11.7.22

C’è una storia, commovente, che è riemersa in queste ore dal ghiacciaio della Marmolada. È quella di Tommaso Carollo, 48 anni, una delle undici vittime accertate.

   Non è vero che non ho  rispetto per  le vittime   soprattutto quelle   che  come la storia    riportata  sotto  , nel precedente post   : <<  che  palle adesso   con la  tragedia  della  marmolada parte  la retorica   di corpi  che non hanno sepoltura  e    i familiari una tomba  su cui piagerli >>  io  criticavo la  pornografia del dlore    ed  la retorica   d'aver una  tomba  su  cui piangere    a  tutti i costi  e  di  come  un morto soprattutto  tragedie naturali    come  questa   può  anche essere  pianto  ed  ricordato dentro il tuo cuore  . 


Tommaso stava affrontando, insieme alla compagna Alessandra De Camilli e ai compagni di cordata, uno dei sentieri per tornare a valle quando il seracco si è staccato.
Prima le ha urlato: “Via, via!”, poi l’ha spinta via per proteggerla dall’urto, salvandole, di fatto, la vita.
“Io ho tutto un lato del corpo con fratture sparse, ma gli organi vitali sono integri. Mentre lui è stato preso in pieno dalla valanga, alla schiena”. Ed è morto.
Tommaso avrebbe potuto scappare, correre via, e probabilmente oggi sarebbe salvo. Invece, nel momento cruciale, il suo primo pensiero è andato alla sua compagna di vita e di tante scalate.
“Ora che affiora qualche ricordo e qualche particolare in più” ha scritto lei, “posso ragionevolmente pensare che, se sono viva, è grazie a te. Tutti devono sapere che persona onesta, seria, corretta e altruista fossi. Ovunque tu sia, io so amare fino a lì”.
Non sono numeri, sono storie, vite. E  -- come  fa  notare Lorenzo Tosa  --quella di Tommaso, il suo clamoroso atto d’amore per Alessandra, merita davvero di essere ricordato. E omaggiato.








Ecco  la  cronaca   di https://www.nextquotidiano.it/


Tommaso Carollo è una delle 11 vittime di quel crollo del seracco sulla Marmolada. Lui, come gli altri, è stato colpito da quella frana di ghiaccio e pietre mentre, insieme ai componenti della sua cordata, stava affrontando uno dei sentieri per tornare a valle dopo aver scalato la vetta e aver dormito, la notte precedente, in un rifugio in alta quota. Erano le 13.45 di domenica scorsa quando quel tranquillo pomeriggio in montagna si è trasformato in una tragedia di proporzioni epocali. Una tragedia fatta di morte e dolore. E l’uomo, 48 anni, è riuscito a mettere in salvo la sua compagna prima di essere travolto.



A raccontare quei tragici momenti, a una settimana di distanza, è Alessandra De Camilli, una delle superstiti e compagna di Tommaso Carollo. La donna si trova ancora ricoverata all’ospedale Santa Chiara di Trento con diverse fratture sparse su tutto il corpo: dalle braccia al bacino, fino alle costole. E proprio dal letto del nosocomio ha raccontato al Corriere della Sera il gesto del suo compagno. Quello che le ha permesso di essere ancora viva: “È stato lui a lanciare quell’urlo ‘via, via!’. Gli altri due turisti erano lontani. Ricordo la sua mano sulla spalla che mi spinge per proteggermi. Io ho tutto un lato del corpo con fratture sparse, ma gli organi vitali sono integri. Mentre lui è stato preso in pieno dalla valanga, alla schiena”.
Il manager 48enne, dunque, ha avuto quella prontezza di riflessi per salvare la vita alla propria compagna. Ma questo non è stato sufficiente per salvare la propria. Perché quel rumore sordo del seracco che si è staccato da Punta Rocca si è trasformato, nel giro di pochi istanti, in una valanga di ghiaccio e pietre che lo ha colpito, travolto e inghiottito. E, oltre a lui, altre 10 persone hanno avuto la stessa tragica sorte. E anche sui social, la compagna di Tommaso Carollo ha voluto ricordare quell’uomo che le ha salvato la vita:
“Ora che affiora qualche ricordo e qualche particolare in più , posso ragionevolmente pensare che, se sono viva, è grazie a te. Tutti devono sapere che persona onesta, seria, corretta e altruista fossi. Con te mi sentivo sempre al sicuro”.

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