Senza titolo 42
traggo questo post dalla ML\Nw di www.laperquisa.it ( scusate se non scrivo qualcosa di mio ma ho un esame tra pochi giorni )
L'elogio della poverta'
poverta' e' la condizione naturale dell'Uomo, o almeno cosi' dovrebbe
essere.
Prima che la pubblicita' iniziasse a marciare col passo dell'oca nelle
nostre teste, era evidente a tutti che l'uomo saggio non e' colui che ha
tutto, bensi' colui che a tutto puo' rinunciare. In questa rinuncia vi
e' la sostanza della nostra liberta'.
Noi poveri, meravigliosi straccioni! Anche qui nell'Occidente dorato e
moralmente miserabile, perche' la poverta' non e' solo economica e
materiale ma spirituale. Anche noi, che abbiamo di tutto di piu', in
realta' non siamo che poveri automi narcotizzati e ipnotizzati, vestiti
di nulla, al guinzaglio dei bottegai globali con le mani pulite e la
faccia da galera.
E in questa strana dittatura, il cui ambasciatore e' Topolino e il cui
mantra silenzioso e subliminale e' produciconsumacrepa, la poverta'
diventa il crimine piu' orrendo.
La poverta' e' la nostra ricchezza e la nostra liberta', una immane
sfida contro i prepotenti della Terra, una tremenda testimonianza del
disastro dell'ideologia senza volto e senza anima. Merita quindi un
grande elogio la poverta', motore inarrestabile del riscatto di un'Umanita' senza piu' dignita', senza piu' misura, senza piu'
equilibrio: senza piu' scampo.
Alla banda di bruti che governano i nostri destini, che conoscono il prezzo di tutto e il valore di nulla, contrapponiamo la nobilta', la
dignita', lo sguardo fiero, invincibile e rivoluzionario della stirpe
dei senza re.
[Tritemius]
- si desidera qui ed altrove ringraziare molto assai antonella, del sito con cui orgogliosamente collaboro www.censurati.it
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