18.11.18

ma il senso del pudore esiste ancora ? il caso delle pubblicità sessiste e il cambio di una foto lapidaria perchè la morta è troppo " svestita "


Io non lo so cos'è il comune senso del pudore  : <<   lo sapevamo 50, 60 anni fa. Oggi non lo sappiamo più. È tutto da ridefinire.  >>Marta Boneschi autrice de Il comune senso del pudore ( copertina al lato ) . visto s'alternano spinte  :  " pudiche " quella avvenuta di recente   dove una ragazza    mussulmana   barbaramente  uccisa  dai parenti perchè  vuole vivere come  gli occidentali  .Ora viene " uccisa   " una  seconda  volta  anche da   morta   per  il  un  modo  di pensare  troppo    pudico  del   fratello   che    ha   fatto togliere   la  foto dala  lapide   perchè   : toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta ".
La  seconda   troppo "  spinta  "    di certi manifesti   pubblicitari   troppo  sessisti   e  pieni di  luoghi comuni   \ stereotipi  sull'altro sesso  . 
Quindi   il senso  della decenza ( come si diceva  un tempo  ) e del pudore    sta nel  mezzo  . Ma  per  poterlo usare avere  \  formarselo   dobbiamo capire   e conoscere  come   s'era  prima . Consiglio    quest'altro  bellissimo  libro , su   ''Gli italiani e il senso del pudore, tra libertà e ordine pubblico'' di Liliosa Azara, docente di storia contemporanea e storia delle donne,  I sensi e il pudore. L'Italia e la rivoluzione dei costumi (Donzelli) racconta i cambiamenti del senso del pudore in Italia fino al fatidico 1968. Data emblematica, nel suo racconto, è l'anno 1954 quando - per la prima volta - apparve nelle cronache il termine "ragazza squillo" (traduzione dell'inglese "call girl"). Erano gli anni in cui si combattevano due concezioni della pubblica decenza, in termini però prettamente maschili, in particolare nel dibattito sulle case chiuse. In pochissimi, come la senatrice Merlin, consideravano il punto di vista femminile.





Ora    dopo questo  lungo  spiegone    veniamo  ai  fatti    .  
Iniziamo dal  primo fatto   che sembra   una  storia  d'altri tempi " prima  dei pc  "  dove  bastava  avere  le spalle  scoperte   per  passare  delle ....  scostumate 


Brescia, non c'è pace per Hina Saleem. Il fratello toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta "


Hina Saleem e la sua tomba

La ragazza pakistana era stata uccisa dal padre nel 2006 perché voleva vivere all'occidentale. Un misterioso benefattore aveva realizzato una lapide per lei, ma il fratello ha tolto la foto in cui è in canottiera: "Ne metterò un'altra" [...] da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
Una storia \ vicenda di quando la religione viene interpreta in maniera fondamentalista , fanatico e cretino secondo me . Sembra una storia avvenuta nellaultra cattoliccissima italiana degli anni 50 e che vide come dice questo articolo riportato sotto



Scalfaro: la leggenda dello 'schiaffo' a signora in decolte'
Il caso del 'prendisole' sulle cronache del luglio 1950

Ansa 29 gennaio, 14:24

Oscar Luigi Scalfaro


ROMA
Oscar Luigi Scalfaro fu protagonista il 20 luglio del 1950 di un episodio che fece molto scalpore sulle cronache dell'epoca, il famoso "caso del prendisole". Il fatto ebbe luogo nel ristorante romano "da Chiarina", in via della Vite, quando insieme a due colleghi di partito, ebbe un alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a suo parere, era sconveniente poiché ne mostrava le spalle nude.
Secondo alcune ricostruzioni dell'epoca, la signora si sarebbe tolta un bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la sala per gridarle: E' uno schifo! Una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere il bolerino!. Sempre secondo alcune ricostruzioni, il futuro presidente della Repubblica avrebbe dato anche uno schiaffo alla signora, cosa che Scalfaro ha sempre smentito definendola una "leggenda". Sicuramente uscì dal locale e vi rientrò con due poliziotti. La vicenda finì in Questura dove la giovane donna, tra l'altro militante del Movimento Sociale Italiano, lo querelò per ingiurie.

ed estreme come  questa


 da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/

L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano

La maxi affissione è apparsa in viale Forlanini. La protesta con il Comune, che anni fa ha varato un regolamento contro i manifesti offensivi e volgari


L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano
la  pubblicità contestata  


Un olio per motori pubblicizzato su maxi cartelloni con una donna in body e posa ammiccante accanto a una macchina. Ancora polemiche, a Milano, per una pubblicità sessista: una delle tante che, periodicamente, compaiono su muri e spazi per affissioni e che, puntualmente, vengono criticati per l'accostamento tra foto di donne poco vestite e prodotti di vario genere.




A denunciare il nuovo cartellone  ( proma  foto sopra  )  apparso su viale Forlanini - la strada che porta all'aeroporto di Linate - è la pagina Facebook 'La pubblicità sessista offende tutti'. Che, oltre a stigmatizzare la scelta dell'azienda napoletana di oli lubrificanti per auto - commenta: "Complimenti al Comune di Milano : non dimentichiamo che aziende e pubblicitari possono fare questo perché c’è qualcuno che dà le concessioni".  Ci si  ricorda ---  sempre  repubblica  ---  il casi di  Pandora, il dietrofront dopo le polemiche: nella nuova pubblicità banditi gli stereotipi



Tra i commenti al post ce ne sono diversi che tirano in ballo direttamente il Comune di Milano che, già da qualche anno, ha approvato un regolamento per evitare pubblicità volgari e offensive negli spazi pubblicitari del Comune. Infatti, tra quanti invitano a chiamare gli uffici di Palazzo Marino per protestare, c'è anche chi si rivolge direttamente a Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Pari opportunità. Che già era intervenuta un anno fa per una pubblicità di un noto marchio di gioielli considerata offensiva da alcune donne e che subito risponde: "Cerco di capire se questo spazio è del Comune: purtroppo possiamo intervenire solo in quel caso".



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