dal profondo nord al profondo sud . la storia di Isabella Ferrigato che da Schio paese del veneto è venuta a Carloforte paese del sulcis -iglesiente sud sardegna

 A volte  basta una semplice   intervista  (  in realtà  è  una  chiacchierata  )  per   rimuovere    pregiudizi   e preconcetti   localistici provinciali       anche se  non cosi violenti  ( anche    se  il confine    soprattutto quando  non hai  strumenti  culturali    alle  spalle    è labile  )  come  quelli di    



  

  che    spesso   ci facciamo  sugli abitanti  di una determinata  regione   dopo   una  esperienza  negativa  . Ma  soprattutto a sfatare   che  le persone   sia  attratte  dalla   tua  terra  solo perchè  ne  sentono  parlare   in maniera  mitizzata     ed  esaltata  per  stereotipi ed  luoghi comuni  .Quando  invece  , come  dimostra   sia  la  storia    ,  ne avevo parlato  nel  post   : <<  benvenuta   al sud  dal veneto al   sud  della  Sardegna  la   storia di  Isabella Ferrigato   >>  della stesa protagonista  . Dopo aver  visto  , oltre il servizio  della trasmissione    di sabato scorso     ed  esplorato  un po'  i  suoi profili facebook ed   istangram  ( da  cui  ho tratto  le  foto  per  questo post  )   ,  ho deciso  di  altre a metterla  fra  i contatti d'invitarla  nella  nostra  pagina  facebook  di  farci   una  chiacchierata che  trovate  sotto  .


  

 1)    hai scelto  tu   di venire   qui ho ti hanno mandato loro   ? 

 Ho visto la Sardegna grazie alla conoscenza di quello che oggi è un fratello, più che un ex fidanzato. Un sardo del sulcis che vive da 25 anni in Veneto. Con lui, ogni estate ho visiato tutta l'isola. A ogni rientro dalle vacanza vivevo un dramma, il Veneto non mi apparteneva più, sentivo la Sardegna che mi chiamava come le sirene per Ulisse.

Avendo una famiglia stupenda alle spalle, e sentendo che non avrei lasciato nulla e nessuno, ho chiesto il trasferimento del luogo di lavoro. E dopo tre anni, da Padova sono arrivata nel Sulcis, meta da me scelta.

2)   quale  è stato  il primo impatto  con  una  regione   che  magari conoscevi  solo   per  turismo  ? e  quindi la lontananza  dalla  tua   regione  ?

L'impatto con il territorio sulcitano è stato duro, aspro, difficile. Sono laureata al dams, ho 4anni di scuola di specializzazione di aarteterapia post laurea, ho lavorato con centinaia di pazienti come arteterapeuta, ho instaurato infinite relazioni per empatia e comprensione posso dire di esser stata d'aiuto a molti, ma l'impatto con questa terra ha azzerato e stravolto ogni mia esperienza e conoscenza

3 )  Come  ti  sei trovata    con la lingua  sarda   fatta  di   numerose  varianti   e  di  due lingue   estranee   come il tabarchino  e  il catalano ?

Prima di tutto si trattava proprio di una questione di tempo. In Veneto si cerca di ottimizzare tutto, anche un dialogo, una discussione, una chiacchierata deve sempre avere un fine, dev'essere utile a qualcos'altro, deve servire. In Veneto tutto si misura col FARE, non c'è parola o argomento che regga se non supportato con un gesto, un fatto, un accadimento. Mentre qui la Parola assume i connotati del FARE, ogni parola detta è un fatto, una certezza, ed è da considerarsi sacra. Questo mi ha totalmente destabilizzato perché il linguaggio, in Veneto, è assolutamente un "in più" una decorazione a ciò che è stato fatto, quindi non può reggere da solo, non corrisponde a realtà, non ha identità. Mentre per il sardo ogni parola è legge sacrosanta, è verità, è molto di più di un fatto. E questo ho impiegato mesi per capirlo, mesi di scontri, di incomprensioni, di arrabbiature. Poi, cercando il più possibile di comprendere dove sbagliavo, ho deciso di pormi il problema. Perché non riesco a spiegarmi? Perchè fatico a farmi capire? Con una buona dose di umiltà mi sono messa in discussione e ho compreso cosa era veramente importante e cosa invece richiedeva meno sforzo. E così mi sono ambientata benissimo e ho iniziato a stimare ed essere stimata, con affetto reciproco. La leggerezza qua non è mai stata un problema perché qui, nel Sulcis, si parla perfettamente la lingua italiana. Poi quando usavano la lingua sarda ero io che cercavo di capire e farmi tradurre per imparare piano piano.

6)  commentando    e  ringraziando  per  il  servizio su rai tre  (  vedere  precedente  Post  dici   sulla  bacheca   facebook   : << A me sembra tutto così normale. >>  Spiega  meglio     questo  concetto 

é talmente forte , come  hai  precedenti potuto notare  sia     nelle   righe precedenti  sia  nell'interistata  da  te  citata  ,    è l'amore che nutro per questa terra che ho sentita subito mia, di appartenerle, di esserle figlia. Quindi posso dire che è la Sardegna che mi ha scelto e non viceversa. Con la frase "a me sembra tutto normale" intendo che non ci vedo nulla di speciale nella mia scelta. Ho 49 anni, tutti vissuti in Veneto, una terra meravigliosa che mi ha cresciuto, mi ha dato lavoro, studio, cultura, amici, famiglia. A questa età fai un po' il punto della tua vita, e la cosa che più mi mancava era il mare, i colori, i profumi della mia nuova terra, la Sardegna. Ho un a famiglia di fratelli e nipoti che amo e che mi viene spesso a trovare. Mio padre che parte ogni volta che ne sente il bisogno e io faccio lo stesso. Non ci manca nulla 

e non ho abbandonato nulla. Non sono scappata come molti qui pensano. È talmente poco il valore che questa terra ha di set stessa, da pensare che se una viene a viverci è perché è stata allontanata di proposito dal suo mondo o lei ne sta scappando. Ed è esattamente questo che leggo negli occhi di molte persone. Il vostro attaccamento alla terra, alla famiglia, ai parenti, la vostra esperienza dell'immigrazione, vi porta a pensarla con una accezione negativa, come una scelta obbligata, e lo capisco. Chi cerca lavoro per vivere deve per forza migrare da qui. Ma il mio caso è assolutamente molto più semplice, più normale. Chi non verrebbe a vivere in Sardegna avendo lo stesso lavoro che svolgeva in Veneto? È una situazione di comodo la mia, non una scelta da ripartire da zero, non ha rischiesro chissà che cambiamento o sforzo o messa in discussione. Capisci che per me è come vivere in paradiso, tra un paesaggio che amo e tra persone vere, sincere, autentiche.

7 presumo    dai tuoi  post  e  foto   che   metterai   radici qui  ed  non te  ne  vorrai andare        finchè   prenderai  l'accento  sardo 

Carloforte è stata una scelta dell'azienda, si è liberato il posto e mi hanno chiesto di dirigerlo. Prima ero a Villaperuccio, un paesino incantevole del sulcis dove mi hanno accolto e trattato come una regina, poi l'arrivo a Carloforte ha destabilizzato quelle poche certezze che avevo acquisito. Qui, possiamo dire, che si definiscono "diversamente sardi ". Per storia e cultura loro sono una comunità lifura che da secoli vive a Carloforte, ma la tradizione, gli usi, i costumi, il cibo sono assolutamente liguri. Quindi per me parlare e capire il carlofortino è stato semplice, ha molto del dialetto Veneto. E mi sono trasferita qui perché navigare ogni giorno mi era impossibile. Vedremo l'azienda dove mi manderà, certamente non rimarrò qui tutta la vita, tornerò nel Sulcis dell'isola madre, un po' qui mi manca.

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