7.3.13

perchè l'8 marzo va ricordato e la menoria dev'essere viva


Domani  è l'8 marzo e  non so cosa  scrivere    che non sia retorico  , noioso  , ripetitivo  .  Potrei scrivere     qualche storia   di donna coraggiosa  , ma  : 1) ne  ho già parlato  recentemente  qui qui raccontando  la storia dell'Obama  Sud Africana la compagna    di Biko    2) ho poco  tempo e  voglia di cercarne altre . Potrei parlavi  ( ma  l'ho   fatto l'anno  scorso  ) )  della mia esperienza  con donne che  si ghettizzano  l'8 marzo  anziché celebrarlo  con  gli uomini o  far  capire   alla maggior  parte  degli  uomini  cosa è  l'8 marzo cioè   che  non  è solo spogliarelli maschili o pizzate  \  cene   di sole  donne  . Potrei ...  Ma  forse  l'idea migliore  la  sarebbe   visti i nuovi lettori \  lettrici che  ho  su facebook  e  su plusgoogle    fare  un post  sul  perchè  io  uomo  ricordo  l'8 marzo  e  cerco di combattere  (  fra alti e  bassi e  cadute ) il  mio maschilismo \ sessismo  che  è in me    ) ma  soprattutto come sono arrivato a non considerarlo solo ed  esclusivamente  festa  commerciale  .
Inizialmente   , nonostante sia  cresciuto  in una famiglia  ( escludendo i miei nonni materni e paterni  della generazione pre '60\70 ) progressista e impegnata  nella lotta dei diritti civili  vedevo  tale festa  solo come qualcosa  di commerciale  e retorico . Poi  dopo aver letto ,, una rubrica  del settimanale  topolino , mi pare   un succede oggi o qualcosa del genere , in cui  si parlava della giornata del 8 marzo (  nell'articolo sotto ulteriori notizie  )   e  questa  storia   sagace  e divertente   di Asterix  (  http://it.wikipedia.org/wiki/Asterix_la_rosa_e_il_gladio
la  copertina originale


 . 
 quella   definitiva  
e gli avvenimenti    che determinarono al scelta   di tale data simbolica per i diritti delle donne  decidetti  dal 2004\5  di coltivare la memoria   di tale  data  . Ora  Poiche  non sono capace  di  grandi discorsi   senza  cadere  nella retorica   lascio la parola   ad una donna (  una  di quelle  non  si ghettizzano   vedere fra  gli url  sopra   fenomeno sempre  più  diffuso  nelle generazioni del riflusso   culturale    degli anni  80\90  e del  craxismo  e berlusconismo   )  che sa raccontarlo meglio  di me  

Dalle operaie di Ny alle sartine di Barletta

di ANAIS GINORI

TRIANGLE era il nome della fabbrica tessile dove lavoravano le operaie di New York che perirono nel rogo del marzo 1911. È in memoria di quelle vittime - per convenzione si dice fossero 146, anche se il numero preciso non si è mai saputo - che si commemora ogni anno, l'8 marzo, la giornata internazionale delle donne, fin dal principio legata alla condizione del lavoro e a una discriminazione che riteniamo oggi scomparsa, almeno in Occidente.



Ci si può rifiutare di partecipare alle celebrazioni un po' loffie, mimose&cioccolatini, di questa giornata dedicata alle donne e ai loro diritti: la parità non c'è ancora, il corpo femminile continua a essere un campo di battaglia e poi gli uomini allora? A loro spettano gli altri 364 giorni all'anno? Tutto vero. Eppure, come in una macchina del tempo, quel 1911 può tornare con sconcertante attualità.
Triangle è infatti il titolo del documentario che Costanza Quatriglio ha incominciato a girare e sarà pronto tra qualche mese. La regista, già autrice del bel film Terramatta, presentato allo scorso festival di Venezia, riallaccia un filo simbolico tra quel rogo newyorchese e quello che è avvenuto, esattamente cento anni dopo, in quel di Barletta, Puglia. Ottobre 2011. Di nuovo un'azienda tessile, cinque operaie vittime nel crollo della palazzina fatiscente in cui erano segregate. 
Quatriglio indaga la condizione materiale, psicologica ed esistenziale di queste sartine. Il paragone storico può sembrare azzardato. Un secolo fa le donne non votavano, non andavano a scuola, non potevano divorziare né scegliere se e quando fare figli. "La connessione tra questi due eventi tragici, così lontani fra loro - spiega la regista - è data dalla totale mancanza di percezione dei propri diritti da parte delle operaie".
Dal taylorismo di inizio Novecento al precariato post-globalizzazione degli anni Zero, c'è come un destino circolare che si ripete, in una geometria variabile dell'emancipazione. Può capitare così che in un angolo d'Italia ci siano donne che non riescono ad affrancarsi da quella che Quatriglio definisce "una gabbia psicologica e mentale". Hannah Arendt scriveva: "La libertà va rimessa al mondo ognii giorno". Buon 8 marzo.

con questo     sulle note   di questa  canzone


1 commento:

Enly ha detto...

Asterix e Obelix GRANDI SEMPLICEMENTE THE BEST me li ricordo i primi fumetti che ho avuto a casa (soltanto due per l'esattezza) di Asterix e Obelix me li ricordo a memoria tutte le scene.

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