ti potrebe interessare anche
in sottofondo \ consigliati
- Glenn Gould - Goldberg Variations BWV 988 (Johann Sebastian Bach) [Full Album] 1981
- il lungo addio ( Sclavi - Seconda Marea ) qui il file midi e il testo
Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.( V.Hugo da Les miserables )
famosa lapide di un medico tempiese
Lo so che al cimitero dovremmo andarci più spesso del periodo fine ottobre \ novembre in particolare il 1 e il 2 novembre ma fra vari impegni e motivi vari ( il mio è psicologico , mi sciolgo in lacrime sia per i parenti indiretti e diretti che ho sepolti nei vari cimiteri galluresi e non sia per le persone che ho conosciuto durante il mio arco di vita fin qui trascorso ) .
Ma onde a evitare , quello che ho visto stamattina ( non l'ho fotografata , rispetto a quest'altra foto in alto a sinistra )
William-Adolphe Bouguereau (1825-1905) - The Day of the Dead (1859) da wikipedia.orgfamosa lapide di un medico tempiese |
Lo so che al cimitero dovremmo andarci più spesso del periodo fine ottobre \ novembre in particolare il 1 e il 2 novembre ma fra vari impegni e motivi vari ( il mio è psicologico , mi sciolgo in lacrime sia per i parenti indiretti e diretti che ho sepolti nei vari cimiteri galluresi e non sia per le persone che ho conosciuto durante il mio arco di vita fin qui trascorso ) .
Ma onde a evitare , quello che ho visto stamattina ( non l'ho fotografata , rispetto a quest'altra foto in alto a sinistra )
perchè c'era troppa gente e perchè con la fotografia risultavano i nomi di quelli affianco e sopra e poi non so usare gli strumenti per modificare le foto ) una toba senza fiori , scolorit di cui non ci sono neppure i classici fiori finti , proprio come il finale di Les Miserables di V.Hugo
L'ERBA NASCONDE E LA PIOGGIA CANCELLA
Nel cimitero del Père-Lachaise, in vicinanza della fossa comune, lontano dal quartiere elegante di quella città dei sepolcri, lontano da tutte quelle tombe stravaganti che ostentano di fronte all'eternità le orribili mode della morte, v'è, in un angolo deserto, lungo un vecchio muro, sotto un grande tasso lungo il quale s'arrampicano, in mezzo alla gramigna ed al muschio, i convolvoli,
una pietra. Quella pietra non è più delle altre esente dalla lebbra del tempo, dalla muffa, dal lichene e dallo sterco degli uccelli; l'acqua la fa divenire verde, l'aria l'annerisce.
Non è vicina a nessun sentiero e a nessuno vienein mente d'andare da quella parte, perché l'erba vi cresce folta e ci si bagna subito i piedi. Quando v'è un po' di sole, vengon le lucertole; intorno intorno, è tutto un fremere d'avena selvatica. In primavera, le capinere cantano sull'albero.
Quella pietra è completamente spoglia. Colui che la tagliò pensò soltanto al puro necessario della tomba e l'unica cura fu di far la pietra abbastanza stretta perché potesse coprire un uomo.
Quella pietra è completamente spoglia. Colui che la tagliò pensò soltanto al puro necessario della tomba e l'unica cura fu di far la pietra abbastanza stretta perché potesse coprire un uomo.
Non vi si legge nessun nome. Solo (sono passati molti anni da allora), una mano vi scrisse colla matita codesti quattro versi, divenuti a poco a poco illeggibili sotto la pioggia e sotto la polvere e che, probabilmente, oggi sono scomparsi:
Ei dorme. Sebben strana fosse con lui la sorte,
Vivea. L'angel suo sparve, ed egli venne a morte.
Così, semplicemente, la vita sua finì,
Come la notte scende, quando tramonta il dì.
Infatti concordo con il commento di
MikiMoz01 novembre 2013 13:38
Finché sono vive nei ricordi, queste persone non saranno mai morte.
Buon Ognissanti, buon novembre, buon ponte. Un abbraccione! ^^
Concludo riportando oltre i soliti link nel finale parte di un post dal
blog http://mattax-mattax.blogspot.it dell'amico \ compagno di viaggio matteo tassinari di cui visto il post personale del post solo un estratto . chiedo scusa all'autore se nel caso dovessi snaturare il suo post , ma è più forte di me , ma non me la sento di violare la sua privacy .
(...)
Posso dire di aver convissuto con il senso della morte sempre molto vicino, acceso, luminoso, per nulla dimenticato, vivace. Non mi angoscia. Angoscia chi vorrebbe rimuoverla, aggirarla, esimerla, scansarla, schivarla. Poveri idioti. Chi vive col terrore della morte, è proprio chi sceglie d'ignorarla in mille modi. Chessò, comprando una borsetta Kelly di Hermès, icona intramontabile di stile ed eleganza da 10 mila euro l'una, un Rolex Sub Mariner argentato, una mangiata pantagruelica di pesce, un Suv Audi, un I-Pod Mc, questa gente è terrorizzata al solo pensiero della signora con la falce, che poi così non è.
Sorella morte
In ogni caso è argomento da non discutere. Tabù. In questo, le
culture orientali sono più emancipate di noi, integrando, nel ciclo della vita anche la morte fin dalla nascita, proprio perché non assumi l’aspetto mostruoso che s'è modellata nelle “civiltà” cosiddette avanzate. Se ne parli, passi da menagramo e giù un boccale di birra e una tiratina di coca, per aumentare lo stordimento e l'oblìo, il rimuovere costantemente la grande paura, della morte, grande istinto a favore della vita. Non so come sono arrivato qui, volevo parlare d’altro e mi sono perso. Succede spesso a chi scrive molto e per la fretta commette errori da matita rossa. Come quando parti per Panama e ti ritrovi a Samarcanda passando per Macondo sulla Via della Seta. Ulteriore conferma che non siamo fatti a compartimenti stagni, ma viviamo immersi in un crocevia di esperienze, un coacervo di input, dati, ricordi, sconfitte, conquiste, e siamo figli di noi stessi e questo c'incute soggezione, fremiti che vanno in qualche modo gestiti, da qui tutta l'innocente insicurezza umana, la tenerezza dell'uomo alla disperata ricerca di un senso a tutto, della salvezza per conquistare e consegnare alla morte una goccia di splendore.
Mezz'ora di sfizio, cent'anni di guai
"Vince", o meglio bara, quindi perde, chi maschera tutto ciò, chi si vergogna delle proprie tenerezze e ansie, chi si avvilisce delle proprie rovine e cerca goffamente di nasconderle, chi ha terrore delle proprie debolezze. Fino a quando non ci si trova faccia a faccia con la dipartenza, nell'ora del Mistero più grande che ci ritroviamo a vivere. Perché vale per tutti. È la lotta che ciascuno di noi, credente o no, un giorno si troverà a dover combattere a tirare calci al vento. O qualcuno forse è immortale? Eppoi, temere la morte è far professione d'ateismo, affidandomi a Jorge Luis Borges quando scrive: "La morte è un'usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare". Anche i peggiori, coloro che hanno commesso guai contro l’umanità intera, che non provengono da malvagi misantropi senza scrupoli, ma da coloro che la amano e che intendono guidarla o migliorarla. Mezz'ora di sfizio, cent'anni di guai.
(......)
Infatti è per questo che bisognerebbe educare portando come facevano con noi alle elementari , i bambini al cimitero . Insomma " Educare alla morte per educare alla vita “ come :
<<
Il tema della morte, declinato secondo le quattro direttrici degli incontri del cambiamento, della sofferenza come crescita, della speranza e della solidarietà, si è voluto configurare come laboratorio didattico: idee, concezioni messe a confronto, ascolto partecipato, elaborazioni, produzione e condivisione di nuovi significati, fino alle consegne finali, stimolate singolarmente e in forma di gruppo.
I ragazzi hanno potuto scegliere di trattare, secondo le modalità di espressione che meglio preferivano, ciò che era rimasto loro impresso ed hanno così realizzato una varietà di prodotti creativi e originali.I vissuti, che sono venuti fuori, hanno avuto l’occasione di essere finalmente elaborati/rielaborati, riflettendo su un tema sui cui non ci si era mai soffermati, ponendo attenzione su qualcosa “ di cui nessuno mai parla” ma di cui si sente l’esigenza.
Il buon gradimento rilevato ed una produzione di qualità dei lavori dei ragazzi sono un positivo riscontro della scelta formativa effettuata sia per la scuola sia per l’attività progettuale dell’Associazione, nella convinzione che ciò che è stato fatto abbia favorito la maturazione dei ragazzi e che le riflessioni condivise, magari sopite, riemergano, quando ci sarà qualche evento scatenante, sorreggendoli.
>> Suggerisce http://www.lsvolta.it/joomla/ o siti sotto fra gli approfondimenti
oltre alla lettura dell'opera i sepolcri ( testo integrale senza perifrasi , con perifrasi e commento verso per verso , recitato da Gassman ) di Ugo Foscolo eccovi alcuni siti che possono aiutare ad educare ala morte per educare alla vita
http://www.gruppoeventi.it/lutto-e-scuola-mainmenu-66/30-bambini-lutto-e-scuola/84-e-possibile-educare-alla-morte.html
http://www.ibs.it/code/9788810809426/campione-francesco/domanda-che-vola.html
e questi articoli di www.educare.it
http://www.educare.it/j/rubriche/domande-e-risposte/del-dolore-e-della-morte
http://www.educare.it/j/rubriche/domande-e-risposte/del-dolore-e-della-morte/939-la-morte-e-qualcosaltro
Posso dire di aver convissuto con il senso della morte sempre molto vicino, acceso, luminoso, per nulla dimenticato, vivace. Non mi angoscia. Angoscia chi vorrebbe rimuoverla, aggirarla, esimerla, scansarla, schivarla. Poveri idioti. Chi vive col terrore della morte, è proprio chi sceglie d'ignorarla in mille modi. Chessò, comprando una borsetta Kelly di Hermès, icona intramontabile di stile ed eleganza da 10 mila euro l'una, un Rolex Sub Mariner argentato, una mangiata pantagruelica di pesce, un Suv Audi, un I-Pod Mc, questa gente è terrorizzata al solo pensiero della signora con la falce, che poi così non è.
Sorella morte
In ogni caso è argomento da non discutere. Tabù. In questo, le
culture orientali sono più emancipate di noi, integrando, nel ciclo della vita anche la morte fin dalla nascita, proprio perché non assumi l’aspetto mostruoso che s'è modellata nelle “civiltà” cosiddette avanzate. Se ne parli, passi da menagramo e giù un boccale di birra e una tiratina di coca, per aumentare lo stordimento e l'oblìo, il rimuovere costantemente la grande paura, della morte, grande istinto a favore della vita. Non so come sono arrivato qui, volevo parlare d’altro e mi sono perso. Succede spesso a chi scrive molto e per la fretta commette errori da matita rossa. Come quando parti per Panama e ti ritrovi a Samarcanda passando per Macondo sulla Via della Seta. Ulteriore conferma che non siamo fatti a compartimenti stagni, ma viviamo immersi in un crocevia di esperienze, un coacervo di input, dati, ricordi, sconfitte, conquiste, e siamo figli di noi stessi e questo c'incute soggezione, fremiti che vanno in qualche modo gestiti, da qui tutta l'innocente insicurezza umana, la tenerezza dell'uomo alla disperata ricerca di un senso a tutto, della salvezza per conquistare e consegnare alla morte una goccia di splendore.
Mezz'ora di sfizio, cent'anni di guai
"Vince", o meglio bara, quindi perde, chi maschera tutto ciò, chi si vergogna delle proprie tenerezze e ansie, chi si avvilisce delle proprie rovine e cerca goffamente di nasconderle, chi ha terrore delle proprie debolezze. Fino a quando non ci si trova faccia a faccia con la dipartenza, nell'ora del Mistero più grande che ci ritroviamo a vivere. Perché vale per tutti. È la lotta che ciascuno di noi, credente o no, un giorno si troverà a dover combattere a tirare calci al vento. O qualcuno forse è immortale? Eppoi, temere la morte è far professione d'ateismo, affidandomi a Jorge Luis Borges quando scrive: "La morte è un'usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare". Anche i peggiori, coloro che hanno commesso guai contro l’umanità intera, che non provengono da malvagi misantropi senza scrupoli, ma da coloro che la amano e che intendono guidarla o migliorarla. Mezz'ora di sfizio, cent'anni di guai.
(......)
Infatti è per questo che bisognerebbe educare portando come facevano con noi alle elementari , i bambini al cimitero . Insomma " Educare alla morte per educare alla vita “ come :
<<
Il tema della morte, declinato secondo le quattro direttrici degli incontri del cambiamento, della sofferenza come crescita, della speranza e della solidarietà, si è voluto configurare come laboratorio didattico: idee, concezioni messe a confronto, ascolto partecipato, elaborazioni, produzione e condivisione di nuovi significati, fino alle consegne finali, stimolate singolarmente e in forma di gruppo.
I ragazzi hanno potuto scegliere di trattare, secondo le modalità di espressione che meglio preferivano, ciò che era rimasto loro impresso ed hanno così realizzato una varietà di prodotti creativi e originali.I vissuti, che sono venuti fuori, hanno avuto l’occasione di essere finalmente elaborati/rielaborati, riflettendo su un tema sui cui non ci si era mai soffermati, ponendo attenzione su qualcosa “ di cui nessuno mai parla” ma di cui si sente l’esigenza.
Il buon gradimento rilevato ed una produzione di qualità dei lavori dei ragazzi sono un positivo riscontro della scelta formativa effettuata sia per la scuola sia per l’attività progettuale dell’Associazione, nella convinzione che ciò che è stato fatto abbia favorito la maturazione dei ragazzi e che le riflessioni condivise, magari sopite, riemergano, quando ci sarà qualche evento scatenante, sorreggendoli.
>> Suggerisce http://www.lsvolta.it/joomla/ o siti sotto fra gli approfondimenti
oltre alla lettura dell'opera i sepolcri ( testo integrale senza perifrasi , con perifrasi e commento verso per verso , recitato da Gassman ) di Ugo Foscolo eccovi alcuni siti che possono aiutare ad educare ala morte per educare alla vita
http://www.gruppoeventi.it/lutto-e-scuola-mainmenu-66/30-bambini-lutto-e-scuola/84-e-possibile-educare-alla-morte.html
http://www.ibs.it/code/9788810809426/campione-francesco/domanda-che-vola.html
e questi articoli di www.educare.it
http://www.educare.it/j/rubriche/domande-e-risposte/del-dolore-e-della-morte
http://www.educare.it/j/rubriche/domande-e-risposte/del-dolore-e-della-morte/939-la-morte-e-qualcosaltro