4.4.18

“Un mestiere antico per un ragazzo moderno”"A 24 anni corono il mio sogno, fare il calzolaio" Giuseppe Magnani da settembre ha rilevato una calzoleria in via Porta Brennone. «Fare scarpe su misura mi dà grandi soddisfazioni.

  ci sono  giovan  che  riportano  in auge   mestieri  che sembrano destinati alla scomparsa  .  E'  il casdo  di  Giusepe  Magnani   . Ecco la  sua  storia  presa   grazie alla pagina fb  di geolocal da   http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2018/04/04/

"A 24 anni corono il mio sogno, fare il calzolaio"
Giuseppe Magnani da settembre ha rilevato una calzoleria in via Porta Brennone. «Fare scarpe su misura mi dà grandi soddisfazioni. Altroché mestiere da vecchi»
                            di Chiara Cabassa


REGGIO EMILIA. “Un mestiere antico per un ragazzo moderno” si legge sul sito. “Calzoleria Magnani-Art and Craft in Shoes” è scritto sulla vetrina di via Porta Brennone 4
 Tutto quadra quando, sbirciando dentro, vedi un ragazzo giovanissimo, due grandi occhi scuri, una testa di capricciosi riccioli neri. È lui il ragazzo moderno che fa un mestiere antico. È lui Giuseppe Magnani, 24 anni, che dal settembre scorso gestisce una calzoleria che fa la differenza: appena entri, un salotto in piena regola con divano, tappeto, lampade e pezzi d’antiquariato; dall’altra parte, il laboratorio dove Giuseppe non solo ripara ma soprattutto realizza scarpe su misura. Un sogno realizzato che arriva dopo anni di studio appassionato. Un punto d’arrivo e insieme uno splendido punto di partenza.



Giuseppe, quando ha deciso che da grande (ma neanche troppo) avrebbe fatto il calzolaio?

«Premesso che da sempre considero le scarpe un accessorio importante che può fare la differenza, devo ammettere che fare il calzolaio non è stato da sempre il mio sogno. Nonostante un mio bisnonno facesse proprio il calzolaio... ma io non ci credo tanto nell’ereditarietà dei talenti».

Quindi è stata una scelta meditata, non un colpo di fulmine.

«È accaduto che ho frequentato l’Istituto d’arte Chierici seguendo l’indirizzo architettura e design, niente a che fare con il disegnare e realizzare scarpe. Però, nell’ultimo anno, mi sono avvicinato a materiali come il cuoio e la pelle e ho iniziato ad apprezzarli. Ho iniziato realizzando dei portafogli in casa e ho scoperto di avere una certa manualità, insomma di essere portato».



Il passo successivo?

«Per un anno mi sono trasferito a Vicenza dove ho frequentato la Scuola d’Arte e Mestieri e seguito un corso di pelletteria. Nel frattempo ho fatto stage in diverse aziende per poi diplomarmi come operatore e modellista per la pelletteria. Tornato a Reggio Emilia, dopo due giorni ho trovato lavoro a Montecchio, nella calzoleria di Federico Mori. Poi due anni fa Rossano Chiari, che aveva intenzione di trasferirsi in Corso Garibaldi, per un anno mi ha dato in gestione la sua calzoleria in via Porta Brennone e, nel settembre scorso, l’ho rilevata. Se devo ringraziare qualcuno? I miei maestri Mori e Chiari, sicuramente».

Una calzoleria, quella di via Porta Brennone, che ha rilevato e trasformato.

«Volevo creare una cosa diversa. Non la solita calzoleria. Chi entra deve avere l’impressione di trovarsi in una casa: per questo aperta la porta ci si trova di fronte a una sorta di salotto mentre il mio laboratorio è in una posizione subalterna. L’ingresso è un biglietto da visita. L’impressione che vorrei dare è quella di un luogo giovanile e insieme di un posto che trasmetta l’idea di un prodotto di nicchia».

Cosa le piace di più del suo lavoro?

«Creare un paio di scarpe su misura è ciò che dà maggiore soddisfazione. Vedere un cliente che indossa quel paio di scarpe è bellissimo. Ma è chiaro (sorride, ndr) che al momento ciò che mi permette di mangiare è riparare le scarpe».

Ma quanto costa un paio di scarpe su misura?

«Dipende. Dal pellame, dalla forma, dai particolari... Non c’è un listino. Se sono prezzi accessibili? Anche in questo caso, dipende dal tipo di cliente».

E ora?

«Ho un lavoro che mi piace e ho solo 24 anni: lo considero un privilegio. Così come trovo confortante che si inizi a prestare attenzione ad un lavoro, quello del calzolaio, che qualcuno pensava forse destinato all’estinzione. Evidentemente, non è così».




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