per sfuggire alla solita retorica belliccista , nazionalista mi sono riletto dopo anni il libricino 20 sigarettea Nassirya ( copertina sinistra ) . Esso è anche un film del 2010 diretto da Aureliano Amadei, tratto dal romanzo Venti sigarette a Nassirya scritto dallo stesso Amadei con Francesco Trento.Il film narra come il romanzo \ reportage la vicenda autobiografica dello scrittore-regista, coinvolto nell'attentato del 12 novembre 2003 contro la base militare italiana di Nāṣiriya: «Ho cercato di raccontare l'umanità delle persone, anche dei militari, senza retorica. In Iraq mi ci sono trovato per caso e non ci tornerei mai», ha raccontato Amadei.Mi ricordo che quando gli autori lo presentarono nel mio paese , avevo le lacrime agli occhi più di quanto vedevo in tv le immagini della strage e dei funerali di stato .
Aureliano è un giovane che sogna il cinema. In attesa della vera occasione, si diletta facendo il filmmaker nei centri sociali, lontano dalle responsabilità degli adulti, finché il regista Stefano Rolla chiede a sua madre i fondi per girare un film ambientato in Iraq e gli propone il ruolo di assistente. Aureliano accetta frettolosamente la proposta contro il volere di tutti, genitori e amici, tra cui la sua ex Claudia, di cui è ancora innamorato.All'indomani del suo arrivo a Nāṣiriya, si trova vittima di un attentato terroristico.
Un libro intenso fiero ed indigesto . Cruo se vogliamo ed diretto che refugge da iogni retorica . Ed unisce il linguasgio giornalistico a quello letterario
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