5.3.17

quando l'eutanasia è omicidio e non libera scelta


leggi anche  
http://www.intelligonews.it/spiritualita/articoli/3-marzo-2017/58198/marwa-rischia-eutanasia-per-legge-240mila-francesi-coi-genitori/

dall'appendice  facebookiana  del  nostro blog . Perchè un conto è  , non  sono d'accordo  ma l'accetto ,  che   con il permesso  dei genitori  gli sia data l'eutanasia o gli siano sospese le cure mediche  in quanto  non c'è  più niente da fare  . Un altro  è   anche andare  contro la stessa  volontà dei genitori    che invece  vogliono continuare  a curarla  .





Compagnidistrada
Pubblicato da Daniela Tuscano · 19 h ·





VALORE
No, non è la tua disabilità, la disgrazia peggiore. Non il tuo volto bellissimo, su cui aleggia un sorriso di devastante tenerezza. Né l'enigma di quel sorriso. Perché guardi, sì, ma chissà se vedi. E sei lì, creata apposta per un abbraccio. Che forse, però, non sentiresti.
L'immagine può contenere: una o più persone e primo piano
Non è questa la tua croce, piccola musulmana di nome Marwa.
La tua condanna siamo noi. Noi cui spetta decidere per te, addirittura per la tua famiglia, prevaricandola, perché così abbiamo legiferato. Noi che ti abbiamo confinata nel braccio della morte, con lucida follia; ma di fronte alla tua culla, ovattata e sepolcrale, la mano esita, il respiro si spegne, e quei tuoi occhi, ora, gridano. E c'inquietano.
Oltre il nostro positivismo, la tua ostinata carnalità ripete che non sei solo un corpo, la tua inerzia per i genitori è gioia, il tuo valore inestimabile. 
Poiché, in realtà, il valore umano non esiste.
Il valore è numero: lasciamolo alla contabilità.
La vita non è valore. Non si quantifica. Altrimenti delimitarla, determinare quando sia degna o no d'esser vissuta, diventa facilissimo.
La vita "vale" nel suo essere, soprattutto nell'estrema fralezza. "Vale" nella dipendenza, nel frutto del parto, in occhi che forse non vedono, ma forse sì, ed esistono per noi, per chi li possiede, per chi in essi annega.
Siamo giunti a rivendicare il diritto di morire ma non il dolore del vivere, la lentezza e la fatica della cura, la speranza; e, con essa, la rinascita. Che è giovane. E inerme come un bimbo. 

© Daniela Tuscano






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