Il no vax pentito "Ho visto giovani restare senza fiato e ho fatto il vaccino anch’io" di Giuliano Foschini

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«Ero un antivaccinista convinto [  ed   ] Ero scettico, pensavo fosse solo un modo per le case farmaceutiche di arricchirsi. Tutto questo però non è un complotto ».

No vax.
«Il capo dei no vax mi chiamavano».
E poi? 
« E poi ho capito che dicevo un sacco di stupidaggini. E oggi sono andato a vaccinarmi».
Paolo Viviano è un signore di Barletta. Di mestiere fa l’autista. Per la Asl. Ha guidato ambulanze, auto mediche, oggi trasporta farmaci nei reparti. Anche quelli Covid. E non aveva alcuna intenzione di vaccinarsi. Ieri mattina ha fatto invece la prima dose.
« Sono sempre stato molto scettico, in generale, sui vaccini. Perché penso, anzi pensavo, che rappresentassero un modo per le cause farmaceutiche di arricchirsi».
La sua pagina Facebook è esemplificativa. Lei quasi giornalmente, fino a poco giorni fa, pubblicava articoli e video no vax.

«Perché pensavo dicessero la verità».
Il 21 marzo ha rilanciato un post di Sara Cunial, la deputata no vax. Un sedicente parroco diceva a proposito dei vaccini: "Con il pretesto di prevenire una malattia il cui tasso di letalità è stimato attorno allo 0.3%, esige veri e propri sacrifici umani di inaudita efferatezza… I veri interessi non sono di natura sanitaria, ma finanziaria".
«Pensavo avesse ragione. Ora sono convinto che tutte quelle cose sono delle cavolate. E mi dispiace averle in qualche modo rilanciate. Spero di non aver convinto nessuno».
Quando ha cambiato idea?
«Prima vorrei dire come ho costruito quell’idea. Non sono un medico ma lavoro da sempre negli ospedali. So di cosa stiamo parlando. A me, però, le cose imposte non piacciono. Vorrei decidere per me. Normalmente quando mi dicono che devo fare qualcosa, senza darmi la possibilità di scegliere sulla mia vita, non mi piace».
In realtà con i vaccini la vita gliela salvano.
«Le cose bisogna spiegarle. E non trattare le persone come pecore. Di questo continuo a essere convinto».
Insistiamo: quando ha cambiato idea?
«Quando mi sono guardato attorno. Quando ho visto le terapie intensive così piene, quando ho visto ragazzi di 40 anni arrancare senza respiro.Quando i miei amici medici, o infermieri, mi hanno raccontato, ogni mattina, che le rianimazioni scoppiano e che ci sono persone, senza alcuna patologia pregressa, che non riescono a stare in piedi perché non hanno più fiato. Ecco, tutto questo non poteva essere un complotto. Era la verità. E io ce l’avevo davanti agli occhi. Ho avuto paura».
Se non si fosse vaccinato avrebbe rischiato anche di non lavorare.
«Questo, sono sincero, non ha inciso più di tanto. Il medico competente, il dottor Sivo, che oggi mi ha vaccinato, mi faceva la corte ( ndr , sorride) dall’inizio della campagna. Hanno chiamato tutti quelli, pochi, come me, che non avevano aderito alla campagna di vaccinazione. Mi ha spiegato. E ho capito che aveva ragione».
A dire cosa? «Che vaccinarsi era necessario: come cittadino. Come lavoratore. E poi avevo anche una responsabilità di padre».
Prego?
«Mio figlio è un operatore socio sanitario, lavora qui. Per di più in un reparto Covid. E anche lui, vedendo le mie perplessità, aveva deciso di non vaccinarsi .Oggi ci siamo vaccinati insieme».



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