perchè il libro il tempo di vivere con te di Giuseppe Culicchia non è un libro apologetico sul terrorismo e sulla figura di suo cugino WALTER ALASIA

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Adesso che  ho finito  il dolorosissimo , triste  ,  bellissimo   libro  Il tempo di vivere con te (Mondadori 2021) di  Giusepe  Culicchia 

posso confermare  quello  che  ho  già detto nel   precedente  post   : <<  Gli  anni di piombo una ferita  ancora  aperta .basta   un niente   per creare  polemiche   e riattivare  le braci .  Il caso  di  Il  tempo di vivere  con te   ultimo romanzo  di Giuseppe  Culicchia  >> .
Sono arrivato   a  tale   libro  dopo aver  sentito  diversi  dibattiti  e  recensioni  ,  tanto  da   scierglielo     come  regalo   per  i  miei  45  anni     e  poi   averlo divorato  in  4   giorni . IL   perchè  : 1)    quando si parla   d'Alasia    si parla   solo  come    un criminale   , ci si dimentica   o si tace     che   non  li si è data  la possibilità  di  soccorrerlo   ed  è  stato ucciso alle  spalle      quando  era   già inerme \ moribondo  . 2)  Giorgio Bazzega, figlio di una delle vittime, ha detto che è stato scritto “come andava scritto, con una sensibilità e un’onestà intellettuale inattaccabili“. All'inizio  dei primi due  capitoli   stavo   per  abbandonare   perchè    lo consideravo una dei soliti  libri   retorici  ed  apologetici    sugli anni 70\80  .
Inizialmente  alla lettura     dell'incipit  ero un po'  titubante   se  continuare      o meno   perchè credev  fosse il  solito  libro  agiografico  sugli anni 60\80  . Ma  conoscendo l'autore   ed il  suo  stile   capace  di farti  appassionare  lentamente     alle  cose    , mi sono detto  : andiamo avanti  ,  magari  (  cosa  poi  risulta  vera  )  non lo è  . Quindi   ho  evitato l'errore   che  potrebbero  fare   molti     leggendo le solo  le pagine di  copertina d'abbandonare  la lettura  al  primo capitolo   .  
Infatti  già  il fatto   che  l'autore    inizi  le  prime pagine   e  i  primi due  capitoli   parlando  sotto   forma  interrogativa    della fine  di Walter ovvero  della  sua  uccisione     il  15  dicembre  1976  fa  capire   a chi   leggere  senza pregiudizi \  preconcetti che  il   libri   non sarà   un  apologia    della  figura del   cugino .  Il  libro  è  

Un po’ epistola un po’ memoriale, un po’ album di famiglia (corredato dalle foto d’epoca  e  da lettere   private    corsivo mio ) e un po’ cronistoria dell’Italia contemporanea, Il tempo di vivere con te (Mondadori) crea un interregno narrativo che è soprattutto il tentativo da parte dell’autore di ricucire definitivamente le lacerazioni del proprio vissuto familiare con quelle della Storia recente (politica, culturale, di costume) del nostro Paese, attraverso il filo di una memoria personale silenziata per oltre quarant’anni.

  da  https://www.labalenabianca.com/2021/03/24/la-sfida-postuma-con-la-storia-di-giuseppe-culicchia-luca-ottolenghi

Ora  si capisce  il motivo per cui il protagonista del suo celeberrimo romanzo d’esordio Tutti giù per terra (1994) si chiamava Walter. E il conto è finalmente chiuso e  si  può iniziare  a  guardare  avanti    senza  rimanere  prigionieri nel ricordo  . Leggendo  e sentendo  varie  recensioni      credevo  che  ,   come spesso accade     quando esce  un libro    su quel periodo     su  certi siti o giornali iniziasse :  la  solita  campagna  d'odio (  la  solita   shitstorm    )  ed  la  solita  contrapposizione    ideologica   \ culturale    come   se  tali fatti  fossero ancora attuali  e  le  ideologie  del secolo scorso    fossero  ancora vive   ,  fosse  un libro ideologico invece     come per  magia    , sarà per  lo stile   dell'autore o per  la  frase     dal libro  stesso  

"Non è ancora il momento di raccontare quel 15 dicembre 1976, e quel che ne seguirà. No. È, questo, il tempo di vivere con te. Ancora un poco. Almeno nello spazio di queste pagine. Perdonami, Walter, se ci ho messo così tanto. È per raccontare la tua storia che ho cominciato a scrivere, il giorno dopo la tua morte."

che mi  spinto    a leggere  \  divorare   ( di solito sono più  lento  )   in cosi breve  tempo  il   libro  . A  testimoniare  la  bellezza   ed  particolarità  del libro  è  anche la recensione    di  uno di quei  quotidiani più faziosi quando  si parla   di quel  periodo    dice  


[..] non ho avuto dubbi nel precipitarmi a leggere il nuovo libro di Giuseppe Culicchia, perché è uno scrittore eccellente e perché figuriamoci se avrebbe sfornato la solita tiritera agiografica o sociologica o giustizialista o assolutoria. Il titolo è Il tempo di vivere con te (Mondadori) e il terrorista in questione è Walter Alasia, ucciso in un blitz della polizia il 15 dicembre 1976, non prima di riuscire a uccidere due poliziotti, il maresciallo antiterrorismo Sergio Bazzega e il vicequestore Vittorio Padovani.Al di là di questo, che in quegli anni è ordinaria amministrazione, tra terroristi ammazzati, magistrati ammazzati, poliziotti ammazzati, non per altro sono gli anni di piombo (minchia però superiamoli questi anni di piombo), la ragione del libro di Culicchia è un'altra, più profonda: Walter era suo cugino, e non un cugino qualsiasi ma il suo cugino preferito, più grande di lui di nove anni. Uno di quei cugini che prendi come modello, ma quei nove anni di distanza sono anche due vite diverse, e la prospettiva del piccolo Beppe non poteva immaginare la reale esistenza di Walter. Per il piccolo Beppe le immagini che passavano i tg erano solo uno sfondo incomprensibile, Lotta Continua, Ordine Nuovo, il rogo di Primavalle, Piazza Fontana, la morte di Pinelli e l'omicidio Calabresi, insomma tutto ciò che di tragico accadeva in quel decennio e che per un bimbo contava poco. Per lui Walter era il compagno di giochi, quello che gli diceva sempre sì. «Adoro giocare con te. Coi nove anni di differenza tra noi, io sono ancora un bambino. Tu eri già ragazzo. Io vivo in un paese di novecento anime. Tu vivi ai margini di una delle più grandi città italiane. Io leggo ancora Topolino. Tu leggi già il Manifesto ». No, non è una biografia di Walter Alasia questa, ma un libro struggente e personale. Il tono di Culicchia, in ogni riga, in ogni parola, è stupefatto e malinconico. Asciutto, analitico, ma venato di sentimenti inespressi, tenuti dentro per decenni. «Mentre io gioco a palla in cortile o passo dal mio triciclo alla bicicletta con le rotelle spingendomi lungo i sentieri costeggiati dai campi di granoturco intorno a Grosso Canavese, tu a Sesto stai diventando adolescente e registri fatti che a me sfuggono: la nascita a Torino del movimento Lotta Continua, l'Autunno caldo». [...] 

 Infatti  Culicchia   è riuscito   a  scrivere senza  reticenze  usando  :  ricordi   personali     diretti e  indiretti  ,  lettere  private    con   viaggio in fondo alla carne ,  un bellissimo  libro  su Walter  Alasia   ( suo  cugino  ) il  cui nome  ed  l'vento  della  sua morte  e  il modo      con cui venuta  sono legati   alla colonna milanese delle Brigate Rosse  ( una  delle più  sanguinarie    di  tale  gruppo   terrorista  )  a  lui intitolata . Se per  il   Paese è la  vicenda   è un fatto pubblico, uno dei tanti episodi che negli anni di Piombo finivano tra i titoli dei quotidiani e dei notiziari televisivi; per lui e la sua famiglia è una ferita che non guarirà mai  come    testimonia   anche  il  titolo azzeccatissimo dato  al  romanzo     "Il tempo di vivere con te".  Tale  lettura   mi ha  riportato   alle  stesse atmosfere    ho trovato  in  :    Lessico  familiare  di   Natalia  Ginsburg    e  L'amore degli insorti  di Stefano Tassinari  .


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