Da Olbia al resto d’Italia sul camion per garantire la merce nei nostri supermercati al tempo de coronavirus


da  https://www.galluraoggi.it/cronaca  24\3\2020 



Da Olbia al resto d’Italia sul camion per garantire la merce nei nostri supermercati


Il racconto di Massimo alla guida del suo tir.

Il coronavirus ha modificato la vita di molti. L’unico modo per sconfiggerlo, come si sa, è fermarsi, stando in casa e uscendo solo in caso di vera necessità. Ci sono però alcuni che non hanno la possibilità di fermarsi, di stare a casa con le proprie famiglie, ma devono sacrificarsi per il bene comune, come i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine.O per non far mancare i cosiddetti beni di prima necessità. Questi sono gli autotrasportatori, che ogni giorno sono sulle strade facendo centinaia e centinaia di chilometri per permettere che i banchi dei supermercati siano sempre riforniti.Come si vive questo delicato momento sulle strade ce lo racconta Massimo, un autotrasportatore che, come molti altri suoi colleghi viaggia con il suo tir avanti e indietro dalla Sardegna fino alla Penisola.”In questo periodo particolare il nostro lavoro è indispensabile per andare avanti e garantire che ogni giorno i supermercati vengano riforniti e non manchino i beni essenziali. La mobilità, il cercare di rendersi utili e far star bene gli altri mi appaga, sono contento di lavorare, nonostante mi piacerebbe passare più tempo con la mia famiglia che non vedo da giorni”, ci dice Massimo, che ci espone le sue preoccupazioni nel mondo del suo lavoro in questo periodo: ”Cerco di seguire al meglio le regole di prevenzione fornite per tutelarmi e tutelare la mia famiglia quando torno a casa dopo esser venuto a contatto con tanta gente per via del lavoro. Non nego che sono preoccupato perché io so di me, ma non posso sapere se dall’altra parte anche le altre persone seguono le regole in maniera corretta”.Massimo, stando fuori per giorni dorme all’interno del suo tir, la sua seconda casa e prende tutte le precauzioni necessarie per tutelarsi. ”Utilizzo i guanti e la mascherina agli scarichi della merce e quando entro a contatto con le altre persone mantengo le distanze di sicurezza – prosegue Massimo -. Quando mi trovo all’imbarco al porto mi richiedono sempre l’autocertificazione, che dichiara il motivo dei miei spostamenti e in molti stabilimenti dove vado a caricare o scaricare la merce con il termometro mi misurano la temperatura corporea”.                                           Massimo ci espone anche le difficoltà che molte volte un autotrasportatore riscontra mentre percorre lunghe tratte e ha bisogno di fare una sosta. ”Quando posso cerco di non fermarmi nelle aree di servizio per entrare il meno possibile a contatto con le altre persone, però ho notato che in tante aree di sosta molti servizi sono ormai chiusi, come i bagni dove poter lavarsi le mani, la faccia, lasciandoci completamente abbandonati noi stessi”, raccontaPoi lascia un ultimo messaggio: ‘State a casa, noi autotrasportatori garantiamo il necessario per poter farvi vivere in maniera serena senza farvi mancare nulla dello stretto necessario”.

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