in sottofondo s'ode il video di youtube de la versione non censurata ( quella con la parola anarchia al posto di fantasia ) di Se ti tagliassero a pezzetti - Fabrizio de Andrè
Un evento strano e forse difficilmente irripetibile quello nel vedere morire due star cantanti morti nella stessa data anche se in anni diversi .
Il primo è morto oggi ed è David Bowie non m dilungo perchè non ho parole per descrivere la situazione ( magari a freddo ,e nei prossimi giorni dopo che il fiume di parole e d'immagini si sarà placato \ attenuato saprò scriverne qualcosa ) lascio che a parlarne sia l'articolo fresco , asciutto , ma pieno di emozioni ( sembra che lo abbia conosciuto direttamente ) che potete leggerlo qui nel blog della co mpagna di strada Daniela Tuscano oppure se siete contro i miti e le mitizzazioni consiglio questo bellissimo articolo di Maria Antonietta Pinna una penna e scrittrice " bastard inside " e senza peli sula lingua . Una delle nuove leve degli scrittori italiani
Il secondo è quello su cui mi concentro oggi è Fabrizio de andrè morto esattamente 17 anni fa .
Ricordo che stavo chattando ( non so se esiste ancora visto che sul sito ufficiale dell'inter nonl'ho trovata ) nella chat il muro dei tifosi ed si parla , cosa strana anzi che di calcio di faber e dei suoi dischi migliori o preferiti . Ma non ci feci caso , anche perchè dovetti andare aletto presto visto ce l'indoman dove prendere il primo pulman per sassari alle 6.20 . Poi ricordo vagamente ero ancora addormentato che in pulman non si parlava d'altro .A sassari , dopo aver seguito alcune elezioni , tornai a casa per mangiare e la televisione apri il notiziario che era morte de andrè . Neio giorni successivi , raccogliemmo articoli di repubblica e dela nuovas sardegna ed unione sarda da portare a mio fratelo che all'epoca studia con l'erasmus a Barcellona .
Ulteriori ricordi sono legati oltre che alle immagini in tv a questa foto ( ed al suo retroscena )
che è una sintesi dell'evento e vale più di mille parole
(....)
Ringraziamo il fotografo Stefano Goldberg che ci concede l’onore di pubblicare in esclusiva sul web, dopo che lo fece lo scorso anno “Il Corriere Mercantile” sull’edizione cartacea, le sue foto di quella mattina in cui il cuore di Genova si fermò e pubblichiamo, di seguito, il suo ricordo.
Non ricordo come la notizia mi sia arrivata ma ricordo perfettamente l’incredulità di tutti: De Andrè è morto.
La mattina del funerale giravo come un matto cercando un punto per fotografare, cosa praticamente impossibile data l’enorme quantità di persone che stava affluendo in Piazza Carignano.
Ero da poco entrato come fotografo in Publifoto e chiesi per telefono allo Studio di contattare la portineria dell’Ansaldo per farmi entrare nel palazzo che era proprio di lato alla Basilica.
Da una finestra aperta ai piani alti dell’edificio ho iniziato a fotografare la marea di gente che si radunava fuori dalla chiesa, fotografavo e pensavo che se ne era andata una persona credibile che con le sue canzoni ci aveva dato un pò più di consapevolezza su certi aspetti della vita.
Non potendo muovermi dall’unica postazione che avevo trovato ho lasciato fluire il racconto, fotografavo e cambiavo le ottiche mentre dalla piazza saliva il silenzio rotto da applausi e movimenti lenti che cercavano di convergere prima verso l’uscita della chiesa e poi verso la macchina nera.
Di tante fotografie scattate quella mattina due mi sono rimaste incastrate negli occhi, la prima è una veduta larga della piazza con migliaia di persone e definita dai tetti delle macchine posteggiate in fila indiana; la seconda racconta più da vicino una cassa alzata sopra le teste di tutti, sospesa, visibile e definitiva.
In questa seconda fotografia ci sono mani che applaudono, gente in silenzio, c’è chi fotografa e chi ha il pugno chiuso e teso, un signore si toglie il cappello, una mano accarezza Fabrizio.
La prima volta che le ho rese pubbliche è stato l’anno scorso quando le ho date a Monica Di Carlo, amica e giornalista del Mercantile che le ha pubblicate in esclusiva.
Stefano Goldberg
(.. )
alla prossima spero più piacevole stavolta coincidenze della storia e della vita
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