24.9.08

come risolvere il problema prostituzione in italia




Finalmente riesco a dare una risposta al commento  dalla  nostra utente  elitramonto  : << Perchè non è quello il modo ? Non va bene multare lucciole e clienti ? e quale sarebbe la soluzione?? >> al mio post sulla carfagna e la sua legge   in merito a tale argomento  .


Ma prima di iniziare faccio una premessa fra prostituzione e sfruttamento , fenomeni certo legati fra loro , ma che sono due cose diverse .La prima si può tollerare anche se disdicevole quando è volontaria , non minorile . La seconda NO, soprattutto quella minorile . Infatti per Prostituzione s'intende = un accordo tra adulti liberi e consapevoli, che liberamente e consapevolmente si accordano per scambiare denaro con prestazioni sessuali, la cui attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario. Secondo la voce omonima di wikipedia << L'uso del termine non è univoco e a seconda del Paese, del periodo storico o del contesto socio-culturale può includere qualsiasi atto sessuale e qualsiasi tipo di compenso (anche non in denaro) o indicare, moralisticamente ed erroneamente, coloro che intrattengono atti sessuali fuori dal matrimonio, o uno stile di vita simile a coloro che offrono le prestazioni o chi intrattiene atti sessuali disapprovati. Può indicare anche un comportamento zelante più del dovuto nei confronti di un superiore, finalizzato all'ottenimento di gratifiche lavorative o economiche. >> ., mentre per Sfruttamento = oltre ai varti significati elencati dal dizionario De mauro Pavia  esso è Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività della donna, da parte di persone che generalmente si presentano come protettori. Inoltre vi sono altre figure legate al fenomeno della prostituzione per cui può configurarsi, al posto dello sfruttamento vero e proprio, il reato di favoreggiamento.


Dopo queste precisazione andiamo a rispondere a Eli






  1. Perchè non è quello il modo ? Non va bene multare lucciole e clienti ? Perchè non è quello il modo ?




No perchè : a) le lucciole sono in maggioranza ( secondo alcuni ) o in minoranza ( secondo altri ed in particolare questo sito qui  quando non sono volontarie vittime di sfruttatori , e poi quelle extracomunitarie sono clandestine e quindi difficilmente pagano le multe o finiscono in carcere . Quanto ai clienti Perchè si scoraggiano dal ricorrere a quelle di strada sapendo che c'è una multa si rifuggiano su quelle d'appartamento o che girano su cellulari vedere annunci sui quotidiani e giornali d'annunci alla voce comunicazioni personali . Infatti tale fenomeno si sposterebbe ulteriomente dalla strada al chiuso , nei condomini negli alberghi . Infatti concordo con  quanto dice  Emma Bonnino che in una intervista al settimale Left \ avvenimenti n°48 del 29\9\2008 quando dice : << (... ) ho l'impressione di una grida manzoniana sufficientemente ipocrita e assolutamente inefficace (... ) Cesare beccaria ciha isegnato che il deterrente è la certezza della pena è non l'entità . (....) Si possono alzare le pene , ma non mi pare sia quello il deterrente >> .






  1. e quale sarebbe la soluzione ?




E l’aspetto dello “scandalo” della prostituzione di strada è reale, per i benpensanti, ma potrebbe essere di per sè affrontato con semplicissimi rimedi, come la zonizzazione senza bisogno di altro !


Tuttavia,proprio anche a causa di questo aspetto di attacco continuo che forze intolleranti rivolgono alla prostituzione, non disdegnando di utilizzare per questo la menzogna, ritengo che una regolamentazione e legittimazione della prostituzione sia necessaria e che la legge  Merlin che non è più adeguata ai tempi (nonostante certe incredibili affermazioni, come “Abbiamo chiuso il problema con la Legge Merlin (   testo della legge  e   contesto storico  che ha portato alla sua approvazione ) ) cinquantanni fa!” – On. Carlo Giovanardi, UdcIo Concordo nel ritenere che il “problema” della prostituzione in Italia sia stato in gran parte gonfiato ad arte, da chi cerca di portare non alla regolamentazione della prostituzione ma alla sua proibizione. E  che  proibendolo  è peggiio  come afferma  questa intervista  ad una prostituta   (  riporto qui il video  perchè  con flask player  non riesco a riicavarne il codice  embed  ) Sono inoltre d'accordo con quanto dice questo sito qui già   citato nelle righe  prima    : << Francamente, preferirei che l'argomento potesse essere affrontato secondo l'ottica della pura depenalizzazione: essendo la prostituzione, nella sua essenza, un accordo tra adulti liberi e consapevoli, che liberamente e consapevolmente si accordano per scambiare denaro con prestazioni sessuali, non ci dovrebbe essere grande bisogno di una legge che regola la cosa in sè.
Anche perchè per tutti gli aspetti veramente inaccettabili (schiavismo, violenza, sfruttamento dei minori ...) esistono già fior di leggi, con pene severissime, fatte applicare dalla magistratura sulla base del lavoro di indagine compiuto quotidianamente dalle forze dell'ordine.
Tuttavia la situazione, soprattutto italiana, è così incancrenita e così "inquinata" da considerazioni morali, moralistiche, di ordine pubblico, di xenofobia, ecc., che temo che ogni battaglia puntata solo sulla depenalizzazione sarebbe illusoria.
Regolamentare, perciò, mi sembra inevitabile e, a questo punto, occorre regolamentare bene. (...) >>
Prima di esporre la mia idea, voglio fare una
panoramica della situazione attuale, con particolare riguardo alla questione delle prostitute straniere.
Le prostitute straniere, infatti, sono quelle in maggiore stato di debolezza e precarietà, e questo non solo per l’aspetto della tratta schiavistica (che è minoritario) ma anche e soprattutto per quello legislativo e dei diritti (e questo, invece, è un aspetto che tocca quasi tutte le straniere).
Secondo me,
ogni ipotesi di regolamentazione della prostituzione in Italia non può prescindere dalla constatazione dell’esistenza di decine di migliaia di prostitute straniere, con il loro “status” peculiare e distinto da quello delle italiane.
Da ogni parte (anche da Don Benzi ...) si sente dire “le italiane non hanno e non creano grandi problemi, il vero problema è quello delle straniere”.
Giusto.
Peccato poi che quando vengono presentate le proposte di legge ci si accorge di solito che nessuna particolare considerazione viene accordata alle straniere, anzi sembra quasi che ci sia la volontà di fare leggi che ostacolano le straniere e tendono ad espellerle e a spingerle in clandestinità.
Le prostitute italiane hanno molte armi per difendersi: la “pelle dura”, le organizzazioni e i diritti dati dal fatto che sono cittadine italiane.
Le straniere no, e mi pare opportuno soffermarsi innanzitutto su di loro. >>




chi vuole farlo, può scegliere di prostituirsi e lo deve poter fare con il massimo della libertà, della dignità, della salute e della sicurezza personale




  • chi vuole farlo, può andare con prostitute e lo deve poter fare con la consapevolezza di muoversi in un ambito legale, controllato e non in mano alla delinquenza




  • chi non vuole nè prostituirsi nè andare con prostitute e magari è disturbato dalla vista di quelle attività deve essere rispettato e messo in condizioni di non esserne coinvolto, neppure “visivamente”; detto questo, deve ugualmente rispettare la libertà di chi vuole prostituirsi o andare con prostitute






Ecco come farei la regolarizzazione




A


abolirei questo decreto della legge merlin : proporre esplicitamente al cliente un rapporto a pagamento, da parte della prostituta, è illegale (reato di adescamento, tutt’ora presente nel nostro ordinamento per quanto veramente arcaico, incongruo con la riconosciuta legalità della prostituzione e comunque facilmente aggirabile) in quanto prostituirsi ed andare con prostitute è LEGALE (la legge Merlin non proibisce nè l’una nè l’altra cosa) lasciando invariati questi atri : lucrare sul lavoro delle prostitute è illegale, perfino se lo si facesse a fronte di servizi che si forniscono alle prostitute stesse e con il pieno e libero consenso delle interessate (reato di sfruttamento della prostituzione)., costringere qualcuno a prostituirsi è illegale (reato di riduzione in schiavitù) ., indurre qualcuno a prostituirsi è illegale (reato di induzione alla prostituzione)in quanto come dice lo stesso j Questa situazione, fino a venti anni fa (prima dell’esplodere della paura dell’AIDS e dell’arrivo in massa delle straniere) ha retto abbastanza bene: le prostitute per strada erano poche (e i benpensanti avevano pochi motivi per scandalizzarsi), quelle che esercitavano (spesso in casa propria) erano quasi tutte cittadine italiane e potevano quasi sempre farlo autonomamente e senza sfruttatori, le malattie veneree erano quelle “tradizionali”, forse erroneamente sottovalutate ma comunque curabili. Le situazioni più drammatiche erano quelle delle ragazze, di solito molto giovani, che si prostituivano perchè tossicodipendenti e quindi costrette a guadagnare molto, ogni giorno, per acquistare la dose quotidiana: ma qui l’aspetto veramente tragico non era la prostituzione in sè (anche se non va dimenticato che la prostituzione indotta dalla droga era, ed è tuttora, una scelta imposta dalle circostanze, non una libera scelta per guadagnarsi da vivere), quanto il fatto che fossero schiave della droga e destinate a terribili ripercussioni sul piano della salute.
Poi è arrivato l’
AIDS e la correlazione tossicodipendenza-AIDS-sesso si è immediatamente riflessa sulla prostituzione: ora la prostituzione tornava ad essere un problema di sanità pubblica. E la Legge Merlin, che abolendo le case chiuse aveva abolito anche ogni controllo sanitario, cominciava a scricchiolare ...
Poi sono arrivate le
prostitute straniere, parte di un molto più vasto flusso migratorio il più delle volte irregolare e clandestino. E questo ha portato nuovi problemi.


B


Permesso di soggiorno alle prostitute ( ovviamente volontarie , colaborazione con i pesi europei ed extraeuropei da cui partono per evitare abusi )


cosi s'eviterebbero tutti quei problemi di cui parla jonatthan qui e da cui ho tratto ispirazione per questo  post




C




  • al chiuso in strutture imprenditoriali come Eros Center, Club, Sexy Bar, ...




  • in casa individualmente




  • in casa in cooperative o altre associazioni di prostitute




  • in strada in apposite zone appartate e prive di abitazioni, dove non danno "fastidio" ai benpensanti (zone periferiche industriali, certe aree fieristiche, ...), ovvero la "zonizzazione"




  • in appositi "quartieri a luci rosse" analoghi a quelli olandesi e tedeschi, con appartamenti-vetrina che danno sulla strada (la cosa, nei fatti, coincide in gran parte con la "zonizzazione")




  • nell'abitazione stessa del cliente (prestazione a domicilio)







D )


DOPPIO REGIME FISCALE, A SCELTA DELLA PROSTITUTA.






  1. attività con registrazione al fisco come lavoratrice a tutti gli effetti, pagamento delle tasse e godimento di contropartite quali pensione e assistenza sanitaria.




  2. attività senza registrazione fiscale, senza pagamento delle tasse e senza contropartite. Eventualmente, pagamento forfettario di una moderata quota annuale a copertura dell’assistenza sanitaria minimale volta a prevenire e curare le malattie a trasmissione sessuale.




In altri termini, la registrazione al fisco sarebbe opzionale.

Fatta questa opportuna precisazione sugli aspetti fiscali, le mie linee guida sulla prostituzione considerata come una attività lavorativa sono le seguenti:

Istituire certi DOVERI:




  • registrazione di Polizia (per combattere i fenomeni di sfruttamento e predisporre i controlli sanitari), con il rispetto della privacy




  • un minimo di controlli sanitari, non ossessivi




  • eventualmente, tassazione del reddito; nel caso venisse fatta una tassazione del reddito, farlo con modalità presuntive, forfettarie o legate a parametri oggettivi (tipo: trattenuta di una frazione dell'affitto giornaliero di una stanza in un Eros Center), evitando modalità poco applicabili a tale attività e facilmente eludibili come le ricevute fiscali.




e garantire certi DIRITTI:




  • diritto all'assistenza sanitaria ed alla pensione nel caso si facciano pagar loro tasse e contributi.




  • diritto al permesso di soggiorno per le straniere che volontariamente scelgano di venire in Italia ad esercitare il lavoro di prostituta




  • pari diritti tra i sessi nell'esercizio della prostituzione















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