24.8.20

la violenza può essere anche verbale ed psicologica non solo fisica . ma il passo per l'omicidio è breve . i caso di Biella dove un consigliere augura alle donne di ......

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Il Tulipano - Il Web Magazine Indipendente scritto dal Popolo
Pubblicato da Giuseppe Scano4 h

La banda dei (e delle..) frustrati non perde occasione per mostrare il proprio (basso) livello di cultura: è un'esplosione di ignoranza, di rozzezza e inciviltà senza uguali; ormai ci hanno talmente abituati al loro modo di esprimersi che non fanno nemmeno più sensazione.

  c'era questa risposta  


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E vero ed innegabile che la violenza è dentro di noi come dicono   :  la stessa  ceccardi  in maniera strumentale  in quanto  sembra  che  sia    solo colpa  loro se  l'uomo   e è violenti  .,  sia  l'amico Omar Eustat Arcano in maniera  un po' troppo generico perchè : 1) non tutti gli uomini sono dei potenziali assassini 2) il fenomeno fenomeno agisce indpentemente da tutte le religioni ,  il nostro l'utente 


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Il Guardiano dell'Oscurità
2 g
é? Perché il concetto di famiglia o, quantomeno, di legame affettivo presuppone sempre un orrore culturale derivante dalla vostra religione, cristiana, islamica o ebrea che sia: la presunta superiorità dell'uomo sulla donna e la presunta obbedienza che la donna deve all'uomo. Fino a quando non uscirete da questi schemi criminosi sarete sempre vittime di uno schiaffo e di una coltellata, di minacce e di insulti. Non siate schiave di nulla e di nessuno e non diffondete questo concetto tramite film che accompagnano e giustificano tale schiavitù come normale. Non diffondete questo concetto tramite post sui social network che agiscono come virus nelle menti più deboli, post dove la donna è sottomessa e deve obbedire all'uomo-padrone. Ricordate che il sadismo non è un gioco, ma frutto di una società malata e perversa che vi vuole schiacciate nel ruolo di oggetti di piacere. Anche questo può armare la mente e la mano di un uomo; basta solo questo. E voi ne sarete complici.


  e  che  tali manifestazioni  o giornate  (  la  lotta per  simile cose soprattutto  cosi   brutte   fa  fatta  tutti i giorni  )      da  sole  non servono  a    niente   . ma da come  lo dice  la  Ceccardi sembra  che  le  donne debbano  accettarlo  passivamente   senza reagire  . Ecco quindi   uomini  contro il  femminicidio  ed il sessismo ed  le donne  oltre a  fare  manifestazioni  dovrebero   insistere  sui  governi   sopratutto  con  i ministri   che si  occupano  d'istruzione e servizi sociali  perchè  1) 

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2) insegnare  da parte  dei  genitori   ed   gruppi d'aiuto  familiari  , ecc    Oltre a scendere in piazza  in manifestazioni   \  iniziative di , ovviamente  meglio  queste  che  il  silenzio  ,  dubbio gusto ed di dubbia utilità come panchine colorate contro il bullismo , scarpe rosse contro i femminicidi  a << non insegnare a tua figlia ad essere preda ,insegna a tuo figlio a non essere cacciatore >>( joumana haddad poetessa libanese -1970 - vivente )  3)  insegnare  negli oratori  nel  volontariato  ,   eecc ulnediucazione non violenta  ed  a controllare \ed  gestire    meglio le tue   emozioni    . “controllare”, non reprimere. La rabbia repressa infatti può avere conseguenze ben più pericolose della semplice ira. Per affrontare questo tema ho scelto di proporre  un antico racconto dei nativi americani: la leggenda Cherokee dei due lupi.


un giorno il capo di un grande villaggio decise che era arrivato il momento di insegnare al nipote preferito cosa fosse la vita. Lo porta nella foresta, lo fa sedere ai piedi di un grande albero e gli spiega:

“Figlio mio, si combatte una lotta incensante nella mente e nel cuore di ogni essere umano. Anche se io sono un saggio e vecchio capo, guida della nostra gente, quella stessa lotta avviene dentro di me. Se non ne conosci l’esistenza, ti spaventerai e non saprai mai quale direzione prenderemagari, qualche volta nella vita vincerai, ma poi, senza capire perché, all’improvviso ti ritroverai perso, confuso e in preda alla paura, e rischierai di perdere tutto quello che hai fatica tanto a conquistare.

Crederai di fare le scelte giuste per poi scoprire che erano sbagliate. Se non capisci le forze del bene e del male, la vita individuale e quella collettiva, il vero sé e il falso sé, vivrai sempre in grande tumulto.

È come se ci fossero due grandi lupi che vivono dentro di me: uno bianco, l’altro nero. Il lupo bianco è buono, gentile e innocuo; vive in armonia con tutto ciò che lo circonda e non arreca offesa quando non lo si offende. Il lupo buono, ben ancorato e forte nella comprensione di chi è e di cosa è capace, combatte solo quando è necessario e quando deve proteggere se stesso e la sua famiglia, e anche in questo caso lo fa nel modo giusto; sta molto attento a tutti gli altri lupi del suo branco e non devia mai dalla propria natura.

Ma c’è anche un lupo nero che vive in me, ed è molto diverso: è rumoroso, arrabbiato, scontento, geloso e pauroso. Le più piccole cose gli provocano accessi di rabbia; litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Non riesce a pensare con chiarezza poiché avidità, rabbia e odio in lui sono troppo grandi. Ma è rabbia impotente, figlio mio, poiché non riesce a cambiare niente. Quel lupo cerca guai ovunque vada, perciò li trova facilmente; non si fida di nessuno quindi non ha veri amici.

A volte è difficile vivere con questi due dentro di me, perché entrambi lottano strenuamente per dominare la mia anima.”

Al che, il ragazzo chiede ansiosamente: “Quale dei due lupi vince, nonno?”

Con voce ferma, il capo risponde:

“Tutti e due, figlio mio. Vedi, se scelgo di nutrire solo il lupo bianco quello nero mi aspetta al varco per approfittare di qualche momento di squilibrio, o in cui sono troppo impegnato e non riesco ad avere il controllo di tutte le mie responsabilità, e attaccherà il lupo bianco, provocando così molti problemi a me e alla nostra tribù; sarà sempre arrabbiato e in lotta per ottenere l’attenzione che pretende. Ma se gli presto un po’ di attenzione perché capisco la sua natura, se ne riconosco la potente forza e gli faccio sapere che lo rispetto per il suo carattere e gli chiederò aiuto se la nostra tribù si trovasse mai in gravi problemi, lui sarà felice e anche il lupo bianco sarà felice ed entrambi vincono. E tutti noi vinciamo.”

Confuso, il ragazzo chiede:

“Non capisco, nonno, come possono vincere entrambi?”

Il capo continua:

“Vedi, figlio mio, il lupo nero ha molte importanti qualità di cui posso aver bisogno in certe circostanze: è temerario, determinato e non cede mai; è intelligente, astuto e capace dei pensieri e delle strategie più tortuose, caratteristiche importanti in tempo di guerra. Ha sensi molto acuti e affinati che soltanto chi guarda con gli occhi delle tenebre può valorizzare. Nel caso di un attacco, può essere il nostro miglior alleato.”

Poi il capo tira fuori due pezzi di carne dalla sacca e li getta a terra, uno a sinistra e uno a destra. Li indica e dice:

“Qui alla mia sinistra c’è il cibo per il lupo bianco, e alla mia destra il cibo per il lupo nero. Se scelgo di nutrirli entrambi, non lotteranno mai per attirare la mia attenzione e potrò usare ognuno nel modo che mi è necessario. E, dal momento che non ci sarà guerra tra i due, potrò ascoltare la voce della mia coscienza più profonda e scegliere quale dei due potrà aiutarmi meglio in ogni circostanza.

Vedi, figlio mio, se capisci che ci sono due grandi forze dentro di te e le consideri con uguale rispetto, saranno entrambi vincenti e convivranno in pace; e la pace, figlio mio, è la missione dei cherokee, il fine ultimo della vita. Un uomo che ottiene la pace interiore ha tutto; un uomo che è lacerato dalla guerra che si combatte dentro di lui, è niente.”


 La morale di questa storia, secondo me è questa: in quanto esseri umani quotidianamente affrontiamo la battaglia tra le forze della luce e delle tenebre che si battono per attirare la nostra attenzione e il nostro appoggio. Ogni giorno abbiamo l’opportunità di riconoscere questi nostri aspetti, con le loro infinite sfumature. La domanda è: riusciamo a scegliere di relazionarci con ogni parte di noi oppure assumiamo un atteggiamento di giudizio verso alcune parti?

Siamo stati educati a pensare che per essere “normali” dobbiamo avere una sola personalità, “buona” e “luminosa”. Però, quando ci si rifiuta di scendere a patti con tutte le parti di se stessi e si va incontro ad atti di auto sabotaggio e a compiere atti stupidi e incauti.

Sta a ognuno di noi nutrire in modo saggio tutte le parti del sé. Anche se possiamo non essere consapevoli di tutte le caratteristiche che ci abitano (tutta la luce e tutta le tenebre, il santo e il peccatore, il gentile e il maligno ecc.) queste giacciono in noi addormentate e possono farsi avanti in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza  sta   a noi   se   reprimerle   o  incanalarla   verso   qualcosa  di  costruttivo 


 




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