PLEASURE DI Ninja Thyberg. IL MONDO DEL PORNO COME CARTINA DI TORNASOLE DELLA DISPARITÀ DI OPPORTUNITÀ FRA UOMINI E DONNE.

 




La regista svedese Ninja Thyberg compie scelte dirompenti e coraggiose, a cominciare da quella di raccontare l'industria del porno attraverso un'angolazione femminile: anche le inquadrature prendono il punto di vista di Linnéa o sottolineano il punto di vista maschile oggettivizzante nei sui confronti, che va ben oltre le esigenze di uno spettacolo improntato al desiderio maschile.

Esso è soprattutto per chi ( cosa che non credo visto l'alto tasso di diffusione della pornografia esplista o semi esplicita in tutti gli strati sociali e generazionali ) per chi non ha mia visto un film porno un film per stomaci forti . Infatti certe scene , nonostante io sia un pornodipendente , erano dure  anche per me e quidi anzichè il tempo normale di durata io ci ho messo un po' di più per vederlo .
Mi ha fatto vedere la pornografia sono un altro aspetto . Molto bello ed intenso nella sua drammaticità. Infatti    << Thyberg si assume il rischio di far corrispondere la forma del suo film al contenuto esibendo la sua attrice (l'ottima Sofia Kappel) allo stesso modo in cui lo farebbe un porno, ma la sua prospettiva critica giustifica quell'esposizione altrimenti gratuita e potenzialmente offensiva della dignità  femminile.
È proprio l'offesa a quella dignità, non dovuta alla scelta di un certo mestiere ma al modo in cui quel mestiere priva le sue lavoratrici di un reale controllo sulle loro circostanze e sulla loro carriera, il centro morale della storia di Pleasure, titolo ironico perché mostra come il piacere sia simulato non solo nella performance dell'atto sessuale, ma anche nella soddisfazione di un lavoro che ha un costo personale insostenibile, o sostenibile solo al prezzo di una mercificazione totale della propria identità (di genere).
>> Alle inquadrature lente e seduttive delle prime scene si sostituiscono a poco a poco quelle agitate e disarticolate della seconda parte, che frammentano sempre più la realtà della protagonista rivelandole squarci di dolorosa consapevolezza, e rendendo sempre più sgradevole (anche visivamente) quel paradiso di notorietà e godimento che Linna si era prefigurata, pur nell'apparente lucidità e  consapevolezza della sua scelta di base. << Quel che è peggio, >>  sempre  secondo  Pleasure - Film (2021) - MYmovies.it << anche nell'industria del porno ci si aspetta l'assenso femminile all'abuso maschile: "che sarà mai", "eri d'accordo", "non è successo niente" sono le giustificazioni all'aver superato i limiti di ciò che è consentito (dalla donna). E il rischio, naturalmente è che per non rimanere vittima la persona offesa diventi complice degli uomini e carnefice delle altre donne, mandando alle ortiche qualsiasi "sorellanza". >>


Ancora più interessante è la parabola di Linnéa che si propone (e viene accolta dall'industria del cinema porno) come l'archetipo della verginella da deflorare e si ritrova a sua volta vergine inconsapevole non nel corpo ma nell'anima, in mezzo a predatori economici e sociali che vogliono "aprirla" alle vie del mondo, e lo faranno in modo brutale e senza mezzi termini. Una lezione di vita che, in misura differente, riguarda tutte, e tutti. L'unica perplessità è per la durata del lungometraggio, gemmato da un corto premiato a Cannes nel 2013: forse la misura giusta sarebbe stata a metà fra quel corto e i 105 minuti effettivi di durata del film.

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