30.7.22

può una eventuale condanna per diffamazione far riaprire il caso di giovanni Ianelli una vicenda archiviata troppo in fretta nonostante prove schiaccianti ?

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Breve  sunto    per  chi  non  avesse  letto i  post  precedenti o  gli avesse  dimenticati  di  cui  trova    sopra  gli url   dei miei   post  precedenti 

  da  https://ilquotidianoditalia.it/cronaca/un-giusto-processo-per-la-morte-di-giovanni-iannelli/

Il giovane corridore pratese Giovanni Iannelli è stato ricordato, sabato 16 luglio, durante l’iniziativa ‘Pedalando in sicurezza’ che da piazza del Duomo a Prato è terminata davanti al murales di Carmignano, dedicato proprio al ciclista che viene sempre menzionato da tutti con grande affetto e stima, perché era un ragazzo esemplare e rispettoso nei confronti delle persone. Una quindicina di chilometri percorsi in bicicletta con la partecipazione del papà di Giovanni, l’avvocato Carlo Iannelli che non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia sull’assurda morte del figlio, avvenuta il 7 ottobre 2019, dopo due giorni dal tragico incidente a Molino dei Torti (Alessandria). 
Infatti, il 5 ottobre, Iannelli durante la volata finale a ranghi compatti, cadde rovinosamente sull’asfalto dopo aver battuto la testa su un pilastro sporgente di una civile abitazione in via Roma nel medesimo paesino, e a 144 metri dal traguardo di una competizione dilettantistica con la linea d’arrivo che si trovava davanti al municipio, luogo delle istituzioni, della liberta, e soprattutto della legalità. Papà Carlo non si arrende, e chiede la riapertura delle indagini per accertare fino in fondo, eventuali responsabilità da parte degli organizzatori che avrebbero potuto proteggere meglio le insidie lungo il percorso cittadino con delle transenne o altre barriere di protezione, considerando che l’arrivo era previsto ad una velocità di circa 70 orari, in una strada senza marciapiede e in leggera discesa con una serpentina ad “S” che attraversava le abitazioni lungo il tracciato.
I sogni e le speranze di un giovane di 22 anni si sono spezzate a causa di una tragedia che andava evitata, ma la battaglia della famiglia Iannelli dovrà servire anche per prevenire qualsiasi altro incidente mortale, lottando quotidianamente nel chiedere maggiore sicurezza in tutte le gare ciclistiche.
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Ora  le  persone citate nel  documento  riportato   sotto    sono  a processo per  ingiuria  e diffamazione     verso  il padre del ragazzo  



 e  qundi  mi chieso  e   spero   come  da  tittolo       che una  eventuale   sentenza   di  condanna  possa  mettere  in evidenza    sempre    più e  portatre   ad  una nuova  indagine    e  far riaprire  l'inchiesta   vergognosamente  e scandalossamente  archiviata  .  Perchè Se un ingegnere sbaglia il suo lavoro, va incontro anche al carcere, ma riguardo alla morte di Giovanni, seppur accertateed  provate   le mancanze relative all’adeguamento della sicurezza in gara, nessuno è stato recluso, se non alla  ridicola  pena   di  6 mesi di sospensione, ed una multa da mille euro.
E’ morto Giovanni, un ragazzo ha perso la vita per le mancanze altrui, non è mandare in carcere i responsabili che lo riporterebbe in vita, ma significherebbe che Giustizia sia fatta ed  quersto che si chiede  



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