16.11.23

il polpo un essere di un intelligenza superiore che noi umiliamo come pietanza; come fosse un'insalata.

 Credo    che  come   ho  diminuito   i mangiare  carne     diminuirò il mangiare  pesce  . Questo  racconto     trovato  su  facebok  , mi  fa entrare  un po' in crisi in quanto  il polpo è uno  dei miei iatti   preferiti 

 “Quando l'ho catturato era giustamente terrorizzato, lottava offrendomi uno o due tentacoli, sperando fossi una murena (amico mio, io e i miei consimili siamo assai peggio di qualsiasi murena).

Col pensiero gli dicevo "tranquillo, non voglio farti male ma solo spostarti da qui, ci passa troppa gente", che pensiero stupido.Si è calmato, allora ho mollato la presa. Si è spostato dietro il mio braccio e mi guardava. Istintivamente sapeva che il pericolo viene dai miei occhi, e se ne teneva distante, ma non riusciva a non guardare. Poi ha aderito totalmente
alla mia pelle, leggerissimo, senza presa, ma ben ancorato con le ventose centrali. I tentacoli mi toccavano appena ed ho capito che mi stava studiando, cercava di capire. La sua colorazione, inizialmente bianca di terrore, poi rossa di lotta adesso era moderatamente mimetica, tranquilla. Solo i due tentacoli frontali, più scuri, fiammeggiavano di coraggio e di curiosità. Il patagio tra i tentacoli si era allargato ad avvolgermi.Cosa voleva prendere da me?
Un pensiero mi ha attraversato la mente, come se non fosse mio, come se venisse da fuori entrato dalla mia pelle. Il calore! Gli piaceva? Gli interessava? Lo voleva "capire"? Senza mai smetterla di guardarmi negli occhi, mi percepiva con tutto il suo corpo. Sentivo che comunicavamo ma senza parole, senza mente. Una sensazione devastante, per me, letteralmente insopportabile. Una forma di vita, di intelligenza, sicuramente non inferiore alla mia, anzi sicuramente superiore alla mia e a quella di moltissimi dei miei conspecifici, mi voleva conoscere. Non per mangiarmi, non per cacciarmi dal suo territorio (o qualcun'altra umana stronzata) ma per conoscermi, per sapere di me. Un essere affamato di sensazioni che gli lampeggiano sulla cute, pure, mai filtrate, un esploratore. L'ho indotto ad andare via, chi si avvicina agli umani muore e muore male.E' diventato rosso cupo, il colore della fuga, e si è diretto verso uno spacco invincibile tra le rocce. Dove volevo io. Un attimo prima di tuffarsi nel buio si è fermato, è diventato di mille colori, poi è sparito. Cosa mi hai detto, cosa hai provato?? Sono tornato a terra diverso, per sempre. Queste parole gliele devo. Magari qualcuno, leggendo questa poca cosa, inizia a voler capire.”Grazie davvero #GiorgioPaesani per le parole, che ci restituiscono in maniera perfetta un essere di un intelligenza superiore che noi umiliamo come pietanza; come fosse un'insalata.

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