1.10.20

le solite vergogne italiane e la legge burletta della privacy Subisce aborto terapeutico: dice no al seppellimenti ma seppelliscono il feto a sua insaputa in una tomba con il suo nome

Diversi mesi fa, Marta Loi ha dovuto sottoporsi ad un aborto terapeutico di gravidanza, ovvero un aborto effettuato oltre il 90esimo giorno di gestazione e dovuto a motivi clinici riguardanti la salute della madre e/o del feto.Nel momento dell’aborto, Marta Loi aveva dato indicazioni per non seppellire il feto. Diversi mesi dopo, indagando sulla questione, la giovane donna ha scoperto che non solo le sue richieste non erano state soddisfatte, ma che il feto era stato seppellito in un cimitero, sotto una croce che portava il nome di sua madre.Marta Loi racconta la sua storia su Facebook, perché vuole denunciare quanto la pratica messa in atto a sua insaputa abbia violato gravemente la sua privacy, ignorato le sue volontà e violato il corpo di suo figlio.La foto pubblicata insieme  all'incipit    della  sua storia  pubblicata   su Facebook è impressionante



Le immagini si sa, sono più potenti del testo , "arrivano prima".
Ecco...inizio scrivendo che questa non è la mia tomba, ma è quella di mio figlio.
Mesi fa, condividevo con sdegno un post sullo scandalo delle proposte, in giro per l'Italia, in merito a cimiteri di feti e prodotti del concepimento senza il consenso delle donne.....

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 in un cimitero è stata piantata una croce con il nome della donna: Questa non è la mia tomba, ma è quella di mio figlio. Prosegue raccontando la sua storia: Nel momento in cui firmai tutti i fogli relativi alla mia interruzione terapeutica di gravidanza, mi chiesero: ‘uole procedere lei con esequie e sepoltura? Se sì, questi sono i moduli da compilare’. Risposi che non volevo procedere, per motivi miei, personali che non ero e non sono tenuta a precisare a nessuno. Avevo la mente confusa, non ho avuto la lucidità sufficiente per chiedere cosa succedesse al feto.<< [...] Un altro aspetto della vicenda >>, come  afferma questo  articolo di  https://www.thesocialpost.it/ del 30\9\2020 << è notevolmente grave: la violazione della privacy porta la donna a essere vittima di giudizio, in quanto viene palesata una scelta (quella di abortire), difficilissima e molto spesso estremamente dolorosa, dando la possibilità al mondo esterno di giudicare quella scelta, e anche quella di non voler seppellire un figlio (dato che viene chiarito con questa pratica che qualcun altro lo ha fatto al posto suo).>>
Il dibattito  sollevato da Marta  Loi ,  giovane donna non intacca, ovviamente, il diritto di tutte le donne che nella tumulazione del feto trovano un conforto, un aiuto nell’elaborazione di un’esperienza che può coincidere in tutto e per tutto con quella di un lutto, né, altrettanto ovviamente, c’è spazio per il benché minimo giudizio sulla decisione, quale che sia, di una donna che abortisce (per volontà o cause naturali) rispetto alla destinazione del feto una volta espulso dal proprio corpo.
particolare della “Deposizione”
di Michelangelo Merisi da Caravaggio

La  questione è piuttosto il tema della libera scelta, che, in un paese democratico e liberale quale è (  dovrebbe  essere  ) l’Italia, è individuale, sì, soprattutto se non sei donna. Perché se sei donna  l’arbitrio diventa esercizio (anche) collettivo, e non più solo individuale. Un arbitrio mezzo libero e mezzo no. << [....] IL   punto vero >>  come dice   https://www.peopleforplanet.it/ in questo articolo  tumulazione-del-feto-in-italia-la-liberta-e-individuale-se-non-sei-donna/  <<  di questa gigantesca strategia del dolore, della paura, del disprezzo e del senso di colpa è il tentativo di reprimere, di comprimere, di azzerare la libertà di scelta delle donne>>. Una strategia di cui la donna sia consapevole il meno possibile. “Ho assistito in diretta al dramma di questa donna che ha trovato il suo nome sulla tomba”, ha dichiarato l’ex ministra Pd Livia Turco,
 “credo sia giusto rispettare la dignità dei feti con una sepoltura, ma qui siamo davanti a una umiliazione delle donne, a una colpevolizzazione violenta”. Il dubbio espresso dalla Turco è poi lo stesso nostro: “Succede solo a Roma o anche altrove? Questo è un campanello di allarme, se serve una modifica della legge si intervenga subito“. Intanto, notizia delle ultime ore, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di aprire un’istruttoria, definendo la vicenda “dolorosissima”.>>

Quindi  concludendo mi  chiedo   ma  la legge sulla  privacy che  ci sta    a fare  . non sarebbe meglio abolirla .    voi cosa ne  pensate   ?
potete   commentare qui  o  sui   social  (dove  potete  trovare   ulteriori aggiunte   ed  approfondimenti) appendici  di questo nostro blog  : 
 

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