Diversi mesi fa, Marta Loi ha dovuto sottoporsi ad un aborto terapeutico di gravidanza, ovvero un aborto effettuato oltre il 90esimo giorno di gestazione e dovuto a motivi clinici riguardanti la salute della madre e/o del feto.Nel momento dell’aborto, Marta Loi aveva dato indicazioni per non seppellire il feto. Diversi mesi dopo, indagando sulla questione, la giovane donna ha scoperto che non solo le sue richieste non erano state soddisfatte, ma che il feto era stato seppellito in un cimitero, sotto una croce che portava il nome di sua madre.Marta Loi racconta la sua storia su Facebook, perché vuole denunciare quanto la pratica messa in atto a sua insaputa abbia violato gravemente la sua privacy, ignorato le sue volontà e violato il corpo di suo figlio.La foto pubblicata insieme all'incipit della sua storia pubblicata su Facebook è impressionante
Il dibattito sollevato da Marta Loi , giovane donna non intacca, ovviamente, il diritto di tutte le donne che nella tumulazione del feto trovano un conforto, un aiuto nell’elaborazione di un’esperienza che può coincidere in tutto e per tutto con quella di un lutto, né, altrettanto ovviamente, c’è spazio per il benché minimo giudizio sulla decisione, quale che sia, di una donna che abortisce (per volontà o cause naturali) rispetto alla destinazione del feto una volta espulso dal proprio corpo.
particolare della “Deposizione” di Michelangelo Merisi da Caravaggio |
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