6.2.17

quando si celebrerà il 10 febbraio a 360 gradi ricordandone le cause precedenti a TITO le foibe finiranno d'essere una ferita ancora aperta

  
  ecco perchè      nonostante odi la  giornata    del 10 febbraio   ricordo   le  foibe  a  360  gradi  


 contesto  ed  interpretazioni 
testimonianze  



Eccoci   come ogni 10 febbraio  a  " contro celebrare "  quello che  avrebbe dovuto essere la  giornata del ricordo   degli  aberranti episodi  di  pulizia  etnica  secolare   e del problema  del   confine orientale   e dell'esodo   di intere  o quasi popolazioni  che  abitavano da secoli  quelle  zone  . Giornata  divenuta  , SIC  , un mezzo  di fabbrica  del  falso e dell'uso politico    strumentale   della storia   dove  vengono :   decontestualizzate ed omesso   ciò che   successo prima   dall'impero austro  ungarico   a  fascismo  ed  il nazismo  , esaltate ed  ingigantite   le  atrocità  comuniste  ,  ed  il  silenzio  imposto    dagli  " Amici  Americani  " per  non disturbare  Tito  che  al'epoca  della  guerra  fredda  avedva  una  funzione  anti Sovietica  in quanto la  ex Jugoslavia  faceva  da  stato  cuscinetto  tra  il blocco Americano e  quello  Sovietico  .
Insomma    <<  Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell'ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell'Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell'area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti. >>  (  dalla  voce   massacri delle foibe   di  https://it.wikipedia.org/ )  Cosa    che  viene fatta  metà e in maniera  incompleta  ed  maniera  da  ambo le parti  negazionista (  anzi meglio o riduzionista)

Ora  concordo    con questo articolo     per  http://www.wumingfoundation.com/

di Nicoletta Bourbaki

E così, di nuovo, e ormai con una certa stanchezza, arriva il 10 Febbraio.IL  feuilleton ( corsivo  mio )  Il Cuore nel pozzo sarà trasmesso per l’undicesima volta sulla , vedremo pubblicata la foto della fucilazione di Dane su diversi siti e giornali e sentiremo le boutades di qualche associazione di esuli. Immancabili le interviste a Cristicchi. Raccontare la storia al grande pubblico non è mai facile, soprattutto se si tratta di vicende complesse. Più parti se ne occultano, più il quadro risulta incomprensibile. Ma solo aggiungendo l’arroganza di un forte movente politico e una regia mediocre si è potuti arrivare a quello che è il discorso sulle foibe in Italia. Nonostante l’impegno, l’entusiasmo, i finanziamenti e il consenso bipartisan il Giorno del ricordo è “andato storto”, a partire dalla data scelta. Non certo per mancanza di alternative, la ricorrenza è stata fissata nell’anniversario della ratifica del Trattato di Pace di Parigi, 10 febbraio 1947, data in cui l’Italia – sconfitta nella guerra che aveva combattuto al fianco di Hitler – si impegnava a restituire tutte le colonie e buona parte dei territori annessi in Istria e Dalmazia. Per molti italiani un giorno infausto, che li ha trasformati in vittime di un’ingiustizia. Far coincidere proprio quella data con una narrazione che descrive «gli Italiani» unicamente come vittime significa omettere tutto quel che accadde prima. Ma la realtà non si lascia omettere così facilmente. E così, la caratteristica saliente, la costante del parlar di foibe in Italia è la sfiga, la mosca nella minestra che rovina il pasto quando hai già il cucchiaio in bocca.L’abbiamo visto con le medaglie che ogni anno vengono assegnate ai parenti di infoibati/dispersi/caduti che-poi-in-fondo-è-la-stessa-cosa. «Per L’Italia», c’è scritto. 
C’è una commissione dell’esercito che studia le biografie dei papabili e dovrebbe garantire l’irreprensibilità di queste assegnazioni – e invece zac!, l’anno scorso spunta quella assegnata a Paride Mori, ex ufficiale del Battaglione “Benito Mussolini” che combatté al fianco dei nazisti. Putiferio, imbarazzo. Han decorato un fascista? Sarà un caso isolato! Ce n’è altri trecento, si scopre subito, perché il Giorno del Ricordo è un medaglificio fascista.
«Io non c’entro», avrà a dire la Presidente della Camera.
Medaglia revocata il 25 aprile. E le altre?


Stjepan Mesic
Stjepan Mesic
L’abbiamo visto con il discorso di Giorgio Napolitano il 10 febbraio del 2007: le foibe e l’esodo scaturite «da un moto di odio e furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica». Non è cosa da poco, perché se lo dice la prima carica dello Stato significa contestare la legittimità del Trattato di Pace e del confine. E allora zac!, com’era prevedibile il Presidente croato Stjepan Mesic replica in tono compunto – ma corretto – precipitando il teatrino della pacificazione nazionale in salsa nazionalista in un grave incidente diplomatico con interessamento della stampa internazionale.Sentiremo che dirà quest’anno Mattarella. Sul fronte delle “arti”, degli strumenti di edificazione a beneficio dell’ampio pubblico, abbiamo visto la già menzionata fiction sulle foibe ambientata in Istria nel 1944 e che dell’Istria non ha nulla, né storia né luoghi.Del resto, con il 1944 le foibe c’entrano poco.Abbiamo visto lo spettacolo teatrale che innesta il genere pseudostorico nel fertile tronco della commedia popolare: «Un certo Giuliano Dalmata!» Prooot! Risate.Abbiamo visto il diario scritto da Frediano Sessi come se fosse Norma Cossetto,
Simone Cristicchi
Cristicchi
la conoscenza della cui tragica fine si basa però in gran parte su congetture e dicerie o, per dirla con Roberto Spazzali, « incontrollate fantasie e presunte testimonianze ». Un’opera dettata da un imperativo etico, si direbbe.Lo sterile connubio tra artisti in cerca di finanziamento e foiberia, esoderia, confineorientaleria scade in un rapporto perverso in cui il taglio preciso richiesto dal committente sovrasta le possibilità dell’autore (in genere non eccelse) e il fiasco è assicurato sempre o quasi.
[--- continua  nell'url  citato  sopra  ] 
Infatti ha  ragione  l'articolo  precedente    se   una  serie di  storici   a  360°  ed intellettuali   chiedono  
(... ) Ogni 10 febbraio i mass media italiani non perdono l’occasione per raccontare una storia parziale e distorta del confine orientale, spesso basandosi su dati falsi o manipolati dalla propaganda neofascista. Il dibattito cui assistiamo ogni Giorno del ricordo sui mass media italiani appare pesantemente condizionato da omissioni e censure che possono essere lette come una spia del perdurare di un pericoloso vittimismo nazionalista all'interno della cultura e dell’informazione italiana.Anziché fare chiarezza su un tema cruciale che andrebbe trattato in maniera accurata, sono state riproposte cifre sensazionalistiche e approssimazioni che fanno ormai parte dell’arsenale retorico del Giorno del ricordo pur senza essere sostanziate da basi storiografiche.( .... continua qui )
Il monumento in onore delle vittime delle foibe a Basovizza, in provincia di Trieste, il 17 marzo 2011. - Michele Borzoni, TerraProject/Contrasto
Il monumento in onore delle vittime delle foibe a Basovizza, in provincia di Trieste, il 17 marzo 2011. (Michele Borzoni, TerraProject/Contrasto)

Allora   voi lettori (  vecchi e  nuovi, sia  che leggiate o meno le  faq  e  loro  aggiornamenti )   vi chiederete 😕😯 ma allora  perchè  lo ricordi   se  odi tale  evento  ? per  diversi motivi   eccone   alcuni


1 ) evitare che tale periodo e storia vengano strumentalizzati ed usati politicamente e siano ricordo a 360 °  cioè non dimenticando   ed omettendo   che esse  furono originate  da  una precedente  pulizia  etnica 
2) per  non ripetere  come è stato fatto durante il secondo dopo guerra e la guerra fredda ( I II) . Infatti concordo anche se non completamente perchè è un invito parziale e non complessivo : << va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe (...) e va ricordata (...) la "congiura del silenzio", "la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio".Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali. » Discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della celebrazione del "Giorno del ricordo". Roma, 10 febbraio 2007 ) 
3) perchè la storia del confine orientale e Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare cosa che  pochi fanno storicamente nell'ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell'Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell'area e nelle grandi ondate epurative fasciste  \ naziste  e poi  jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.

4) Quindi  basta  speculazioni di sorta



oltre questo video  trovate  altri interventi   della kervesan    in questi due  video  1) https://youtu.be/5l59zDt3VmY ., 2) https://youtu.be/wTBdeRCuq64

per rispetto per quelle terre e per le loro popolazioni che ci insegnano la convivenza basata sul reciproco rispetto delle sofferenze passate e sulla reciproca volontà di costruire un migliore futuro comune nonostante tutto ( I II e poi " le pulizie etniche" fasciste naziste prima e comuniste dopo )   che accolsero  ( vedere url  sopra  )  dei miei corregionali immigrati  che poi morirono  nelle foibe  Non possiamo accettare atteggiamenti rancorosi di chiusure al futuro, né cedere a un camuffato neoimperialismo e revisionismo riduzionista – anche culturale – di ritorno che cerca di essere amnistiato con il Giorno del Ricordo delle foibe e dell’esodo delle terre perdute. Auspico che in avvenire, in una plurale Giornata dei Ricordi non si insista sulla contabilità falsata di esodati e vittime, ma si consideri tutto il male del passato, e si agisca perché non si ripeta in futuro in queste terre e nella stessa Italia quella barbarie che ha fatto parte del lungo «secolo breve» qual è stato il Novecento con le aberrazioni .
5) per rompere completamente << Uno degli argomenti più scottanti della recente storia italiana; quasi -- secondo questo articolo del corriere della sera del 27\2\2006 --- del un tabù, parzialmente rotto dall’istituzione del Giorno della memoria nel marzo 2004. Anche su Wikipedia, enciclopedia online modificabile dagli stessi utenti, alcune voci sono state bloccate, cioè rese editabili solo dagli amministratori e non da tutti gli utenti; il blocco viene deciso solo dopo una serie di autentici atti di vandalismo, o di cambiamenti editoriali troppo frequenti. Wikipedia è stata costretta a inserire la voce «foibe» tra quelle modificabili solo dagli amministratori.>>  parlando  e ricordando  completamente   la storia  del confine orientale   e  non  soltanto  il genocidio comunista e l'esodo .
Ma  soprattutto  e  qui  concludo  per   far  si  che   non esita   più  quello che   può essere definito  L BUCO NERO NELLA STORIA ITALIANA.
IL  quale  << E' --  secondo questo intervento di  Linda Massari --  un tragico eccidio che si configura come un buco nero nella storia italiana, ancora più grave se si pensa che per decenni è rimasto celato e attorno al quale ancora oggi, purtroppo, si consumano polemiche e strumentalizzazioni. Ad influenzare l'opinione pubblica italiana rispetto al tema Foibe sono, infatti, tesi di parte che pongono l'enfasi sulle responsabilità politiche e rischiano di generare ambiguità, così da rendere impossibile la comprensione del passato (    e  di tali eventi aggiunta  mia  )   Il rischio che si corre è quello di offuscare il ricordo con polemiche del tutto sterili e perdere definitivamente il senso di questo giorno. >>
DIBATTERE PER COMPRENDERE  quindi  . L’omaggio che , sempre  secondo la  Massari --- permette il ricordo, in questi casi, è dato dalla parola. Dibattere per comprendere, riflettere e sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni di fronte ad eccidi troppo recenti e conflitti le cui matrici nazionaliste si ripresentano prepotentemente nell'attualità odierna. Sono proprio i giovani su cui si deve investire attraverso la formazione di una coscienza critica affinché tragedie come questa non abbiano più luogo. >>Tutte le iniziative che, a livello nazionale, accompagneranno questo giorno, contribuiscono a rendere nel loro piccolo giustizia alle vittime delle (  ma  non solo )  Foibe, agli esuli e alle loro famiglie.  E  come suggerisce la  Massari   : <<  PENSANDO AL FUTURO. Pensando al futuro, l’auspicio è quello di poter lavorare sempre di più per ricostruire una memoria storica, intensificare ed alimentare con testimonianze ed ampia documentazione quello che già è noto e svelarne i tasselli mancanti. >> Se il pressappochismo    e la malafede ignorano e  distorgono  tragedie simili, l’informazione e con essa la conoscenza dovrebbe  svolgere   un ruolo di primaria importanza per far luce su atrocità che non vanno nè  dimenticate  nè strumentalizzate  .
Ed  evitare sia  gli sfregi da  parte  di vandali ideologizzati  di  targhe  e monumenti che ricordino le  foibe   e  l'esodo  sia   stupidi  azioni   d'arroganza  ( meglio un confronto   )  come quello che  è successo  alla  storica   Alessandra Kersevan ( vedere oltre il link  citato sotto , video  sopra   e relativi link  ) 

 da  https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandra_Kersevan


La presenza di Kersevan in varie celebrazioni del giorno del ricordo (10 febbraio) come relatrice è stata più volte oggetto di contestazione, anche allorquando, ospite in Rai alla trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta del 13 febbraio 2012, mise in evidenza [16] l'erronea attribuzione di una foto ai fatti delle foibe — laddove, come risulta dagli archivi di Stato sloveni, essa era riferita invece all'esecuzione di alcuni jugoslavi a opera di soldati italiani — e fu ripresa dal conduttore Vespa e fatta oggetto di paragone con il KGB sovietico dal senatore de Il Popolo della Libertà Maurizio Gasparri, anch'egli presente in trasmissione[17]; nel corso della stessa trasmissione Kersevan sostenne che la memoria delle foibe fu creata ad arte nel dopoguerra per screditare il movimento partigiano[18]. Sul quotidiano Libero, nei giorni seguenti sono state attribuite a Kersevan alcune affermazioni non corrispondenti al vero [19], come è possibile appurare guardando la puntata integrale in oggetto [20].Nel febbraio 2013 un incontro organizzato dai collettivi studenteschi all'Università di Verona intitolato Foibe: tra mito e realtà fu annullato dal rettore Alessandro Mazzucco per motivi di sicurezza[2] dopo le violente reazioni di alcune associazioni di estrema destra, di profughi istriani e del sindaco del Comune di Verona alla notizia che Kersevan avrebbe tenuto la presentazione di un suo libro nell'ateneo scaligero[2]; i contestatori ricorsero addirittura all'uso di gas lacrimogeni per impedire la conferenza
o da parte avversa allo spettacolo magazzino 18 di Simone cristicchi ( vedere i miei post in merito ) che nonostante , vedere rughe precedenti , sia un po' inesatto su alcune cose , ha avuto come dicie giustamente questo bellissimo ed interessante articolo di http://www.succedeoggi.it


 <<  (  .....  )   in questo lungo e costante vuoto di memoria che è diventata l’Italia, a fare uno spettacolo sull’esodo dei nostri fratelli italiani da Istria e Dalmazia nel 1947  (...)  A Trieste c’è una splendida trattoria vicino alla Borsa dove si mangia il maiale bollito migliore del mondo e il vino Terrano più pesante e buono di Trieste. Si chiama, semplicemente “da Bepi”. “Giuseppe lo sloveno”, lo chiamano gli italiani garbati; “Bepi Sciàvo” quelli meno garbati: fin dai tempi di Mussolini. Perché da allora sloveno era sinonimo di schiavo. Poi venne la guerra, cadde il fascismo ma a Trieste ne arrivò un altro simile. Lo chiamavano comunismo e invece della scucchia saccente di Mussolini aveva il rozzo mento squadrato di Josip Broz Tito. E cominciò la mattanza: ex vittime del fascismo contro ex gerarchi. Su questo terreno drammaticamente scivoloso si insinuò Tito, spedendo nelle foibe, con il contributo di tirapiedi italiani, tutti coloro i quali si opponevano al suo disegno di far arrivare la Jugoslavia fino a Trieste. Non solo: quando poi un anno dopo Tito ruppe con Stalin il gioco al massacro conobbe ulteriori orrori. Simili contro simili, comunisti contro comunisti. Pensate che il Pci spedì un suo leader storico a far fuori il suo predecessore (che era stato primo sindaco di Trieste libera, per altro) solo perché aveva scelto di non stare dalla parte di Stalin!Può bastare? No. Il trattato di pace della Seconda guerra (che l’Italia ha perso, contrariamente a quanto si insegna nelle scuole medie) assegnava all’Urss, ossia per il momento alla Jugoslavia, Fiume, Pola, Parenzo, Rovigno, Cherso, Arbe, Veglia e tutte le altre città di quell’angolo di Italia abitato, da sempre, in stragrande maggioranza da italiani. I quali vennero invitati a scegliere: o Tito o la libertà in Italia, ma a prezzo di abbandonare tutto. Un po’ come avevano fatto Mussolini e Hitler quando avevano detto ai sudtirolesi: chi si sente tedesco lasci case e memorie e tradizioni e se ne vada in Austria… Salvo che se gli austriaci hanno sempre accettato (sia pure a malincuore) i cugini sudtirolesi, mentre gli italiani non hanno mai visto di buon grado i profughi istriani: fascisti!, dicevano loro, perché non erano rimasti sotto Tito ed erano venuti a “rubare pane e lavoro” agli alacri padani! Sembra di sentire storie drammaticamente vicine . (  .... continua  sul'url  citato  ) >>
  Non so che altro   dire  se non al prossimo 10 febbraio

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