Lo si che molti miei utenti mi diranno che sono buonista o che non parlo dei crimini che essi commettono e menate varie . Ma : 1) i crimini li pote leggere su tutti i giornali sia quelli populisti e malpancisti ma anche ni 2) preferisco raccontare anche un altro lato che viene tenuto ai margini dell'immigrazione
LA FESTA DELLA POLIZIA
Meme e Brahima ce l’hanno fatta e si sono integrati
Arrivati come rifugiati hanno studiato e ora lavorano. A entrambi consegnato un attestato per operosità e onestà
Roberto Curto
FELTRE. C’è chi ce la fa e si affranca dalla situazione di migrante e rifugiato. Così, ieri mattina, la Festa della polizia, è stata l’occasione per premiare due ragazzi africani, con storie molto diverse, di nazionalità diverse, ma entrambi fortemente motivati a cercare l’integrazione con il territorio che li ha ospitati. Sono Meme Gonbah Toure e Brahima Fofana: il primo della Liberia, il secondo dalla Costa d’avorio. Entrambi hanno ricevuto dal questore Morelli e dal prefetto Esposito l’attestato per operosità e onestà e l’applauso convinto del pubblico presente al Teatro de la Sena. La storia di Fofana, in particolare, dimostra come, con la volontà si possano rompere le barriere della diffidenza e trovare un proprio posto nella realtà locale.
Bisogna metterci impegno e Brahima ce l’ha messa tutta: «Sono arrivato nel 2015 e non appena ho potuto mi sono iscritto al corso serale di scuola media con lezioni al campus di Borgo Ruga perché volevo imparare l’italiano quanto prima possibile. Poi ho preso parte a un corso di formazione organizzato con “Garanzia giovani”, dedicato all’accoglienza turistica, dove oltre alla lingua ho potuto imparare, la cultura, la storia e le tradizioni. Sono stato mandato a fare lo stage in Birreria Pedavena e al termine del periodo di prova il Proprietario, Lionello Gorza, ha deciso di tenermi. Ora lavoro come aiuto in cucina. Mi trovo bene, si lavora sodo ma mi piace. Nel tempo libero mi piace fare sport, soprattutto giocare a calcio».
Lavora anche il liberiano Toure, che subito dopo avere ricevuto il premio si affretta a lasciare il teatro: «Mi aspetta il lavoro nell’orto», afferma. Anche lui, giunto a Feltre alcuni anni fa, ha mostrato la volontà di integrarsi e ha raggiunto il risultato.
Altro momento che ha strappato applausi è stato quello della consegna dell’attestato di “Amica della polizia” alla giovane Caterina e alla sua famiglia. La ragazzina è salita sul palco con il papà e dopo avere ricevuto l’attestato ha risposto con il saluto militare.
Roberto Curto
FELTRE. C’è chi ce la fa e si affranca dalla situazione di migrante e rifugiato. Così, ieri mattina, la Festa della polizia, è stata l’occasione per premiare due ragazzi africani, con storie molto diverse, di nazionalità diverse, ma entrambi fortemente motivati a cercare l’integrazione con il territorio che li ha ospitati. Sono Meme Gonbah Toure e Brahima Fofana: il primo della Liberia, il secondo dalla Costa d’avorio. Entrambi hanno ricevuto dal questore Morelli e dal prefetto Esposito l’attestato per operosità e onestà e l’applauso convinto del pubblico presente al Teatro de la Sena. La storia di Fofana, in particolare, dimostra come, con la volontà si possano rompere le barriere della diffidenza e trovare un proprio posto nella realtà locale.
Bisogna metterci impegno e Brahima ce l’ha messa tutta: «Sono arrivato nel 2015 e non appena ho potuto mi sono iscritto al corso serale di scuola media con lezioni al campus di Borgo Ruga perché volevo imparare l’italiano quanto prima possibile. Poi ho preso parte a un corso di formazione organizzato con “Garanzia giovani”, dedicato all’accoglienza turistica, dove oltre alla lingua ho potuto imparare, la cultura, la storia e le tradizioni. Sono stato mandato a fare lo stage in Birreria Pedavena e al termine del periodo di prova il Proprietario, Lionello Gorza, ha deciso di tenermi. Ora lavoro come aiuto in cucina. Mi trovo bene, si lavora sodo ma mi piace. Nel tempo libero mi piace fare sport, soprattutto giocare a calcio».
Lavora anche il liberiano Toure, che subito dopo avere ricevuto il premio si affretta a lasciare il teatro: «Mi aspetta il lavoro nell’orto», afferma. Anche lui, giunto a Feltre alcuni anni fa, ha mostrato la volontà di integrarsi e ha raggiunto il risultato.
Altro momento che ha strappato applausi è stato quello della consegna dell’attestato di “Amica della polizia” alla giovane Caterina e alla sua famiglia. La ragazzina è salita sul palco con il papà e dopo avere ricevuto l’attestato ha risposto con il saluto militare.
Roberto Curto
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