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18.12.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata LXII PER RICONOSCERE LA PAURA VA ALLENATO IL CORAGGIO

La prudenza è l’arma più efficace, sempre. Ma è importante anche allenare il coraggio, che – bene intesi – non significa diventare impavidi, ma imparare a muoversi nonostante la legittima paura, che è una reazione naturale e serve a proteggerci. Il coraggio nasce quando impariamo a riconoscere proprio la paura, quando la guardiamo in faccia e la usiamo come una bussola preziosa invece che come un freno. Ecco perché l’allenamento è importante, così come è importante conoscere il proprio corpo e quelle che possono essere le sue risposte. Quando il cuore accelera, per esempio, o quando le mani sudano e il respiro si fa corto, è perché il corpo sta preparando l’energia necessaria. Non esiste un libre$o di

istruzioni, naturalmente, ma è consigliabile respirare a fondo, radicare i piedi bene a terra, sentire il proprio peso e il proprio baricentro. Più ci si abitua a restare presenti e legati alla realtà, più si riduce lo spazio che viene concesso all’ansia. Non a caso nei corsi di autodifesa “dal vivo” si lavora proprio su questo aspetto, non tanto sul colpire e attaccare, quanto sul restare lucidi e presenti quanto più possibile. Per allenarvi, ci sono esercizi semplici che potete svolgere: per esempio, camminare di no$e lungo una strada poco illuminata, naturalmente accompagnati e in totale sicurezza, alzare lo sguardo invece di abbassarlo, parlare a voce ferma con uno sconosciuto che accidentalmente invade il vostro spazio. Sono piccole prove quotidiane che sono in grado di insegnare al cervello che non tu#o ciò che fa paura è realmente pericoloso. Praticare l’allenamento del coraggio peraltro è un gesto che può diventare collettivo. Lo si impara anche quando si guardano altre donne che a$rontano le stesse paure che provate voi. Si impara anche sostenendosi a vicenda, raccontandosi vicendevolmente le proprie esperienze e trasformando quella che potrebbe essere ingiustamente percepita come vergogna in forza. Perché  il coraggio è anche presenza e condivisione. E voglia di difendersi e di mettersi al riparo


Infatti  molti psicologici      e   studi  di psicologia (  vedere  url  sotto ) confermano quanto detto nelle righe precedenti da Antonio bianco . Ecco che   riconoscere la paura e affrontarla, è fondamentale allenare il coraggio. Questo processo richiede consapevolezza, riconoscimento e accettazione delle proprie paure. Ecco alcuni passaggi chiave per riconoscere e affrontare la paura:

  1. Sviluppare il coraggio: Comprendere che il coraggio è il compiere azioni che spaventano e che la paura è un'emozione utilissima per la guida.
  2. Utilizzare l'intelligenza emotiva: Scegliere risposte efficaci in situazioni di paura, evitando reazioni automatiche.
  3. Trasformare la paura in alleata: La paura può diventare un'alleata se usata per crescere e ascoltare il proprio intuito. 

Questi passaggi possono aiutare a riconoscere e affrontare la paura in modo più efficace, portando a una maggiore consapevolezza e a un coraggio più forte.





20.6.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto antiviolenza antonio bianco . puntata n XXXI SE VEDETE UN’AGGRESSIONE NON FATE I SUPEREROI... + ., SERVONO SISTEMI DI PREVENZIONE ADATTI A CHI È PIÙ VULNERABILE L’ANALISI DI Marilisa D’Amico Ordinaria di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano

stavolta a guida di Antoi bianco affronta un tema particolare che è quello i cosa fare quando s'assiste ad un violenza \ aggressione verso le donne ( ma non solo ) quindi non interveite direttamente a meno che non siate super eroi oppure esperti in arti marziali e tecniche di autodifesa .

Ogni settimana, da queste pagine, cerchiamo di darvi consigli su come affrontare al meglio una possibile aggressione e su come comportarsi per evitare di trovarsi in pericolo. Può però capitare che siate voi ad assistere a un’aggressione. In questo caso come è consigliabile agire? Non fatevi prendere dalla sindrome del supereroe, prima  di tutto. Date la priorità sempre e comunque alla sicurezza, ed evitate di mettere voi stessi in pericolo, perché peggiorereste una situazione già delicata. Intervenite solo ed  esclusivamente se siete certi di poterlo fare in modo sicuro. Evitate di avvicinarvi all’aggressore, soprattutto se avete l’impressione che possa essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, di alcol, o in uno stato di rabbia. Mantenete una distanza di sicurezza tra voi e l’aggressore e non avvicinate oggetti che potrebbero trasformarsi in armi improprie. Chiedete l’intervento delle autorità e riferite l’accaduto, fornendo il maggior numero di dettagli sulla situazione e sulla posizione in cui si è consumato il reato. Se vi è possibile, annotate tuti i dettagli che riuscite a cogliere, perché potrebbero essere utili per il
riconoscimento del malvivente.Ad aggressione conclusa o meglio ancora sventata, rimanete accanto alla vittima, che potrebbe trovarsi in condizioni di shock. Statele vicino, e provate ad accompagnarla presso le forze dell’ordine per sporgere denuncia. Se ci sono altri testimoni che hanno assistito all’aggressione, cercate di contattarli per raccogliere eventuali ulteriori testimonianze. 
 ricordate che stare accanto a una persona che ha subìto un tentativo di aggressione o un’aggressione vera e propria può richiedere una quantità di energia importante dal punto di vista emotivo. Questo significa che anche voi potreste sentirvi in difficoltà. In questo caso non abbiate paura di chiedere aiuto o una qualche forma di supporto psicologico. Tenete a mente che spesso, anche e soprattutto in casi traumatici, condividere il proprio fardello con un’altra persona può essere un sollievo prezioso.


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“Una tragedia come quella  di Camelia  Ion uccisa  dall'ex    che  aveva  il bracialetto  elettronico   raccontata questa settimana  sul  settimanale  giallo   mette in luce quanto la vulnerabilità sociale dei senzatetto renda ogni strumento di protezione più difficile da applicare in modo efficace. Quando una donna si trova ai margini, senza una rete familiare o sociale, ogni provvedimento può rivelarsi fragile di fronte a una situazione di pericolo. È una s!da che richiede una valutazione profonda, perché non può bastare un divieto di avvicinamento o un braccialetto elettronico se le persone non sono messe in condizione di utilizzarlo. È fondamentale che le istituzioni, dalla polizia ai servizi sociali, collaborino per costruire una rete di cura intorno a chi vive una situazione di esclusione. Inoltre bisogna considerare quanto le persone senza !ssa dimora abbiano difficoltà ad accedere alla comunicazione, a partire dalla mancanza di uno smartphone, che può ostacolare l’uso di applicazioni di allarme o geolocalizzazione. È quindi importante che le misure siano adattate alle specifiche vulnerabilità, perché ogni situazione è unica e richiede una valutazione puntuale per evitare che la macchina della tutela resti inefficiente. 







Divine messengers: Italian nuns’ social media posts go viral - Messaggeri divini: i post sulle suore italiane sui social media diventano virali

fonte the https://www.theguardian.com/world/2025/dec/25/divine-messengers-italian-nuns-social-media-posts-go-viral Divine messengers: ...