Michele Agostinetto, 44 anni, di Treviso, ha iniziato il suo viaggio a maggio per raccogliere fondi per la ricerca sula sclerosi multipla

 riascoltando  un  classico   della musica  italiana   deglianni 90
In viaggio - Consorzio Suonatori Indipendenti - traccia 11 dell'album Ko de Mondo (1994).



  mi     è veuta  alla mente  questa  storia   letta  temo fa  


Agostinetto, duemila km a piedi
contro la sclerosi multipla

 corriee  della sera  
di Camilla Palladino

Michele Agostinetto, 44 anni, di Treviso, ha iniziato il suo viaggio a maggio per raccogliere fondi per la ricerca: «Sono stanchissimo ma soddisfatto

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Michele Agostinetto con Edward von Freymann (in carrozzella), il papà di Gaia, una delle due 16enni travolte e uccise a corso Francia (foto Giuliano Benvegnù)

Un itinerario composto da 87 tappe, per un totale di circa duemila chilometri a piedi. È l’impresa di Michele Agostinetto, trevigiano 44enne e affetto da sclerosi multipla, che lo scorso primo maggio si è messo in cammino per raccogliere fondi per la ricerca e per lanciare un messaggio di resilienza e di speranza diretto a chi, come lui, combatte contro la malattia neurodegenerativa.È partito da Valdobbiadene, in Veneto, città natale di suo padre. La destinazione è Santa Maria di Leuca, in Puglia, paese di origine della madre, che Michele conta di raggiungere il 22 agosto. Un «viaggio da sclero» (che è anche il nome del progetto) e una sfida fisica lunghi quasi quattro mesi. In questi giorni è arrivato a Roma, dopo essere entrato nel Lazio lo scorso 10 giugno e aver attraversato Civita di Bagnoregio, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Sutri, Campagnano di Roma e La Storta. Proseguirà passando per Castelgandolfo, Velletri, Cori, Sermoneta, Sezze, Priverno, Terracina, Fondi, Itri, Formia e Minturno, fino a sconfinare in Campania.A ospitarlo in zona Fleming mentre si trova nella Capitale è stato Edward von Freymann, il papà di Gaia, una delle due 16enni investite e uccise su corso Francia nel 2019. «Avevo comprato casa in questo quartiere dieci giorni prima della morte di mia figlia, proprio per starle più vicino. Ora voglio che sia un luogo di passaggio per trasformare il dolore in amore», spiega Edward. Il caso ha voluto che Michele venisse ospitato da un uomo costretto in carrozzina a seguito di un incidente stradale. «Guardo al futuro – sostiene Michele – so che un domani potrei ritrovarmi anche io su una sedia a rotelle. Con Edward abbiamo parlato soprattutto del problema delle barriere architettoniche in città».Michele lascerà Roma nella notte tra mercoledì e giovedì, dopo aver visitato il Campidoglio, fontana di Trevi, il Vaticano e il Parlamento. Ma le scene che gli resteranno più impresse sono il momento in cui nei pressi de La Storta è stato caricato da un gruppo di cinghiali, o quando alcuni agenti della Forestale l’hanno scortato a piedi per 22 chilometri per fargli compagnia e tenerlo al sicuro. «Nei primi mille chilometri percorsi ho incontrato persone meravigliose, Roma è il giro di boa. Sono stanchissimo – specifica – ma soddisfatto, perché ricevo tanti messaggi da persone che si sono rimesse in piedi dopo la diagnosi». I suoi occhi brillano mentre parla, è sorridente. Si soprannomina da solo «Forrest “Cramp”». Poi racconta la sua quotidianità: «Inizio a camminare alle 4 di mattina e mi fermo alle 10,30, percorrendo una media di 26 chilometri al giorno». L’orario è dettato dalla malattia. «Soffro il caldo 5 volte più degli altri – dice – e il mio cervello rischia di andare in tilt».La vita di Michele è cambiata nel 2020, quando gli è stata diagnosticata la malattia. A causa dei dolori fisici, ha dovuto chiudere il suo negozio di telefonia e informatica nel pieno della fase più critica della pandemia. Per un anno è stato costretto a muoversi solo con l’ausilio di stampelle e deambulatore, ma un giorno ha deciso di reagire. Ha iniziato ad allenarsi e a progettare il suo viaggio in solitaria, per dimostrare a se stesso e agli altri che poteva farcela. Chilometro dopo chilometro. Anche un’altra preoccupazione, tuttavia, l’ha spinto a partire: «Voglio visitare i luoghi che probabilmente non potrò mai più raggiungere in questo modo». In Puglia poi si ricongiungerà con la sua compagna di vita da 13 anni, Stella, e il suo cagnolino. «Loro sono un incentivo – conclude Michele – per arrivare fino in fondo»



Il viaggio di Michele, 2mila chilometri a piedi per combattere la sclerosi multipla  su fanpage  


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