6.3.21

perchè da uomo festeggio l'8 marzo . esso non è solo mimose ma anche donne che hanno svecchiato l'italia e i suoi costumi come Rosita Lanza di Scalea

Alcuni miei lettori   , leggendo miei post  sul'8  marzo mi dicono  : <<  ma come  odi le giornate   palla  e  poi  celebri  l'8 marzo >>   se  si  fanno ,   anche   [ SIC ] delle  donne    la  rai non lom fa  incorporare  . lo    trovate  qui   .
"Per lei era fondamentale e prioritario “liberare” le donne dei quartieri popolari da sudditanza maschile e pesanti discriminazioni da genere. Nel 1961 trasformò la sua casa in una sorta di Consultorio dove insegnava alle sue concittadine le nozioni fondamentali di educazione sessuale. Insegnò loro l’uso del diaframma e di altri metodi contraccettivi per evitare gravidanze indesiderate e per sottrarle ad eventuali rudimentali aborti praticati dalle cosiddette “mammane”."
nota introduttiva Katia Menchetti utente del gruppo Facebook I-Dee da cui ho preso l'articolo , sotto riportato di https://vitaminevaganti.com/2021/02/27

L’EDUCAZIONE SESSUALE DI ROSITA LANZA DI SCALEA

Istruzioni cannula vaginale 

Tra queste, in Sicilia, ricordiamo Rosita Lanza di Scalea, che,inoltre, si impegnò quotidianamente per eliminare i tanti tabù che costituivano forti ostacoli all’emancipazione femminile .
Era nata a Palermo, il 3 Febbraio 1909, da Valentine Rousseau Portalis, di nobile discendenza e da Giuseppe Lanza di Scalea che fu l’ultimo sindaco della città, prima dell’avvento del fascismo. Come si usava a quei tempi, suoi insegnanti furono dei precettori privati e ciò costituì un grave rammarico per Rosita che avrebbe voluto frequentare la scuola pubblica. Dopo gli studi partecipò a un corso di formazione per crocerossina e in quell’occasione incontrò un giovane medico Filippo Fiorentino con cui convolerà a nozze nonostante l’ostilità della sua famiglia che avrebbe desiderato un genero aristocratico e non di estrazione borghese. Non fu un matrimonio felice e lei, per allontanarsi dal marito, per un paio di anni spostò la sua residenza in Nord Italia. Rosita era una donna molto colta che parlava perfettamente l’inglese. Sin da giovanissima, aveva uno spiccato senso di solidarietà e, dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia, ottenne dalle Forze Alleate vari incarichi tra cui quello all’assistenza all’infanzia nella sua città. Nel 1953 la troviamo militante nell’Alleanza Democratica Nazionale e poi nel Partito Socialista Italiano. Si iscrisse anche all’UDI partecipando attivamente. Per lei era fondamentale e prioritario “liberare” le donne dei quartieri popolari da sudditanza maschile e pesanti discriminazioni da genere. Nel 1961 trasformò la sua casa in una sorta di Consultorio dove insegnava alle sue concittadine le nozioni fondamentali di educazione sessuale. Insegnò loro l’uso del diaframma e di altri metodi contraccettivi per evitare gravidanze indesiderate e per sottrarle ad eventuali rudimentali aborti praticati dalle cosiddette “mammane”.  

Set di diaframmi prodotto dalla ditta Larré di Denver, Colorado (1950 circa) 

Le battaglie di Rosita continuarono, insieme a tante altre, per ottenere il referendum sul divorzio e quello sull’aborto. Sfidò dunque la legge allora vigente che fu in seguito abrogata molti anni dopo. Anche l’istituzione dei consultori avvenne soltanto nel 1975, ben quattordici anni dopo la costituzione del suo “privato e informale” consultorio. Una vita spesa interamente a favore delle donne ed anche della pace. Infatti già alla fine degli anni Cinquanta aveva partecipato ad Helsinki al Convegno dei Partigiani della Pace e nel 1961 alla prima” Marcia della Pace” a Perugia. Sempre nel 1961 fondò a Palermo un’associazione che aderiva alla ”Associazione Italiana per L’Educazione Demografica” (AIED), organizzando convegni e seminari. Questa sua attività la portò in giro per il mondo arricchendola di competenze specifiche che metterà a disposizione di tutti e tutte. La sua vita si spegne il 7 Settembre del 1984. Rosanna Morozzo della Rocca e Vincenzo Borruso ne hanno tratteggiato il profilo nel dizionario “Siciliane” a cura di Marinella Fiume. A Palermo una via porta il nome di suo padre ma per lei nessuna intitolazione.

concludo con questa  vignetta   presa   da fb 






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