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Adesso che ho finito il dolorosissimo , triste , bellissimo libro Il tempo di vivere con te (Mondadori 2021) di Giusepe Culicchia
posso confermare quello che ho già detto nel precedente post : << Gli anni di piombo una ferita ancora aperta .basta un niente per creare polemiche e riattivare le braci . Il caso di Il tempo di vivere con te ultimo romanzo di Giuseppe Culicchia >> .Un po’ epistola un po’ memoriale, un po’ album di famiglia (corredato dalle foto d’epoca e da lettere private corsivo mio ) e un po’ cronistoria dell’Italia contemporanea, Il tempo di vivere con te (Mondadori) crea un interregno narrativo che è soprattutto il tentativo da parte dell’autore di ricucire definitivamente le lacerazioni del proprio vissuto familiare con quelle della Storia recente (politica, culturale, di costume) del nostro Paese, attraverso il filo di una memoria personale silenziata per oltre quarant’anni.
Ora si capisce il motivo per cui il protagonista del suo celeberrimo romanzo d’esordio Tutti giù per terra (1994) si chiamava Walter. E il conto è finalmente chiuso e si può iniziare a guardare avanti senza rimanere prigionieri nel ricordo . Leggendo e sentendo varie recensioni credevo che , come spesso accade quando esce un libro su quel periodo su certi siti o giornali iniziasse : la solita campagna d'odio ( la solita shitstorm ) ed la solita contrapposizione ideologica \ culturale come se tali fatti fossero ancora attuali e le ideologie del secolo scorso fossero ancora vive , fosse un libro ideologico invece come per magia , sarà per lo stile dell'autore o per la frase dal libro stesso
"Non è ancora il momento di raccontare quel 15 dicembre 1976, e quel che ne seguirà. No. È, questo, il tempo di vivere con te. Ancora un poco. Almeno nello spazio di queste pagine. Perdonami, Walter, se ci ho messo così tanto. È per raccontare la tua storia che ho cominciato a scrivere, il giorno dopo la tua morte."
che mi spinto a leggere \ divorare ( di solito sono più lento ) in cosi breve tempo il libro . A testimoniare la bellezza ed particolarità del libro è anche la recensione di uno di quei quotidiani più faziosi quando si parla di quel periodo dice
[..] non ho avuto dubbi nel precipitarmi a leggere il nuovo libro di Giuseppe Culicchia, perché è uno scrittore eccellente e perché figuriamoci se avrebbe sfornato la solita tiritera agiografica o sociologica o giustizialista o assolutoria. Il titolo è Il tempo di vivere con te (Mondadori) e il terrorista in questione è Walter Alasia, ucciso in un blitz della polizia il 15 dicembre 1976, non prima di riuscire a uccidere due poliziotti, il maresciallo antiterrorismo Sergio Bazzega e il vicequestore Vittorio Padovani.Al di là di questo, che in quegli anni è ordinaria amministrazione, tra terroristi ammazzati, magistrati ammazzati, poliziotti ammazzati, non per altro sono gli anni di piombo (minchia però superiamoli questi anni di piombo), la ragione del libro di Culicchia è un'altra, più profonda: Walter era suo cugino, e non un cugino qualsiasi ma il suo cugino preferito, più grande di lui di nove anni. Uno di quei cugini che prendi come modello, ma quei nove anni di distanza sono anche due vite diverse, e la prospettiva del piccolo Beppe non poteva immaginare la reale esistenza di Walter. Per il piccolo Beppe le immagini che passavano i tg erano solo uno sfondo incomprensibile, Lotta Continua, Ordine Nuovo, il rogo di Primavalle, Piazza Fontana, la morte di Pinelli e l'omicidio Calabresi, insomma tutto ciò che di tragico accadeva in quel decennio e che per un bimbo contava poco. Per lui Walter era il compagno di giochi, quello che gli diceva sempre sì. «Adoro giocare con te. Coi nove anni di differenza tra noi, io sono ancora un bambino. Tu eri già ragazzo. Io vivo in un paese di novecento anime. Tu vivi ai margini di una delle più grandi città italiane. Io leggo ancora Topolino. Tu leggi già il Manifesto ». No, non è una biografia di Walter Alasia questa, ma un libro struggente e personale. Il tono di Culicchia, in ogni riga, in ogni parola, è stupefatto e malinconico. Asciutto, analitico, ma venato di sentimenti inespressi, tenuti dentro per decenni. «Mentre io gioco a palla in cortile o passo dal mio triciclo alla bicicletta con le rotelle spingendomi lungo i sentieri costeggiati dai campi di granoturco intorno a Grosso Canavese, tu a Sesto stai diventando adolescente e registri fatti che a me sfuggono: la nascita a Torino del movimento Lotta Continua, l'Autunno caldo». [...]
Infatti Culicchia è riuscito a scrivere senza reticenze usando : ricordi personali diretti e indiretti , lettere private con viaggio in fondo alla carne , un bellissimo libro su Walter Alasia ( suo cugino ) il cui nome ed l'vento della sua morte e il modo con cui venuta sono legati alla colonna milanese delle Brigate Rosse ( una delle più sanguinarie di tale gruppo terrorista ) a lui intitolata . Se per il Paese è la vicenda è un fatto pubblico, uno dei tanti episodi che negli anni di Piombo finivano tra i titoli dei quotidiani e dei notiziari televisivi; per lui e la sua famiglia è una ferita che non guarirà mai come testimonia anche il titolo azzeccatissimo dato al romanzo "Il tempo di vivere con te". Tale lettura mi ha riportato alle stesse atmosfere ho trovato in : Lessico familiare di Natalia Ginsburg e L'amore degli insorti di Stefano Tassinari .
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