chi ha un credulone acritico e \o un bufalista in famiglia e fra amici
Perché chiamiamo «democrazia» un paese dove il
governo è stato eletto dal 20% degli elettori? Perché dopo ogni
«riforma» stiamo peggio di prima? Come può un muro di cemento alto otto
metri e lungo centinaia di chilometri diventare un «recinto difensivo»?
Le torture di Abu Ghraib e Guantanamo sono «abusi», «pressioni fisiche
moderate» o «tecniche di interrogatorio rafforzate»? Cosa trasforma un
mercenario in «manager della sicurezza»? Perché nei telegiornali i
Territori occupati diventano «Territori»?
Rispondere a queste domande significa occuparsi del grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo: la menzogna. Se un tempo le verità inconfessabili del potere erano coperte dal silenzio e dal segreto, oggi la guerra contro la verità è combattuta e vinta sul terreno della parola e delle immagini. Questo libro ci spiega come funziona e a cosa serve l’odierna fabbrica del falso.
Vladimiro Giacché è nato a La Spezia nel 1963. Si è laureato e
perfezionato in Filosofia alla Scuola Normale di Pisa. Lavora nel
settore finanziario. È autore di volumi e saggi di argomento filosofico
ed economico, fra i quali Finalità e soggettività. Forme del finalismo nella Scienza della logica di Hegel (Cnr, 1990), La filosofia. Storia e testi (con G. Tognini, La Nuova Italia 1996) e Storia del Mediocredito Centrale (con P. Peluffo, Laterza 1997).
Rispondere a queste domande significa occuparsi del grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo: la menzogna. Se un tempo le verità inconfessabili del potere erano coperte dal silenzio e dal segreto, oggi la guerra contro la verità è combattuta e vinta sul terreno della parola e delle immagini. Questo libro ci spiega come funziona e a cosa serve l’odierna fabbrica del falso.
Un Assaggio
La menzogna è il grande protagonista del
discorso pubblico contemporaneo. Il suo ruolo è venuto in primo piano in
occasione della guerra in Iraq, ma la sua presenza nella nostra società
è molto più generalizzata e pervasiva. Non è difficile capire perché.
Un tempo le verità inconfessabili del potere potevano agevolmente essere
coperte dal segreto (gli arcana imperii). Oggi, nell’epoca dei mezzi di
comunicazione di massa e della politica mediatizzata, il silenzio e il
segreto sono armi spuntate. Perciò, quando serve (e serve sempre più
spesso), la verità deve essere occultata o neutralizzata in altro modo.
Quindi si offrono versioni di comodo dei fatti, si distrae l’attenzione
dai problemi reali dando il massimo rilievo a questioni di scarsa
importanza, si inventano pericoli e nemici inesistenti per eludere
quelli veri. Ma, soprattutto, le verità scomode vengono neutralizzate
riformulandole in maniera appropriata. Il terreno principale su cui oggi
viene combattuta la guerra contro la verità è quello del linguaggio. Si
tratti di convincere l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra o
dell’opportunità di politiche economiche socialmente inique, si tratti
di tranquillizzarla sul surriscaldamento del pianeta o di persuaderla
della inevitabilità degli omicidi sul lavoro, le cose non cambiano: il
potere delle parole risulta decisivo per la costruzione del consenso.
Nella prima parte di questo libro viene quindi effettuato un esame
critico di luoghi comuni e parole-chiave del lessico politico
contemporaneo. Ovviamente, la menzogna chiama in causa la società in cui
nasce e prospera. Lo fa in due modi. Da un lato, in quanto presuppone
che la realtà sociale debba essere in qualche modo occultata o travisata
per poter essere accettata: da questo punto di vista, il grado di
falsità del discorso pubblico contemporaneo è un buon indicatore di ciò
che non funziona nelle nostre società. Dall’altro, in quanto la
diffusione stessa della menzogna implica l’esistenza di meccanismi
sociali in grado di favorirne la produzione e la propagazione. La
seconda parte del libro è dedicata all’esame di questa verità del falso,
alle radici della guerra alla verità nella realtà sociale del nostro
tempo. La terza e ultima parte approfondisce le diverse strategie di
resistenza che oggi possono essere messe in campo contro la menzogna.
Nella convinzione che la più pericolosa delle menzogne contemporanee
riguardi la necessità e ineluttabilità dello stato di cose presente. A
questa necessità presunta si deve opporre la reale necessità del
cambiamento. È giunto il momento di prendere sul serio le parole di
Fredric Jameson: “Forse dovremmo iniziare a provare una certa angoscia
per la perdita del nostro futuro”
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