26.6.08

Per una nuova politica sui precari della scuola


Una colossale balla, obviously. Abbattimento delle tasse, abolizione dell'Ici (peraltro già attuata in diversi Comuni, tra cui Bresso) e simili guittate. Per l'eliminazione d'un'imposta fantasma, dovremo rinunciare a un bel po' di servizietti , non esattamente secondari. Gli effetti delle purghe berlusconiane cominciano ad avvertirsi, ma credete che la luna di miele fra lui e gli Italiani finisca? Io no, io non ci credo. Non ci credo più.

Fra i tanti azzoppati, ancora una volta, come sempre, la categoria più bistrattata: gli insegnanti, segnatamente i precari. Coloro che, secondo la vulgata, conducono un'esistenza da nababbi lavorando part-time.


Non intendo perorare la causa di chi,come la sottoscritta, ha atteso 18anni per assicurarsi un'immissione in ruolo per uno stipendio da fame.      Ho scelto un lavoro che amo e non mi pento, non voglio pentirmi a oltre quarant'anni di aver seguito un amore, una passione,una vita.                     Non debbo spiegare nulla a nessuno. Già lo so che il VERO Ministro della Pubblica (d)Istruzione, vale a dire Giulio Tremonti, mi considera un peso morto.
Non domando né a lui, né agli incapaci che parcheggiano i figli a scuola pretendendo che quest'ultima possa ovviare al loro fallimento educativo, perdono di esistere. Esigo, pretendo solo giustizia. E so che è troppo.


Ma resta il minimo. Pubblico l'appello del Movimento Interregionale Insegnanti Precari (MIIP). Perché della scuola nessuno parla. Perché gli insegnanti, precari e no, non hanno voce. Perché non voglio ci spengano l'anima, dopo averci rubato la salute.





Daniela Tuscano







In questi giorni in cui si comincia già a riflettere sull’anno scolastico che verrà e siamo costretti ad assistere al solito balletto dei passaggi di cattedra e di ruolo, balletto che si  ripercuote in maniera deleteria sulla qualità della scuola italiana e sulle prospettive lavorative dei docenti precari. Appare inevitabile chiedersi se il nuovo Ministro abbia già preso  coscienza delle problematiche relative al reclutamento degli insegnanti o se, ancora una volta, dobbiamo assistere alla dettatura dall’alto di politiche sorde a qualsiasi ragionevole soluzione, "suggerite" da interessi di palazzo o da lobbies di potere.

Non contestiamo l’idea che si vogliano determinare nuove regole per il reclutamento, ma  reputiamo che questo non possa avvenire se non pensando a una radicale e profonda soluzione del vero problema della scuola attuale che è quello della stabilizzazione sui posti di lavoro  dei veri precari, ovvero di coloro che da anni o addirittura decenni lavorano come insegnanti della scuola pubblica senza avere ancora ad oggi garanzie certe e stabili. Abbiamo più volte sottolineato la necessità che sia inequivocabilmente definito chi possiede lo status autentico di precario, cioè il docente a cui la scuola non può non riconoscere una garanzia di stabilità, poiché da lungo tempo lavora all’interno dell’istituzione e non si limita a segnare la propria presenza nelle graduatorie per diritto-privilegio acquisito (ci riferiamo ai tanti che stazionano nelle graduatorie in posizioni privilegiate perché blindate dalla prima e seconda fascia pur essendo già di ruolo in altre classi di concorso o addirittura pur svolgendo altri lavori).



Non chiediamo nemmeno immissioni in ruolo subito, come fanno i sindacati e altre associazioni del precariato senza prima valutare la questione di fondo, cioè chi l’attuale sistema di reclutamento garantisce o salva e chi invece è destinato a un sempre più lungo precariato. Con l’attuale sistema, infatti, le graduatorie [...] risultano luogo di stratificazione di privilegi (divisione in fasce, insegnanti di ruolo su più graduatorie, sistema di attribuzione del punteggio ai titoli, ecc.) e le immissioni in ruolo tanto invocate finiscono per essere una cabala dei numeri che non solo non risolve i più gravi problemi, ma addirittura penalizza i veri precari. Chi ogni anno lavora in una certa classe di concorso su posti vacanti, al momento delle immissioni in ruolo viene spesso preceduto da chi, pur non lavorando, ha comunque acquisito una posizione garantita oramai da inaccettabili privilegi nelle prime e seconde fasce. È un fatto, inoltre, che in certe graduatorie (basti pensare ad esempio a quelle di Lingue straniere o Filosofia) i precari che lavorano da più di un decennio si vedono ogni anno sottrarre posti da una scriteriata mobilità che permette al personale di ruolo di migrare da una all’altra classe di concorso o da un grado all’altro di scuola. È chiaro allora che in queste condizioni la dovuta stabilizzazione dei veri precari diventa sempre più una chimera. Le immissioni in ruolo determinate da questo sistema, paradossalmente, rischiano di compromettere ulteriormente la posizione dei veri precari.


La mobilità così come oggi si determina sta affossando la scuola. Complici i sindacati, èstata legittimata l’idea che per passare alle scuole superiori si può intraprendere la più agevole scorciatoia delle elementari o delle scuole medie. Questo fatto è negativo sotto due ordini di cose: perché stravolge le "vocazioni naturali" e perché determina una sostanziale squalificazione della scuola primaria, scuola importantissima e che pertanto non deve essere utilizzata come "luogo per" passare ad altri ordini di scuola. Più opportuno sarebbe garantire agli insegnanti della scuola primaria il pieno riconoscimento della loro professionalità, anche – ma non soltanto – mediante una retribuzione che affermi il principio della pari dignità con gli altri ordini di scuola. Da quando politiche scellerate di vari governi hanno permesso che l‘astratto "didattichese" venisse dettato dalle università, la cultura scolastica italiana ha avallato un’autentica subordinazione di valore dei diversi ordini di scuola all’imperio dell’università.                          Questa sottocultura ha innescato una corsa generalizzata degli insegnanti al "prestigio" degli ordini di scuola superiore, mentre una corretta percezione dell’istruzione ad ogni livello richiederebbe ben altro atteggiamento e ben diverse categorie mentali capaci di valutare l’importanza e la peculiarità dei diversi gradi di istruzione.

Una riflessione seria su questi dati deve pertanto essere perentoriamente chiesta non solo al Ministro, ma anche ai sindacati, sempre ostili a mettere in discussione i soliti assiomi osteggiando una seria valutazione di queste problematiche. Fare della questione delle 

immissioni in ruolo l’unica questione sul tavolo senza mai volere andare a vedere i meccanismi del reclutamento e della mobilità significa avallare lo stato di cose presente e, a lcontrario, respingere qualsiasi altra soluzione alternativa: sconfortante vedere infatti come unaproposta come quella dei contratti triennali sia stata stigmatizzata prima ancora che si potesse cogliere in essa ciò che poteva essere nuovo e migliorabile. Ancora una volta si è preferito ripetere i soliti slogan piuttosto che analizzare la realtà vera dei fatti, quella che risulta dall’analisi reale delle graduatorie.






Il MIIP in tanti anni si è sempre distinto perché ha sempre chiesto che si operassero,relativamente ad ogni questione affrontata, soluzioni concrete. Per questo motivo ha semprerespinto le logiche preconcette, dando invece rilievo alle questioni sostanziali: la battaglia perla pari dignità delle abilitazioni era, non dimentichiamolo, una battaglia sulle storture delle graduatorie. Oggi, come allora, vogliamo ribadire la priorità di intervento su queste questioni affinché non si determinino ancora una volta ulteriori insopportabili ingiustizie.






Movimento Interregionale Insegnanti Precari




 

3 commenti:

ZuZuli ha detto...

Ho cominciato tardi questo lavoro, che tra l'altro ho amato tantissimo.

Ora non è più così...tra genitori e Dirigenti scolastici incapaci , la scuola è allo sbando!

Sono precaria, e credo che lo resterò a vita...Mi vedo scalzata ogni volta, da gente che fa corsi inutili e sprizza ai vertici delle graduatorie senza meriti e senza averci sudato barcamenandosi e macinando Kilometri.

Corsi che servono a sistemare parecchie persone...da chi li promuove, a chi forma futuri incapaci insegnanti.

Sono SCHIFATA!

ZuZuli ha detto...

Ah...conosco insegnanti della I° Fascia, che si beccano interi anni scolastici e preferiscono non passare di ruolo...per cui , tu ti prendi le loro briciole.

Schifosissimi i Sindacati, Schifosissimi tutti!

anonimo ha detto...

Ciao, ti andrebbe di fare uno scambio link?

Se ti va ti prego di farmelo sapere sul mio blog.


www.crystalstreet.altervista.org


grazie mille, ti aspetto ;)

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