lo so che sono ormai storie all'ordine del giorno ma chi se ne frega . Fin quando continueranno io continuerò a raccontarle . In quanto , nella prima storia riportata tramite l'amica facebookina Rosa Di Carlo
Fabio Nacchio Nastri
21 h
«Eravamo a tavola con mia madre e i miei fratelli. Ho semplicemente detto “Mamma, papà, vi devo dire una cosa: sono gay”. Mia madre è rimasta in silenzio, come i miei fratelli, mio padre, invece, si è alzato di scatto facendo cadere il piatto. Poi ha iniziato ad urlare “Fuori da casa mia”, “Quelli come te non li voglio”. Io ho reagito, dicendo che era la mia vita e che non facevo male a nessuno. E lui prima mi ha scagliato addosso una sedia e poi ha iniziato a prendermi a schiaffi e pugni fino a quando non sono caduto a terra. Era fuori di sé, ha continuato a colpirmi fino a farmi sanguinare. Poi mi ha detto di prendere le mie cose ed andarmene, che per lui ero morto, di non provare a tornare».
Stefano, 20 anni.
Torrazza Piemonte (Torino) Italia, 2018.
I lividi delle botte lasciano lividi, ma poi guariscono. I lividi del disprezzo di chi ha messo al mondo, però, restano. E fanno più male. Che orrore...
dallo stresso account di Fabiuo trrovo quest altro fatto
A Santa Croce sull'Arno, nel pisano, una donna - pare una ex insegnante - ha fotografato e poi diffuso sui social la foto di un ragazzo immigrato che, secondo lei, indossava una maglietta inneggiante all'Isis, scatenando allarme e panico (ingiustificati).Maglietta che poi si è scoperta essere quella di un gruppo metal americano.Voi siete pericolosi e malati, cazzo.
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