Guardate questi bambini. E per una volta dimenticatevi tutta la cattiveria, l'ipocrisia, la ferocia di certi adulti.
<< In un Paese >>--- da, eccetto le frasi in neretto \ grassetto fra parentesi quadre che sono mie aggiunte interpretative https://www.facebook.com/MarcoFurfaro1980 più precisamente qui -- in cui gli adulti [ma non solo purtroppo ] passano il tempo a incolpare migranti per qualsiasi cosa gli accada e un pezzo di classe dirigente [ a trovare scuse e giustificazioni spesso assurde ] ad incolpare parenti per aver tentato di prendersi un bonus destinato alle persone più fragili, la speranza è questa roba qua. Sono Giulio, Sara, Martina e Debora.
Che hanno salvato un bambino. Perché così si fa. Perché era in difficoltà e chi è in difficoltà si aiuta. Solo degli stupidi adulti , [ ovviamente senza generalizzare ] che si sono dimenticati di essere stati bambini non riescono a capirlo.
Grazie ragazzi. Perché per quanto questo Paese si farà vergognare per il comportamento per certi adulti, pensando a voi siamo certi che tutto andrà bene davvero.>>
La news è stata , a mio avviso come di mostra sia l'articolo di repubblica riportato sotto sia anche uno dei commenti all'articolo citato di Marco Furfaro ,
Toscana, Giulio il piccolo eroe: "Non abbiamo fatto niente di speciale, abbiamo solo aiutato un bambino"
Domenica a Bivigliano, insieme a tre amiche (la più grande 12 anni, la più piccola 6) ha salvato un ragazzino di 8 anni che stava affogando. "L'ho sentito, sta bene, ci rivedremo in piscina"
di CARMELA ADINOLFI
"L'ho sentito al telefono qualche giorno fa. Mi ha detto che sta bene. E che appena sarà possibile ci rivedremo tutti in piscina". Risponde con tutta la naturalezza e l'innocenza dei suoi dieci anni Giulio Demartis. Il bambino che insieme alle amiche Martina Piemonte, 12 anni, Sara Tagliaferri, 6 e Debora Antimi, 10 anni, la scorsa domenica, in un pomeriggio di mezza estate, ha salvato un bimbo di 8 anni che rischiava di annegare in una piscina di un campeggio di Bivigliano, frazione di Vaglia, comune del Fiorentino.
Ma lo sai che ormai tutti vi chiamano eroi?
"Sì, ma non abbiamo fatto nulla di speciale. Abbiamo visto che quel bambino era in difficoltà e tutti insieme abbiamo cercato di aiutarlo".
Raccontaci com'è andata. Quando vi siete accorti che c'era qualcosa che non andava?
"Sara ha visto un corpo sul fondo della piscina e ha chiamato me e Martina. E subito è arrivata anche Debora. Io pensavo che stesse giocando sott'acqua per capire quanti secondi fosse in grado di resistere senza respirare. Ma poi mi sono tuffato e l'ho toccato e ho capito che non stava giocando".
E poi cosa avete fatto?
"Sara lo ha spinto. Debora e Martina lo hanno preso sotto le braccia per riportarlo a galla. E poi io l'ho issato sul bordo della vasca. Aveva le labbra e gli occhi blu".
Ma non avete avuto paura?
"No". (risponde deciso, ndr)
Ma tu quel bimbo lo avevi mai visto?
"Abbiamo fatto la scuola materna insieme. Viviamo tutti nello stesso paese e ci conosciamo un po' tutti".
Con Sara, Martina e Debora cosa vi siete detti? Siete stati coraggiosi...
"Ci siamo rivisti in piscina. Coraggiosi? No, lo abbiamo solo aiutato".
Poi rettificato
da all'ultimo minuto dalla stessa repubblica
Firenze, quattro bambini salvano un coetaneo di 8 anni che stava affogando
La più grande ha 12 anni, la più piccola 6: grazie alla loro prontezza è stata evitata una tragedia in un campeggio. Il padre di uno di loro: "Quel ragazzino stava per morire, sono stati coraggiosi ma hanno vissuto con normalità"
di CARMELA ADINOLFI
Firenze, quattro bambini salvano un coetaneo di 8 anni che stava affogando
La più grande ha 12 anni, la più piccola 6: grazie alla loro prontezza è stata evitata una tragedia in un campeggio. Il padre di uno di loro: "Quel ragazzino stava per morire, sono stati coraggiosi ma hanno vissuto con normalità"
di CARMELA ADINOLFI
C'è chi li chiama eroi. Chi dice che hanno fatto qualcosa di straordinario. Ma per Giulio e Debora, 10 anni, Sara di 6 e Martina di 12 aver salvato un loro coetaneo di 8 anni che rischiava di annegare in piscina è "stata la cosa più naturale del mondo". Il "piccolo miracolo" si è consumato lo scorso 9 agosto, nell'arco di pochi minuti di una domenica pomeriggio di mezza estate.
I quattro bambini stanno giocando in quella piscina di un campeggio di Bivigliano, frazione di Vaglia, comune del Fiorentino, che frequentano da sempre. Ma a un certo punto uno di loro, Giulio, intravede sul fondo della piscina il corpo fermo, immobile di un ragazzino. Pensa stia giocando, contando quanti secondi è in grado di rimanere in apnea. Giulio si tuffa, lo raggiunge, ma il bambino non si muove. E allora, intercettato il pericolo, chiama le sue amiche per farsi dare una mano a riportarlo a galla: una lo spinge, altre due lo afferrano per le braccia, mentre Giulio lo riporta in superficie. E' una frazione di secondo: quando il bambino, esanime, viene tirato a bordo l'acqua gli ha già invaso l'addome e i polmoni. "Era cianotico. Aveva il viso e le labbra blu. Stava per morire", ricorda Francesco Demartis, medico e papà di Giulio.
Ed è in quel momento che intervengono gli adulti: una signora pratica il massaggio cardiaco, un altro la respirazione bocca a bocca. Mentre nel frattempo gli altri genitori chiamano i soccorsi. Per un attimo sembra tutto perduto. La mamma del piccolo, disperata, viene tenuta lontano: "Mia moglie, temendo il peggio, ha cercato di proteggerla", aggiunge il signor Francesco. Finché, d'un tratto, messo su un fianco il piccolo comincia a tossire e a espellere l'acqua. Nel frattempo arriva il 118 che trasporta il bambino all'ospedale pediatrico Meyer per accertamenti.
Una storia a lieto fine. Ma anche di straordinario coraggio. "Anche se loro hanno vissuto tutto con normalità, senza auto-gloria. - spiega babbo Francesco - Sono stati tutti educati a essere autonomi, è stato sempre spiegato loro di ragionare con la loro testa . E così hanno fatto anche questa volta". Tant'è che quando è tornato a casa, la sera stessa, Giulio ha detto al papà: "Sono a cena fuori, vado a fare una grigliata con i miei amici", racconta il signor Francesco. Come se non fosse successo nulla. Insomma, se per il mondo degli adulti sono dei piccoli eroi, loro, i quattro amici di Bivigliano pensano di aver fatto solo un gesto normale. Ordinario.
I quattro bambini stanno giocando in quella piscina di un campeggio di Bivigliano, frazione di Vaglia, comune del Fiorentino, che frequentano da sempre. Ma a un certo punto uno di loro, Giulio, intravede sul fondo della piscina il corpo fermo, immobile di un ragazzino. Pensa stia giocando, contando quanti secondi è in grado di rimanere in apnea. Giulio si tuffa, lo raggiunge, ma il bambino non si muove. E allora, intercettato il pericolo, chiama le sue amiche per farsi dare una mano a riportarlo a galla: una lo spinge, altre due lo afferrano per le braccia, mentre Giulio lo riporta in superficie. E' una frazione di secondo: quando il bambino, esanime, viene tirato a bordo l'acqua gli ha già invaso l'addome e i polmoni. "Era cianotico. Aveva il viso e le labbra blu. Stava per morire", ricorda Francesco Demartis, medico e papà di Giulio.
Ed è in quel momento che intervengono gli adulti: una signora pratica il massaggio cardiaco, un altro la respirazione bocca a bocca. Mentre nel frattempo gli altri genitori chiamano i soccorsi. Per un attimo sembra tutto perduto. La mamma del piccolo, disperata, viene tenuta lontano: "Mia moglie, temendo il peggio, ha cercato di proteggerla", aggiunge il signor Francesco. Finché, d'un tratto, messo su un fianco il piccolo comincia a tossire e a espellere l'acqua. Nel frattempo arriva il 118 che trasporta il bambino all'ospedale pediatrico Meyer per accertamenti.
Una storia a lieto fine. Ma anche di straordinario coraggio. "Anche se loro hanno vissuto tutto con normalità, senza auto-gloria. - spiega babbo Francesco - Sono stati tutti educati a essere autonomi, è stato sempre spiegato loro di ragionare con la loro testa . E così hanno fatto anche questa volta". Tant'è che quando è tornato a casa, la sera stessa, Giulio ha detto al papà: "Sono a cena fuori, vado a fare una grigliata con i miei amici", racconta il signor Francesco. Come se non fosse successo nulla. Insomma, se per il mondo degli adulti sono dei piccoli eroi, loro, i quattro amici di Bivigliano pensano di aver fatto solo un gesto normale. Ordinario.
tutta questa polermica mi ha riportato alla mente un film della mia gioventù
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Un aereo con 54 passeggeri, incluso il reporter televisivo Gale Gayley, fa un atterraggio di emergenza proprio davanti a Bernie LaPlante, un ladruncolo da strapazzo. Fedele al suo motto "mantieni un basso profilo", Bernie si dilegua nella notte. La stazione televisiva di Gale offre una ricompensa da 1 milione di dollari per l'identità del misterioso angelo del volo 104. Si presenta John Bubber,vagabondo e impostore, che conosce i dettagli perché Bernie gli ha raccontato tutto sull'accaduto. Ma ..... (Titolo originale - Hero (1992))
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