2.7.22

Oscar De Pellegrin, sindaco di Belluno in carrozzina e senza ufficio : “Abbatterò tutte le barriere”

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  • Hélène Grimaud – Mozart: Piano Concerto No. 23: II. Adagio



 da www.oggi 29\6\2022


Il nuovo primo cittadino del capoluogo veneto promette di battersi per “una città più accessibile non solo per le persone con disabilità”. Ma oggi gli è difficile persino accedere al suo ufficio…






Oscar De Pellegrin, 59 anni, ex atleta paralimpico, da 38 anni sulla sedia a rotelle a causa di un incidente, è stato eletto sindaco di Belluno alle ultime Amministrative. Intervistato per il numero di Oggi in edicola, De Pellegrin racconta: «Voglio abbattere tutte le barriere». Peccato che, al momento, sia difficoltoso eliminare anche quelle che gli impediscono di accedere al suo ufficio. « Stanno facendo – spiega il neo sindaco – un buco nel muro per farmi passare. Il resto del municipio è accessibile, tranne quel piano. Credo che tra qualche settimana sarà tutto a posto ».
CITTÀ PIÙ ACCESSIBILI - Ma De Pellegrin del superamento delle barriere, fisiche e mentali, non fa una questione personale. «Vorrei una Belluno più accessibile, non solo per le persone con disabilità, ma per tutti. Comprese le mamme con i passeggini che mi telefonano segnalandomi i problemi». Con all’orizzonte un appuntamento importante, quello delle Olimpiadi invernali di Cortina del 2026. «Gli investimenti sulle strutture saranno a Cortina e dintorni. Siamo la porta delle Dolomiti. Sulla via che da Venezia va alle montagne. Si tratta di creare legami e narrazione per convogliare un po’ dei turisti di questi poli anche nella nostra città».

Il guaio è che la fascia da sindaco si impiglia nella sedia a rotelle. Ma c’è di peggio. Oscar De Pellegrin, ex atleta paralimpico (11 record italiani e 4 mondiali come arciere e tiratore) edexdirigente sportivo, a 18 giorni dall’elezione non è riuscito a entrare nel suo ufficio perché inaccessibile. Così si è messo in testa di togliere le barriere non solo alMunicipioma, per quanto potrà, alla città.

Chi gliel’ha fatto fare di scendere in politica?

«Bella domanda. Per quanto possa aver raggiunto tanti obiettivi in ambiti differenti credo non si debba mai smettere d’impegnarsi».

Perché ha lasciato il mondo dello sport?

«Faccio una cosa per volta, la faccio al massimo e poi passo ad altro. Ho scelto di lasciare per la mia

famiglia, non era giusto che sostenesse il peso delle mie assenze».
Ma la vita da sindaco non è poi così tranquilla.«È più tranquilla di prima, con mia moglie ci incontriamo di più anche solo per un caffè. La sera sono a casa. Certo non ci sono orari e le responsabilità sono maggiori, ma credo sia più sostenibile».
Com’è nata l’idea della politica? «Non c’è stato un momento preciso, eravamo un gruppo di amici che discutevano delle cose da fare. Sai quelle idee che nascono attorno un tavolo. Pensiamo di avere buone proposte e disponiamo delle persone giuste per poterle mettere in pratica. Amici che parlano, poi mesi di lavoro e di programmi».

Un sindaco da Guinness dei primati?

«Sì ho fatto anche quello. Nel 2009 abbiamo pensato di tentare un Guinness dei primati: con un arciere che era con me alle Paralimpiadi abbiamo scommesso di colpire con una freccia e spegnere un tot di lampadine a una certa distanza in soli due minuti. Undici su 12, e il record permane».

Qual è la sua prima barriera abbattuta?

«Ce ne sono tante, ma la prima è quella per arrivare all’ufficio del sindaco. Non lo raggiungo. Il resto del palazzo è accessibile, tranne il piano del sindaco. Stanno facendo un buco nel muro per farmi passare. Credo che tra qualche settimana sarà tutto a posto».

Ha detto «per abbattere una barriere fisica basta un secchiello di calce». E per quelle mentali?

«Forse basta il buon esempio e l’ascolto».

Che differenza c’è tra un sindaco con disabilità e uno cosiddetto “normodotato”?

«Forse la sensibilità verso certi argomenti, ma sicuramente ho il dono di ascoltare gli altri. Dipende da persona a persona, però io credo che questo abbia fatto la differenza nel mio caso».

Belluno soffre della presenza di tre grandi poli patrimonio dell’Unesco: Venezia, Valdobbiadene e le Dolomiti?

«Siamo la porta delle Dolomiti. Sulla via che da Venezia va alle montagne. Si tratta di creare legami e narrazione per convogliare un po’ dei turisti di questi poli anche nella nostra città».

La parola Dolomiti richiama le Olimpiadi di Cortina 2026. Quanti fondi arriveranno?

«Gli investimenti saranno sulle infrastrutture a Cortina e dintorni. Fondamentale per la città è l’indotto che quella kermesse porterà. Bisogna essere in grado di creare occasioni soprattutto prima del 2026».

Belluno sarà capitale italiana dell’accessibilità?

«Vorrei una Belluno più accessibile, non solo per le persone con disabilità, ma per tutti. Comprese le mamme con i passeggini che mi telefonano segnalandomi i problemi».

Nel suo programma sono citati più volte i cimiteri. Che cosa succede nei camposanti di Belluno?

«La situazione è preoccupante perché sono abbandonati e lasciati al degrado. È una questione di rispetto per chi vi è seppellito e per i familiari».

Sono trascorsi esattamente 38 anni tra l’incidente che le ha procurato la lesione spinale e la nomina a sindaco.

«Questa cosa è veramente… Boh, neanche se la programmi. Non so che segno sia. Me l’ha fatto notare mia moglie. Forse è la chiusura di un cerchio».

Ha fatto pace con il suo “incidente”?

«Sì, non sarei la persona libera che sono. Non avrei mai potuto fare quello che ho fatto nella vita».

Il palazzo è accessibile, tranne il piano del primo cittadino. Stanno facendo un buco nel muro per farmi passare

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