Per realizzare il suo sogno, quello di diventare meccanico in una autofficina, Iris Ilacqua ha dovuto lottare contro tutti. La perplessità dei genitori, il bullismo, le molestie sessuali subite durante un’esperienza di lavoro, le decine di colloqui conclusi con offerte di mansioni impiegatizie perché "più adatte a una donna". Barriere per una ragazza che desidera fare "un lavoro da uomo", nonostante i proclami della politica e le tante iniziative per avvicinare le donne alle materie tecniche. Superando un ostacolo dopo l’altro, a 22 anni sta vincendo la sua sfida, pioniera in un settore tipicamente maschile. Da quattro mesi lavora alla Lombarda Motori, storico concessionario monzese di un grande gruppo tedesco. Unica donna in un team di 12 meccanici composto solo da uomini, "felice di andare al lavoro" e di trascorrere le giornate con le mani nei motori.
Iris, come è nata la sua passione per i motori?
"Sono cresciuta a Cinisello Balsamo in una famiglia numerosa: ho quattro sorelle tra cui una gemella, genitori che lavoravano nella ristorazione. Da piccola mi mettevo sul balcone, osservavo le macchine sulla strada e pensavo che mi sarebbe piaciuto vedere come erano fatte dentro. Poi guardavo le gare di Formula 1 con papà, e pensavo che mi sarebbe piaciuto creare un mio marchio. È una passione che ho sempre avuto dentro".
I suoi genitori l’hanno assecondata?
"La consideravano un capriccio, tanto che al momento di scegliere le superiori mia madre mi ha spinta a iscrivermi al liceo delle Scienze umane. Il suo desiderio era quello di avere una figlia psicologa. Ho capito subito che quella non era la mia strada. Presto ho smesso di frequentare la scuola, facevo dei lavoretti ma il mio sogno rimaneva sempre lo stesso: lavorare con i motori. Un giorno ho deciso di seguirlo, e a 18 anni mi sono iscritta alla scuola di meccanica-meccatronica di Afol Metropolitana (l’agenzia che gestisce centri per l’impiego e percorsi di formazione nella Città metropolitana, ndr ), specializzandomi poi nell’elettrico-ibrido. I miei compagni erano tutti maschi".
Come l’hanno accolta?
"Erano ragazzi più piccoli di me, con atteggiamenti spesso infantili. Come unica donna venivo presa di mira, anche con episodi di bullismo. Ricordo che una volta hanno iniziato a tirarmi addosso dei bulloni. Per fortuna ho un carattere forte, ho trovato insegnanti validi e la possibilità di frequentare tirocini anche all’estero, in Slovenia. Il nostro è un lavoro che si impara solo facendo tanta pratica".
Come è stata trattata, nei luoghi di lavoro ?
"Ci sono stati episodi spiacevoli. Ad esempio in passato durante un colloquio il titolare mi ha proposto di andare a letto con lui in cambio di un contratto. Io sono scappata via. Poi molte officine cercano
meccanici ma, ai colloqui, mi offrivano solo lavori da impiegata. Rimanevano increduli quando spiegavo loro che, invece, voglio lavorare con i motori. Prima di arrivare alla Lombarda Motori ho fatto una ventina di colloqui. Infine loro mi hanno dato fiducia, nella storia dell’azienda sono il primo tecnico donna. Sono da sempre appassionata del marchio per il quale lavoro, vado al lavoro con il sorriso e sono felice".
Dopo questo primo risultato, ha altri sogni nel cassetto?
"Mi piacerebbe fare l’università, iscrivermi a Ingegneria meccanica, trovare delle socie e aprire un’officina di sole donne".
Che cosa consiglia a una donna che vorrebbe seguire il suo percorso?
"Di non mollare mai, di lottare per i propri sogni. Per fare il meccanico non è necessario avere la forza di un uomo, perché ci sono gli strumenti. Quello che conta è l’intelligenza".
I suoi genitori, adesso, hanno compreso la sua passione?
"Hanno capito che questa è la mia strada, sono contenti. Poi un meccanico in famiglia fa sempre comodo".
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