"La mia vita a 20 anni senza smartphone. Rubrica di carta, telefono fisso e cartina per orientarsi


"La mia vita a 20 anni senza smartphone. Rubrica di carta, telefono fisso e cartina per orientarsi"
Laura Vallaro abita in provincia di Torino, è iscritta a Scienze forestali ed è portavoce dei Fridays For Future Italia: "Mi piace essere concentrata su quello che vivo, senza distrazioni"
Di   Adalgisa Marrocco
                              da  https://www.huffingtonpost.it/  02/04/2021 10:03am CEST

l telefono squilla. Due, tre volte. “Pronto”. E pronta, dall’altro capo del filo, c’è Laura Vallaro, vent’anni, studentessa di Scienze Forestali a Torino. Sta per raccontarmi la sua storia. Come stabilito la chiamo all’ora di cena sul telefono di casa perché, mi confessa, “lo smartphone non ce l’ho per scelta etica”. Ha le idee chiare e la voce squillante questa ragazza di Chieri, neo-eletta tra i portavoce nazionali dei Fridays For Future, movimento ambientalista internazionale di protesta nato grazie a Greta Thunberg.

Laura, com’è nato il tuo impegno a difesa dell’ambiente?
Fin da bambina ho sempre amato la natura, in particolare la montagna. Già nel 2015, in occasione della Conferenza internazionale sul clima di Parigi, mi era capitato di partecipare a manifestazioni ambientaliste. L’amore per la natura mi ha poi portata ad iscrivermi a Scienze Forestali e, quando ho conosciuto Fridays For Future, si è aperto un mondo. Ho condiviso fin da subito le motivazioni e l’impegno del movimento. Penso che le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo siano determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. Purtroppo la politica internazionale fatica ancora a rendersi conto della situazione e non affronta la crisi climatica come una situazione di emergenza.

Greta Thunberg è un modello.
Assolutamente sì. Greta Thunberg è partita giovanissima dalla Svezia, non si è mai fermata, ha fatto sentire la sua voce al mondo intero. È arrivata a parlare ai grandi della Terra per spiegare che dalla salute dell’ambiente dipende l’intera umanità. Ci ha dimostrato che ognuno di noi, nel suo piccolo, può arrivare a fare tanto per il mondo. Ci ha insegnato che bisogna agire e non più rimandare.

Come vedi il tuo futuro?
Non mi pongo obiettivi a lunghissimo termine. Non so dove sarò tra dieci anni. Per il momento ho intenzione di continuare a battermi per un futuro migliore e di terminare gli studi: voglio laurearmi in Scienze Forestali, una facoltà che potrebbe aiutarmi nella mia missione.

Cosa dicono a casa del tuo impegno?
A casa amiamo tutti la natura. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta in queste battaglie. Mio fratello è attivista di Fridays For Future, proprio come me. E anche papà appoggia quello che facciamo, spesso ci dà una mano. Siamo tutti sulla stessa linea.

Laura, tu non hai il cellulare. Com’è nata questa scelta?
All’inizio, quando ero più piccola, è stato per volere dei miei genitori. Crescendo, mi hanno lasciata libera di scegliere se averne uno, ma io non ne ho sentito il bisogno. Ho fatto una scelta etica, pensando a tutte le risorse che servono per fabbricare i dispositivi elettronici, allo sfruttamento dei lavoratori che spesso sono minorenni. E poi ci sono altre ragioni.

Racconta.

Mi piace essere concentrata su quello che vivo, ogni attimo, senza distrazioni. Se faccio una passeggiata voglio poter osservare quello che mi circonda senza dover rispondere a messaggi e chiamate.

Davvero non ti è mai mancato il cellulare?
Forse ai tempi delle superiori, quando tutti i compagni di classe ce l’avevano. Poi ho capito che saper mantenere un contatto con i propri amici non dipende dallo smartphone. Tuttavia se un giorno dovessi averne assoluto bisogno, lo comprerei: preferibilmente usato per evitare ulteriori danni alle risorse e all’ambiente.

A proposito: durante la pandemia, col distanziamento sociale, i tuoi coetanei e i ragazzi anche più giovani hanno sfruttato il cellulare e la tecnologia per sentirsi più vicini. Tu come ti sei comportata?
Per fortuna non mi è toccato ricorrere al piccione viaggiatore (ride, ndr). Oltre al telefono fisso, possiedo un computer tutto mio. Quindi ho una mail e sono sui social network. Accedo per il tempo necessario, leggo e rispondo ai messaggi, seguo le lezioni online. Non sono iperconnessa, ma ho tutto ciò che serve per comunicare. In fondo, fino a qualche anno fa la mia situazione avrebbe rispecchiato la normalità. Penso che durante l’ultimo anno le vere difficoltà abbiano riguardato chi deve condividere il pc con altri membri della famiglia, e soprattutto chi non può permettersene uno o non ha accesso a una connessione che gli consenta di studiare.

Tra i tuoi amici e conoscenti, c’è qualcuno che ha fatto la stessa scelta?
Anche mio fratello ha scelto di non avere un cellulare. E devo dire che tra i miei amici, moltissimi ce l’hanno ma ne fanno un uso parsimonioso e consapevole, senza farsi assorbire.

Con l’organizer come fai? E se in giro ti perdi o hai un imprevisto?
Uso una normalissima sveglia da comodino e per i numeri di telefono che non ricordo a memoria ho una rubrica vera, di carta: è molto comoda e più sicura di quella digitale, che può andare perduta se il cellulare si rompe. Per quanto riguarda gli spostamenti, quando so di dover andare in un posto che non conosco guardo Google Maps già sul computer a casa o mi premunisco di cartina. In caso di imprevisti o emergenze chiedo aiuto alle persone, amici o passanti: c’è sempre qualcuno disposto ad aiutare.

Commenti

Post popolari in questo blog

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

s-come-selen-sposa-s-come-sara-sex due destini che s'incrociano

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise